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Lezione n. 04

Internet: la rete delle reti

di Fabio Ciotti

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Argomenti trattati nella lezione 04:

Premessa

VC blocco 1 'Internet come Strumento di comuncazione'La rivoluzione digitale è un fenomeno complesso, in cui convergono aspetti tecnologici e sociali. Tuttavia, se dovessimo individuare l'elemento più esemplificativo di questo complesso processo in cui siamo immersi, avremmo pochi dubbi: Internet è il simbolo dell'era digitale.

A causa di questa sua natura simbolica, intorno ad Internet è cresciuta un'aura di mitologia e di mistero. Nella dispensa precedente abbiamo iniziato a diradare quest'aura, capendo che cosa esattamente è la rete Internet dal punto di vista tecnologico, come è nata e si è sviluppata, come funziona. Nelle prossime pagine, completeremo il nostro viaggio attraverso la rete e impareremo ad usare i diversi strumenti che essa ci mette a disposizione per comunicare e per accedere all'informazione.

Prima di iniziare questa seconda parte del nostro viaggio, tuttavia, è opportuno tornare a riflettere sulla natura di Internet. Dal punto di vista strettamente tecnico, sappiamo, Internet è una rete telematica che collega milioni di computer in tutto il mondo. Anzi, per essere più precisi, essa interconnette migliaia di sottoreti di computer. Questo è reso possibile dalla condivisione di un insieme di regole comuni, che gli informatici definiscono "protocolli di comunicazione" (il concetto di protocollo è stato spiegato nella dispensa 3). Questa descrizione ci permette di cogliere l'aspetto tecnologico della rete. Tuttavia, essa non esaurisce ciò che vorremmo dire sulla sua natura. Soprattutto, non ci dice cosa è Internet dal punto di vista dell'utente, e dunque non spiega la grande importanza che essa riveste nel moderno universo della comunicazione sociale.

Per capire meglio cosa intendiamo dire con questa affermazione, pensiamo per analogia ad uno strumento che conosciamo bene: il telefono. Anche la rete telefonica è un dispositivo tecnico, composto di apparecchi telefonici, cavi e centrali di smistamento. Ma soprattutto è uno strumento di comunicazione, ed è così che la considerano i milioni di utenti che ne fanno uso.

Ebbene, Internet, proprio come la rete telefonica, permette la diffusione e lo scambio di informazione tra milioni di persone. Anche se sono i computer a prendersi carico della gestione e del trasferimento di tale informazione in forma digitale, il suo contenuto è prodotto dagli uomini che stanno davanti al video ed alla tastiera. Naturalmente, come ogni analogia, anche questa non esaurisce tutti gli aspetti del fenomeno che vuole chiarire. Infatti, a differenza del "vecchio" telefono, Internet offre ai suoi utilizzatori una varietà di strumenti di comunicazione e dunque una capacità di comunicare molto più ricca ed articolata.

In primo luogo, le informazioni scambiate su Internet non sono solo ed esclusivamente suoni, ma sono informazioni multimediali. Sulla rete, infatti, viaggiano tutti i generi di informazioni che un qualunque computer è in grado di utilizzare e manipolare: testi, immagini, filmati suoni e programmi informatici, il tutto codificato in formato digitale. E, in teoria, ogni utente della rete è in grado di inviare e ricevere informazioni in ciascuna di queste forme. Un'altra caratteristica della comunicazione sulla rete è la sua interattività. Torneremo su questi concetti, per molti versi tutt'altro che semplici, nella settima dispensa. Per ora ci può bastare sapere che per interattività si intendono normalmente due cose: la possibilità per ogni utente della rete di essere sia emittente sia destinatario della comunicazione; la possibilità per il destinatario di intervenire attivamente nelle forme e nei tempi della fruizione (ascolto, lettura, visione, etc.) dei messaggi.

Naturalmente, la "ricchezza comunicativa" che la rete mette a disposizione dei suoi utenti si traduce in un aumento di complessità nella sua utilizzazione: comunicare con e sulla rete non è facile ed immediato come comunicare con il telefono. Prima di tutto perché Internet ci fornisce diversi strumenti di comunicazione che possiamo e dobbiamo utilizzare in modi e contesti diversi; e poi perché ciascuno di questi strumenti è nuovo, e richiede uno specifico apprendimento sia dal punto di vista strettamente applicativo sia da quello concettuale e comunicativo. Questo apprendimento richiede un certo sforzo intellettuale, una buona dose di curiosità, ed anche un po' di pazienza. Ma si tratta di un obiettivo alla portata di tutti, specialmente se si è in possesso di una buona guida: le pagine che seguono cercheranno di svolgere, per quanto possibile questa funzione.

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Come ci si collega ad Internet

Se vogliamo comunicare con un nostro amico attraverso il telefono, dobbiamo eseguire una serie di operazioni che ci permettono di stabilire il collegamento. Si tratta di operazioni abbastanza semplici, come alzare la cornetta, attendere il segnale di linea, digitare il numero, verificare che il telefono remoto sia libero ed attendere che qualcuno dall'altra parte alzi la cornetta. Possiamo definire nel loro insieme queste operazioni una "procedura di collegamento".

Anche per usare Internet è necessario effettuare una procedura di collegamento, che tuttavia varia al variare di alcune condizioni. Vediamo la cosa più da vicino. Sappiamo che Internet è una rete di computer. È attraverso i computer che noi esseri umani possiamo comunicare con altri esseri umani e consultare le informazioni presenti sulla rete (cioè su tutti gli altri computer ad essa connessi).

Dunque la procedura di connessione ad Internet consisterà nel collegamento del nostro computer alla rete. Dal punto di vista tecnico questo collegamento può avvenire in molti modi e in base a diversi apparati hardware; ma tutti questi modi rientrano in due grandi categorie: collegamenti permanenti mediante linee dedicate e collegamenti temporanei mediante linea commutata

Nel primo caso il nostro computer è connesso direttamente ad Internet mediante una linea dedicata unicamente e costantemente a questa funzione. Tutti i computer che costituiscono propriamente Internet sono connessi tra loro in questo modo. Alcuni sono potenti supercomputer, posseduti dai centri di calcolo di grandi università, centri di ricerca ed aziende; altri sono normali personal computer. Nella quasi totalità dei casi il collegamento avviene mediante l'interconnessione di reti locali o dipartimentali. Nel gergo tecnico si usa definire host o nodo un computer collegato permanentemente alla rete.

Figura 1 - Schema di un collegamento diretto ad Internet
Figura 1 - Schema di un collegamento diretto ad Internet

Se disponete di un computer dotato di collegamento permanente, l'accesso ad Internet non presenta molti problemi: è sufficiente accendere il computer, avviare i programmi per l'uso della rete, e la cosa è fatta. Infatti, il collegamento è stato fatto una volta per tutte nel momento in cui si è configurato il computer. Naturalmente, non tutti si trovano in questa fortunata condizione. Di norma solo le università, alcune aziende e pochi istituti scolastici hanno i mezzi tecnici e finanziari per mantenere un collegamento dedicato e permanente ad Internet.

La maggior parte degli utenti, invece si collega ad Internet in modo temporaneo, utilizzando una normale linea telefonica analogica e un modem o una linea telefonica digitale ISDN. In questo caso, per stabilire il collegamento alla rete il nostro computer "telefona", mediante il modem, ad un particolare nodo della rete, abilitato a fornire accessi esterni. Il proprietario di un nodo in grado di fornire accesso ad utenti esterni è denominato access provider. Di norma i provider richiedono il pagamento di una somma di denaro, non elevata, per usufruire dei loro servizi.

Figura 2 - Schema di un collegamento temporaneo ad Internet mediante linea telefonica
Figura 2 - Schema di un collegamento temporaneo ad Internet mediante linea telefonica

La procedura di collegamento viene eseguita da un apposito programma di accesso, che utilizza uno speciale protocollo denominato Point to Point Protocol (PPP). Ogni qual volta desideriamo usare Internet, dunque, dovremo avviare questo programma, che si occuperà di effettuare la telefonata al provider, inviare i nostri dati di riconoscimento, e gestire il traffico di dati da e verso la rete.

Tutti i moderni sistemi operativi hanno tali programmi nella loro dotazione standard. Naturalmente essi differiscono secondo il tipo di sistema operativo. Non possiamo in questa dispensa fornirvi tutte le nozioni sulla loro configurazione ed utilizzazione: per questi dettagli tecnici, dunque, vi rinviamo ai manuali segnalati in bibliografia. Tuttavia non temete: il loro uso è abbastanza semplice e con un po' di pazienza ed un buon manuale è alla portata di utenti non esperti.

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Gli strumenti di Internet

Abbiamo affermato che Internet offre ai suoi utenti un insieme di strumenti di comunicazione. Ognuno di questi strumenti ci fornisce diverse funzionalità e modalità di comunicazione e di accesso alle informazioni.

Ad esempio, mediante la posta elettronica (uno degli strumenti più antichi che la rete ha messo a disposizione dei suoi utenti) siamo in grado di inviare messaggi privati ad un altro singolo utente, come avviene per la posta tradizionale. Mediante le conferenze telematiche, invece, possiamo inviare un messaggio pubblico, che numerosi altri utenti potranno leggere, e al quale, in modo altrettanto pubblico, potranno replicare, fino a costruire dei veri e propri forum in cui una certa comunità di utenti, accomunati da un particolare interesse, si impegna in appassionati dibattiti. Il World Wide Web invece ci permette di accedere ad uno sterminato deposito di informazioni che possiamo leggere (o vedere, sentire, etc.) seguendo molti possibili percorsi, e che (con qualche difficoltà in più rispetto alla posta ed alle conferenze) possiamo anche arricchire.

Per usufruire di questi strumenti, è necessario utilizzare un apposito programma informatico. Come avviene in altri settori dell'informatica, per una medesima funzione sono disponibili molteplici programmi. C'è da dire che il recente sviluppo dei software di accesso ai servizi della rete Internet ha determinato la progressiva integrazione dei vari strumenti in un unico programma, che offre accesso al Web, E-mail, Newsgroup e non di rado strumenti di teleconferenza ed accessori vari. È questo al caso ad esempio dei due software più diffusi: Netscape Communicator e Microsoft Explorer.

Naturalmente in questa dispensa non potremo soffermarci sul funzionamento e sulle caratteristiche peculiari di ogni programma. A questo fine non possiamo fare altro che rimandare alla manualistica, di cui diamo informazione nella sezione bibliografica. Nelle pagine che seguono cercheremo piuttosto di delinearne le caratteristiche generali e le principali modalità di uso. Tenete presente, in ogni modo, che programmi sviluppati per svolgere la stessa funzione non differiscono che per alcuni aspetti dell'interfaccia e per poche funzionalità secondarie.

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La posta elettronica

VC blocco 2 'La comunicazione personale su Internet'Iniziamo la nostra rassegna delle funzionalità di Internet con la posta elettronica, o e-mail, come viene comunemente chiamata.

Concettualmente, la posta elettronica non è troppo diversa dalla tradizionale posta che tutti conosciamo. Si tratta, infatti, di uno strumento che permette ad ogni singolo utente della rete di inviare messaggi scritti ad un qualsiasi altro utente. Naturalmente, a differenza delle comuni lettere, i messaggi di posta elettronica sono dei testi digitali, che viaggiano attraverso i canali telematici fino a raggiungere il computer del destinatario. Cerchiamo di capire come.

Ogni utente della rete Internet dispone in genere di una casella di posta elettronica, collocata di norma sul computer del suo fornitore di accesso alla rete. A ogni casella di posta elettronica corrisponde, come nella posta tradizionale, un indirizzo. Un indirizzo di posta elettronica Internet ha una forma molto semplice. Questo ad esempio è l'indirizzo di Mediamente: mediamente@rai.it.

La parte di indirizzo alla sinistra del simbolo @ (che si legge come la preposizione inglese "at") identifica in maniera univoca il singolo utente all'interno del computer che ospita la sua casella di posta; spesso si tratterà del nostro nome o cognome, di un codice o di un nomignolo che ci siamo scelti. La parte di indirizzo a destra del simbolo identifica invece in maniera univoca il computer che ospita la nostra casella di posta elettronica, attraverso il suo nome simbolico.

Tutti i messaggi che sono indirizzati ad un utente vengono raccolti in questa casella postale, finché il legittimo proprietario non decida di leggerli. Naturalmente per leggere i messaggi di posta elettronica arrivati nella nostra casella, e per scrivere ed inviarne ai nostri corrispondenti, dobbiamo usare uno specifico programma. Tale programma, badate, non deve essere installato sullo stesso computer ove risiede la casella; anzi di norma non lo è. Le caselle, infatti, si trovano su macchine dedicate espressamente a tale compito, che sono sempre attive e continuano a ricevere la posta dei loro utenti finché questi non decidano di leggerla. Il programma di lettura e scrittura invece sarà installato sul nostro computer di casa o di lavoro, che potrebbe essere collegato alla rete solo saltuariamente.

Ne esistono diversi, ovviamente, ma tutti presentano caratteristiche e strutture assai simili, e soprattutto si giovano delle moderne ed amichevoli interfacce grafiche con finestre e pulsanti. Il programma in primo luogo è in grado di accedere alla nostra casella personale e di prelevare i messaggi in essa contenuti. I nuovi messaggi, di norma, vengono raccolti in un'apposita cartellina della "posta in arrivo". Tutti programmi poi, permettono all'utente di creare altre cartelline in cui smistare la sua corrispondenza elettronica in base ai criteri che preferisce (i più moderni possono attuare questo smistamento in modo automatico). Se selezioniamo una cartella con il mouse possiamo vedere l'elenco dei messaggi in essa contenuti in un'altra finestra, con il nome del mittente, il soggetto della lettera e la data di invio; infine, selezionando un messaggio possiamo leggerne il contenuto in un'ulteriore finestra.

Figura 3 - Il programma di posta elettronica Outlook Express
Figura 3 - Il programma di posta elettronica Outlook Express

Proviamo ora a scrivere una lettera (vedi filmato). Ogni programma ha a tale fine un apposito comando, che fa comparire una finestra in cui possiamo comporre il nostro messaggio. Questa finestra è composta da vari campi. In primo luogo dobbiamo riempire il campo del destinatario con il suo indirizzo (naturalmente dobbiamo conoscere in anticipo tale indirizzo). Ad esempio possiamo inserire l'indirizzo di Mediamente. Vi è poi un campo, intestato subject o oggetto, dove possiamo scrivere in poche parole il tema del messaggio. Ed infine nel campo più grande possiamo digitare il nostro testo. Che tipo di testo?

Figura 4 - La finestra di compilazione dei messaggi in Outlook Express
Figura 4 - La finestra di compilazione dei messaggi in Outlook Express

Un normale messaggio di posta elettronica deve essere costituito esclusivamente da caratteri inclusi nel codice ASCII. Ve ne ricordate? Ne abbiamo parlato nella prima dispensa. Dunque, non possiamo usare nemmeno le lettere accentate che troviamo sulla nostra tastiera italiana. In questo modo siamo sicuri che ogni utente della rete, qualsiasi programma utilizzi, sarà in grado di leggerlo. I programmi più evoluti tuttavia permettono di ovviare a questo limite ereditato dalle origini della rete Internet e della posta elettronica, e persino di includere immagini e formattazione grafica nei messaggi. Tuttavia, specialmente quest'ultima pratica è da evitare, a meno che non siamo sicuri che il nostro corrispondente utilizzi il medesimo software di gestione della posta.

Una volta completato il messaggio, occorre premere il bottone di invio: il programma si prenderà carico di tutte le operazioni di spedizione. Tenete conto che per redigere (o rispondere a) messaggi non è necessario essere connessi alla rete. In questo caso il programma di gestione della E-mail inserisce i messaggi inviati in un'apposita cartellina di 'Posta in uscita'. Non appena ci connetteremo alla rete, potremo inviare tutte le lettere in giacenza con un comando 'Invia e ricevi' che espleta contemporaneamente le operazioni di scaricamento dei nuovi messaggi dalla casella e di recapito dei nostri.

Una funzione assai utile dei programmi di posta elettronica è la capacità di rispondere ad un messaggio, mediante un comando che automaticamente prende il mittente del messaggio originario e lo inserisce nel campo destinatario della risposta, e che ne riproduce l'oggetto anteponendo la sigla "RE:" (che sta per reply, risposta). Questo comando inoltre, copia il contenuto del messaggio originale nel corpo della nostra risposta, anteponendo ad ogni riga di testo il simbolo '>' (maggiore) o '|' (barra verticale). Una risposta siffatta permette al nostro destinatario di capire con certezza a quale suo messaggio stiamo replicando, e a noi di articolare la risposta come una sorta di commento a margine. È buona norma rispondere in questo modo, ma senza esagerare: insomma, evitiamo di includere anche i saluti!

Figura 5 - La finestra di compilazione dei messaggi in Outlook Express durante l'inserimento di un attachment

Figura 5 - La finestra di compilazione dei messaggi in Outlook Express durante l'inserimento di un attachment

Di grandissima utilità è anche la possibilità (comparsa solo con le ultime generazioni di programmi E-mail) di accludere 'allegati' o 'attachment' ai normali messaggi di posta elettronica. Abbiamo detto che tale messaggio deve essere costituito esclusivamente da caratteri del set ASCII. Questo precluderebbe l'invio, tramite E-mail, di file prodotti con wordprocessor, file grafici o programmi. La funzione 'allegato' ci permette di ovviare a questo limite. Essa, infatti, si basa su un sistema di traslitterazione da file con codifica binaria a file di testo, denominato MIME (Multipurpose Internet Mail Extensions). In questo modo è possibile inviare tramite E-mail qualsiasi tipo di file. Normalmente questa funzione viene attivata con un comando di menu ('Allega' o "Attach") o con un pulsante (normalmente con una piccola attache disegnata sopra), che dà accesso ad una finestra di selezione dei file presenti sui dischi. Una volta scelto con il mouse il file da inviare, è sufficiente confermare: da quel momento tutto procede come nei messaggi normali.

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Discutere in rete: le liste e i newsgroup

La posta elettronica è uno strumento di comunicazione personale. Essa, come abbiamo visto, ci permette facilmente di inviare un messaggio ad un singolo corrispondente.

Ma, facciamo l'ipotesi di condividere con un gruppo di altre persone, tutte collegate ad Internet, un interesse comune e di voler tenere una corrispondenza assidua con tutti loro. Una sorta di discussione scritta a distanza. Naturalmente potremmo usare il programma di E-mail per inviare lo stesso messaggio a più utenti. Ma se volessimo fare questa operazione in modo sistematico ci troveremmo in difficoltà, specialmente se i destinatari sono alcune centinaia, o più!

Per questo tipo di comunicazione tra gruppi di utenti accomunati da uno stesso interesse, Internet mette a disposizione altri strumenti: le liste di discussione e le conferenze o newsgroup. Entrambi questi strumenti permettono a migliaia di persone di scambiarsi messaggi e di creare delle vere e proprie comunità intellettuali, ma funzionano in modo diverso.

Oltre alle differenze di funzionamento tecnico, liste e conferenze differiscono anche per altri aspetti. Le liste, infatti, possono essere accomunate a dei circoli privati, in cui è necessario prima iscriversi, per poi partecipare alle discussioni. E difatti esse vengono utilizzate da comunità abbastanza ristrette e selezionate, come ad esempio gli studiosi di una certa materia, o gli appassionati di un dato scrittore. Le conferenze invece sono un po' come una piazza del paese, dove si formano capannelli in cui si discute di ogni argomento serio e faceto. Ognuno è in grado di spostarsi da un capannello ad un altro, e di dire quello che vuole, anche qualche baggianata: certamente a patto di non offendere nessuno, specialmente nessuno dei partecipanti!

Tenuto conto di queste differenze, sappiate che tra liste e conferenze su Internet esistono decine di migliaia di gruppi di discussione, dove si dibatte di tutto, dal tiro con l'arco, ai film di Woody Allen, dalla fisica delle particelle alla filosofia di Aristotele, dalla birra scozzese alla cucina cinese. Ma non si deve dimenticare che esistono anche conferenze animate da interessi assai poco nobili.

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Le liste di discussione

Le liste di discussione sono un'applicazione evoluta della normale posta elettronica. Infatti, i messaggi che i partecipanti ad un lista si scambiano passano per le rispettive caselle di posta. Il meccanismo a prima vista sembra complesso, ma con un po' di attenzione non vi sarà difficile comprenderlo (vedi filmato).

Tutto ruota intorno ad un programma detto list-server che, come un utente umano, ha un suo indirizzo di posta (ad esempio, 'listserver@caspur.it'). Il list-server è una sorta di infaticabile segretario comune a tutti i partecipanti ad una lista di discussione. Esso annota in un elenco gli indirizzi e-mail di ciascun partecipante alla lista. La lista, a sua volta, è dotata di un suo indirizzo di posta elettronica, ad esempio 'Let-It@caspur.it" (questo è l'indirizzo di una vera lista, dedicata alla letteratura italiana). Quando uno dei membri della lista vuole spedire un messaggio a tutti gli altri, non deve far altro che spedirlo all'indirizzo della lista. A questo punto il list-server lo intercetterà e automaticamente lo spedirà a tutti gli altri iscritti.

Resta da chiarire un punto: come facciamo ad entrare nel gruppo degli iscritti ad una lista? Anche in questo caso entra in gioco il list-server. Per iscriversi, infatti, bisogna inviare una richiesta proprio al list-server che gestisce la lista di nostro interesse. Naturalmente la richiesta consiste di un messaggio di posta elettronica che va inviato all'indirizzo del list-server. Nel messaggio dovremo inserire solo dei comandi che il programma è in grado di interpretare. In genere il comando di iscrizione ha la seguente forma: 'SUBCSRIBE nome-lista'. Dunque, per iscriverci alla lista Letteratura_italiana dovremo inviare un messaggio di posta elettronica a listserver@caspur.it con il seguente contenuto 'SUBSCRIBE Letteratura_Italiana'.

Oltre a questo, esistono altri comandi che possiamo inviare per E-mail ad un list-server: possiamo ad esempio dimetterci da una lista con il comando 'UNSUBSCRIBE nome-lista'. Ricordate: l'indirizzo del list-server è diverso dall'indirizzo della lista. Se inviamo un messaggio di dimissione all'indirizzo della lista anziché a quello del list-server non faremo altro che annoiare tutti gli altri partecipanti con i nostri comandi al programma, comandi che peraltro non verrebbero eseguiti.

Abbiamo detto che per partecipare ad una lista di discussione occorre inviare un comando ad un programma. Di norma, con questa operazione l'iscrizione è terminata. Da questo momento possiamo partecipare al dibattito e riceveremo tutti i messaggi che viaggiano nella lista. Tuttavia non tutte le liste sono aperte al pubblico in questo modo. Talune, infatti, sono sotto il controllo di un moderatore umano, una persona che controlla e vaglia sia le iscrizioni sia i messaggi inviati dagli iscritti (con facoltà di respingere le une e gli altri). Le liste moderate, di norma, sono liste di carattere scientifico o professionale, i cui partecipanti prediligono una certa garanzia circa la competenza dei partecipanti e la qualità dei messaggi. Spesso per iscriversi a queste liste occorre inviare un breve curriculum.

In alcuni casi poi le liste sono utilizzate come strumenti interni di un gruppo di lavoro o di ricerca, e dunque gli iscritti sono un gruppo chiuso e prefissato. In altri invece esse fungono da sistema per la distribuzione di newsletter e pubblicazioni periodiche (spesso da parte di aziende che aggiornano i loro clienti): in questo caso gli iscritti non hanno facoltà di inviare messaggi ma possono solo ricevere.

In ogni caso, tenete conto che allo stato attuale si contano sulla rete oltre 90 mila liste, di tutte le tipologie e dedicate ad ogni possibile argomento! Per cercare gli indirizzi delle liste disponibili su Internet vi consigliamo di visitare il sito Web all'indirizzo http://www.liszt.com Esci da MediaMente, che contiene una banca dati su cui potrete fare ricerche automatiche fornendo parole chiave.

Figura 6 - La pagina Web di Liszt
Figura 6 - La pagina Web di Liszt

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I newsgroup

Passiamo ora alle conferenze Internet, o newsgroup. Di cosa si tratta? I newsgroup sono fondamentalmente bacheche elettroniche, dedicate ciascuna a uno specifico argomento. Esse ereditano la funzione delle bacheche elettroniche nate nell'ambito delle prime BBS (Bulletin Board System) amatoriali, pioniere della telematica di massa.

Per consultare i messaggi di queste bacheche bisognerà collegarsi, via Internet, a una sorta di 'stanza delle bacheche', anche in questo caso un programma denominato news-server, e scegliere la conferenza, o le conferenze che ci interessano. In questo caso, notate, non esiste iscrizione: chiunque può collegarsi, leggere i messaggi e spedirne di nuovi. Le bacheche elettroniche infatti sono pubbliche.

Ciascun newsgroup è dotato di un nome, composto da più sezioni, separate l'una dall'altra da un punto. Tale nome rispecchia l'ordine gerarchico con cui i newsgroup vengono classificati in base agli argomenti discussi. La stringa iniziale alt., ad esempio, identifica i newsgroup appartenenti alla gerarchia 'alternative' che contiene conferenze dedicate ai 'modi alternativi di guardare al mondo'. Si tratta a volte di gruppi alquanto bizzarri, che includono ad esempio forum per i fan di moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo, della religione o della politica, per gli appassionati degli hobby più strani, per varie forme di espressione artistica e no.

Fra le altre gerarchie, ricordiamo: 'comp.' per l'informatica e i computer, 'news.' per le notizie d'attualità (di tutti i tipi, ma in particolare quelle riguardanti la rete), 'rec.' per le attività ricreative, 'sci.' per il mondo della scienza, 'soc.' per la discussione di problemi sociali; 'talk.' per ogni tipo di dibattito, su argomenti che spaziano dall'ambiente alla religione; 'misc.' (un po' di tutto), 'bit.' per i gruppi BitNet (una sottorete di Internet i cui newsgroup si segnalano per il fatto di archiviare anche un certo numero di liste postali).

In tutte le conferenze di queste gerarchie la lingua usata prevalentemente è, come ovvio, l'inglese. Esistono tuttavia una serie di gerarchie dedicate a specifici paesi, in cui si privilegiano le lingue nazionali. Tra queste, ricordiamo la gerarchia 'it.', che ospita conferenze, in lingua italiana, che riguardano l'Italia nei suoi aspetti culturali e politici, ma anche molti altri argomenti. Tre le altre, vi è anche una conferenza dedicata a Mediamente: it.media.tv.mediamente.

Per consultare e partecipare ad un newsgroup occorre utilizzare un programma specifico: al solito, la scelta è abbastanza varia. Ma il funzionamento di questi strumenti è molto semplice ed assomiglia molto a quello dei programmi di posta elettronica, tanto che in molti casi i due strumenti sono stati unificati in un solo pacchetto.

La prima volta che viene avviato, il programma si collega con un news-server che avremo opportunamente specificato (di norma ogni provider ne mette a disposizione uno per i suoi abbonati), e si fa inviare l'elenco di conferenze a disposizione. Poiché tale elenco è composto da migliaia di unità, avremo la possibilità di indicarne alcune di nostro interesse, alle quali potremo iscriverci.

Figura 7 - Elenco dei newsgroup nella finestra di sottoscrizione del mail reader integrato in Netscape 4: particolare della gerarchia IT

Figura 7 - Elenco dei newsgroup nella finestra di sottoscrizione del mail reader integrato in Netscape 4: particolare della gerarchia IT

Da questo momento, l'elenco dei newsgroup scelti viene visualizzato nella sezione di destra della finestra del programma. Sulla parte sinistra, invece, compare la lista dei messaggi presenti in una singola bacheca. Se vogliamo leggerne uno, basterà selezionarlo con il mouse, ed apparirà una finestra con il contenuto. Esattamente come avviene con la posta elettronica!

Figura 8 - La finestra principale del news-reader Free Agent
Figura 8 - La finestra principale del news-reader Free Agent

Per scrivere un messaggio ed inviarlo ad un newsgroup la procedura è assai simile a quella che abbiamo usato per i messaggi di e-mail. Solo che in questo caso il destinatario sarà il newsgroup. Un aspetto particolare dei messaggi contenuti in un newsgroup è la loro articolazione per temi di discussione. Infatti, ogni messaggio suscita in genere una serie di reazioni negli altri frequentatori della conferenza, che replicano usando una funzione di risposta automatica simile a quella che abbiamo incontrato nel caso della posta elettronica. Tutti i messaggi che vengono inviati in questo modo vengono raggruppati in catene tematiche o thread. Spesso tali catene di repliche e contro-repliche diventano lunghissime. E talvolta il dibattito si anima al punto da degenerare in una vera propria lite telematica, denominata in gergo flame war.

Al fine di evitare questa sorta di litigio virtuale, quando si partecipa a conferenze o liste di discussione è bene attenersi ad alcune regole di etichetta, o meglio di netiquette, il galateo della rete. Dunque, attenzione al tono delle affermazioni: la mancanza dell'intonazione e delle espressioni facciali riduce l'espressività della comunicazione e può portare a fraintendimenti. Per ovviare a questo problema, si possono usare quelle curiose sequenze di caratteri chiamate emoticons: :-) sta per "sto scherzando"; ;-) sta per "ti faccio l'occhiolino"; :-( sta per "sono triste"; :-O sta per "sono stupito". Ci sono interi libri dedicati ad elencare tutte le possibili emoticons. Ma ricordate che è bene non esagerare.

È buona norma replicare educatamente ai contenuti di un messaggio (anche se ci è estremamente sgradevole) e non insultare il suo autore. Evitiamo poi di essere provocatori: se in una conferenza per i patiti dei Beatles si interviene affermando che erano meglio i Rolling Stones, beh. potete immaginare il risultato. Insomma, praticare i newsgroup e liste di discussione può anche essere una palestra di buone abitudini comunicative e di attitudine al dialogo!

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Interazione in tempo reale: dai chat ai MUD

Gli strumenti che abbiamo visto fino ad ora, hanno la caratteristica di rendere possibile una forma di comunicazione "asincrona". Essi, cioè, impongono un salto temporale tra la trasmissione del messaggio da parte del mittente e la sua ricezione da parte del o dei destinatari, e la conseguente risposta. Tuttavia, su Internet sono disponibili delle tecnologie che permettono di comunicare anche in tempo reale. Un primo tipo di questi strumenti sono i cosiddetti Internet relay chat o IRC.

Chat in inglese significa "chiacchierare". Ed infatti un IRC è uno spazio "virtuale", un concetto sul quale torneremo ampiamente nella prossima dispensa, suddiviso in stanze (che nel gergo vengono dette "canali"), in cui diversi utenti possono incontrarsi e fare delle chiacchierate attraverso Internet. Naturalmente la descrizione precedente concede molto alla metafora. Ciò che avviene in realtà è che tutti i partecipanti ad un canale chat, mediante un apposito programma, si collegano contemporaneamente ad un nodo della rete, il quale ospita un software "ripetitore". Questo riceve i brevi messaggi scritti inviati da ciascuno di loro, e li rimanda in tempo reale a tutti gli altri. Quando un aspirante conversatore si collega ad uno di questi ripetitori, gli viene chiesto di scegliersi un soprannome (o, come si dice in inglese, un nickname) e poi di selezionare il canale al quale vuole accedere. Da quel momento in poi può iniziare la sua conversazione: ciò che egli digita sulla tastiera compare sul video degli altri, che possono a loro volta "rispondere" (sempre via tastiera) con altrettanta immediatezza.

Un'evoluzione del tradizionale IRC è costituita dai recenti chat 3D (vedi filmato su "Comunicazione personale"). Si tratta, infatti, di ambienti tridimensionali in cui gli utenti si possono introdurre per interagire (sempre mediante brevi messaggi di testo) con altri utenti. Ogni utente collegato assume le vesti di un personaggio virtuale. Questa controfigura virtuale o avatar - anche sul concetto di avatar torneremo nella prossima dispensa - si può muovere nell'ambiente, esplorando lo spazio, aprendo porte e salendo scale, manovrato mediante la tastiera o il mouse. Per interagire si scrivono messaggi che appaiono sullo schermo di tutti gli altri utenti i cui avatar si trovano nello stesso spazio. Per il momento queste applicazioni della realtà virtuale in rete hanno molte limitazioni e sono circoscritte alla sfera del gioco. Ma molti sostengono che in un prossimo futuro la rete Internet attuale sarà sostituta da un ambiente 3D distribuito, in cui i nostri avatar scorrazzeranno ed interagiranno con altri avatar e con agenti software dotati di una forma di intelligenza artificiale.

Figura 9 - L'ambiente virtuale di un Chat 3D
Figura 9 - L'ambiente virtuale di un Chat 3D

Un programma che semplifica la comunicazione in tempo reale su Internet è ICQ (che in inglese suona come "I seek you", ti cerco). Abbiamo visto che mediante IRC possiamo comunicare in tempo reale con altri utenti. Ma come facciamo a comunicare con un utente in particolare, un nostro amico all'estero, ad esempio? Dobbiamo prima metterci d'accordo sull'ora e sul server IRC da utilizzare con tutte le difficoltà del caso. ICQ risolve proprio questo problema. Infatti, esso ci informa in modo automatico non appena qualche nostro corrispondente è collegato e ci permette di interagire in chat con lui (ed eventualmente con altri, attraverso comode finestre affiancate), oltre a metterci a disposizione una serie di utili strumenti come lo scambio di file. Naturalmente lo stesso avviene quando noi ci colleghiamo alla rete.

Per far questo, ICQ assegna ad ogni utente un identificativo univoco. Quando l'utente si collega ad Internet il programma comunica la sua "presenza in rete" a un sito centrale, che in tal modo dispone in ogni momento di un quadro preciso di quali utenti di ICQ sono on-line. Ciascun utente, poi, può segnalare quali sono i suoi corrispondenti abituali. Non appena un utente si connette, previa sua autorizzazione, il programma avverte tutti i suoi corrispondenti on-line in quel momento. Qualcosa di simile a quanto avveniva nei grandi ricevimenti dei secoli scorsi, dove il maggiordomo annunciava ad alta voce l'arrivo di ciascun ospite.

Chiudiamo questa sezione sull'interazione in tempo reale su Internet con un cenno ai MUD, o Multi User Dungeons (un altro tema sul quale torneremo). Questa tecnologia trae il suo nome dal famosissimo gioco di ruolo Dungeons and Dragons. Ed infatti i MUD sono appunto la versione telematica di un gioco di ruolo. Anche in questo caso abbiamo un sito centrale a cui tutti gli utenti, o meglio i giocatori, si collegano e possono in tal modo interagire. Solo che nei MUD oltre alla possibilità di comunicare in tempo reale con gli altri, ci sono anche delle regole da seguire, dei pericoli da evitare, degli scopi da perseguire, e bisogna tenere conto delle risorse ambientali. Gli utenti dunque possono raccogliere ed usare oggetti, costruire ambienti, competere con altri giocatori o con personaggi virtuali controllati dal computer, acquisire particolari poteri, dialogare fra loro, discutere strategie comuni, allearsi... insomma possono assumere i panni di un personaggio e vivere una sorta di seconda vita.

La tecnologia dei MUD, nata come puro svago, ha avuto una notevole diffusione anche in ambiti, per dir così, seri. Esistono infatti ambienti interattivi realizzati da università e centri di ricerca, in cui studiosi ed appassionati realizzano ad una sorta di Accademia virtuale, ed anche vere e proprie comunità virtuali con leggi, istituzioni e persino governi eletti democraticamente!

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World Wide Web

VC blocco 3 'World Wide Web'C'è un momento nella storia di Internet, che possiamo collocare all'inizio degli anni 90, in cui questa rete, fino allora usata da ricercatori universitari e specialisti, diventa un fenomeno di massa, ed inizia a diffondersi presso milioni di utenti. Questa esplosione del fenomeno Internet coincide con l'invenzione di un nuovo strumento che ne ha cambiato decisamente il volto, rendendo l'interazione con la rete un attività semplice e gradevole: World Wide Web.

Come ogni altro strumento della rete, anche Web è nata in ambito scientifico. Per la precisione, è stato un ricercatore del CERN di Ginevra (il noto laboratorio di ricerca in fisica subatomica), Tim Berners Lee, a svilupparla, con lo scopo di permettere alla comunità di studiosi di scambiarsi in modo rapido ed efficiente i risultati del loro lavoro. Nel giro di pochi anni World Wide Web ha avuto una crescita esponenziale. Immaginate che oggi si contano più di 100 milioni di pagine, che trattano degli argomenti più disparati, e che sono realizzate da autori e editori di ogni tipo: si va dalle università alle industrie private (grandi e piccole), dai centri di ricerca, ai negozi, dalle imprese editoriali ai partiti politici. Vi sono poi le numerosissime 'home page' personali realizzate da singoli utenti della rete. L'esplosione di massa del fenomeno Internet è dovuta essenzialmente a questo variopinto e variegato mare di informazioni che milioni di persone quotidianamente consultano.

Figura 10 - La pagina del sito Web di Liber Liber, una biblioteca di testi italiani in formato elettronico
Figura 10 - La pagina del sito Web di Liber Liber, una biblioteca di testi italiani in formato elettronico

Il nome di questo sistema, che tradotto in italiano suonerebbe "la ragnatela mondiale", ci fornisce una immagine assai illuminante della sua natura. World Wide Web, infatti, è una enorme rete di documenti, contenenti testi, immagini ma anche suoni ed animazioni, distribuiti tra i vari nodi di Internet, e collegati tra loro a formare una trama virtualmente infinita. Lungo questa trama ogni utente può costruire i suoi percorsi di lettura, guidato dai suoi interessi e dalla sua curiosità. Un simile sistema di organizzazione delle informazioni viene denominato ipertesto (un concetto sul quale ritorneremo nella settima dispensa).

Ogni pagina di questa rete è dotata di un indirizzo, denominato Uniform Resource Locator (URL): esso ci permette di individuarla tra tutte le altre. Di norma, tuttavia, le pagine Web sono riunite in insiemi che presentano una unità di contenuto, di paternità intellettuale o di responsabilità editoriale: tali insiemi "coerenti" di pagine Web sono indicati nel gergo come "siti Web". È dunque sufficiente conoscere la URL della pagina principale di un sito per avere un punto di partenza nella consultazione.

Poiché la dimensione e la struttura del Web richiamano l'immagine di un oceano di informazione la consultazione delle sue pagine viene comunemente detta "navigazione" o, in modo ancora più immaginifico, surfing, fare del surf. La navigazione, chiaramente richiede una barca. Nel nostro caso la "barca" è un apposito programma, la cui funzione è di richiamare dalla rete le pagine che l'utente desidera consultare e di mostrare sul video il loro contenuto.

Nel gergo telematico i programmi di questo tipo vengono chiamati browser, dall'inglese to browse, scorrere, poiché essi permettono appunto di scorrere i documenti. Il browser visualizza le pagine Web in modalità grafica. Questo significa che le varie sezioni del testo possono avere stili, colori e posizioni diverse, ed essere combinate con immagini ed animazioni. Alcune porzioni di testo o parti di immagini in una pagina Web corrispondono ai collegamenti, o link, ad altre pagine, o ad altre sezioni della stessa pagina. Se si tratta di testo in genere il link è evidenziato tramite un cambiamento nel colore del carattere, eventualmente associato alla sottolineatura. Per attivare un collegamento è sufficiente posizionare il puntatore su di esso, e premere il tasto del mouse.

Oltre ai link ipertestuali all'interno del documento, i browser mettono a disposizione una serie di dispositivi di supporto alla navigazione. Le operazioni più comuni che possiamo effettuare (oltre alla visualizzazione di pagine Web, ovviamente) sono le seguenti:

  • indicare direttamente il documento o il server al quale collegarsi, digitando la URL corrispondente all'interno di una apposita barra posta di norma nella parte superiore della finestra di programma
  • tornare indietro di un passo, ripercorrendo in senso inverso la catena di link seguita, o viceversa
  • vedere la storia di una navigazione (history), ovvero la sequenza dei link seguiti durante la navigazione, ed eventualmente ritornare direttamente ad una pagina già visitata
  • costruire una lista di segnalibri (bookmark) degli indirizzi preferiti, in cui l'utente annota i siti che ritiene di voler visitare nuovamente in futuro.

Queste funzioni sono attivate agendo con il mouse sui pulsanti o sui comandi dei menu a tendina. La lista dei segnalibri è uno degli strumenti più utili. Ogni utente dovrebbe avere cura di costruire una lista adatta alle proprie esigenze, e dovrebbe sfoltirla periodicamente delle voci non più interessanti, per preservarne la natura di strumento di rapida consultazione.

I due browser più diffusi tra gli utenti della rete sono al momento Netscape Communicator (disponile al sito http://www.netscape.com Esci da MediaMente) e Microsoft Explorer (disponibile al sito http://www.microsoft.com/ie Esci da MediaMente). Come abbiamo già detto, si tratta di applicazioni molto complesse che, accanto al modulo di navigazione su Web vero e proprio, offrono dei programmi per l'accesso alla posta elettronica, ai newsgroup e persino degli editor per realizzare le pagine da pubblicare sul Web.

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Come trovare L'informazione su Internet

Le pagine informative immesse su Web sono decine di milioni, riguardano gli argomenti più vari, e provengono da fornitori di informazione di natura assai eterogenea. Si pongono dunque due problemi: come riuscire a trovare l'informazione che vogliamo in questa sterminata massa di documenti? E come valutare la sua qualità, la sua veridicità ed affidabilità?

Su questo secondo problema diciamo subito che non esistono ricette infallibili. Tutto sta nella capacità del navigatore di valutare, aiutato dall'esperienza e dal buon senso, ciò che ha individuato sulla rete. Ad esempio, se ci si collega alle pagine della NASA, si può avere la ragionevole certezza che le informazioni lì fornite siano affidabili e di livello scientifico. Se invece siamo consultando la pagina personale di un appassionato di astronomia che sostiene di aver scoperto la vita su Marte, forse è meglio prendere con le molle le sue affermazioni.

Quanto al primo problema - quello di 'scoprire' le pagine esistenti che si occupano di un determinato argomento - un ottimo aiuto ci viene dagli strumenti di ricerca delle informazioni disponibili in rete. Gli strumenti di ricerca delle informazioni su Web si dividono in due categorie che è bene non confondere: i cataloghi sistematici e i motori di ricerca.

I cataloghi sistematici sono degli elenchi di siti e pagine Web organizzati in base ad uno schema di classificazione per argomento. Questi elenchi assomigliano molto agli schemi di classificazione usati dalle biblioteche per organizzare i loro libri. La classificazione dunque parte da categorie molto generali, ad esempio, 'arti e letteratura', e scende fino a categorie molto particolari, ad esempio gli 'scritti di Dante Alighieri', passando per un certo numero di categorie intermedie (vedi filmato su "World Wide Web").

Naturalmente, poiché questi elenchi sono compilati da esseri umani, e poiché (a differenza della classificazione bibliotecaria) non esistono standard riconosciuti, la scelta delle categorie e l'inserimento di una pagina in una categoria piuttosto che in altra può differire da un catalogo all'altro, e soprattutto dal nostro modo di vedere le cose. L'uso di un catalogo (o directory) di risorse dunque, richiede una certa abilità. Se ad esempio non troviamo la 'letteratura italiana' nella categoria 'Arti e letteratura', possiamo cercare nella categoria 'Paesi', per scendere ad 'Italia', e cercare in quel contesto una voce del tipo 'letteratura' o 'cultura'. Comunque, con un po' di esperienza, i cataloghi sistematici si rivelano degli ottimi strumenti per trovare su Internet informazioni su temi ed argomenti di una certa rilevanza.

Il più noto e completo tra questi cataloghi è Yahoo (il cui indirizzo è http://www.yahoo.com Esci da MediaMente). Nato come esperimento universitario per iniziativa di due giovani studenti dell'università di Stanford (David Filo e Jerry Yang), è divenuto in pochi anni uno dei siti più visitati della rete (ed una miniera d'oro per i due, che nel frattempo si sono laureati. Ma del successo economico di Yahoo torneremo a parlare nella dispensa 9). Di Yahoo esiste anche una versione in italiano (http://www.yahoo.it Esci da MediaMente), che tuttavia non compete in completezza con l'originale. Un altro sito italiano che offre un buon catalogo ragionato di risorse Web è Virgilio (http://www.virgilio.it Esci da MediaMente).

Figura 11 - La pagina principale di Yahoo
Figura 11 - La pagina principale di Yahoo

I motori di ricerca invece, sono degli enormi archivi che indicizzano interamente (trasformano cioè in un elenco di parole corredate delle indicazioni circa la loro collocazione originaria) il contenuto testuale di milioni e milioni di singole pagine Web e che possono essere interrogati. La ricerca in questo caso avviene indicando uno o più termini chiave che, a nostro giudizio, delimitano il concetto o il tema di nostro interesse. Come risultato si ottiene un elenco di pagine che contengono i termini indicati (il tutto, ovviamente, sotto forma di pagina Web con link attivi alle pagine elencate). Se vogliamo ad esempio cercare le pagine che si occupano di Lewis Carroll (l'autore di Alice nel paese delle meraviglie), potremo fornire al motore di ricerca le due parole 'Lewis' e 'Carroll'.

In molti casi è possibile combinare le parole fornite utilizzando i cosiddetti operatori logici. Ricordate quando nella seconda dispensa parlavamo di operazioni logiche? Come vedete, si tratta di un concetto utile anche per la ricerca di informazioni! Ad esempio, una ricerca con chiave '(Lewis AND Carroll)' ci fornirebbe tutte le pagine in cui compaiono entrambi i nomi. Ma, se sappiano che Lewis Carroll è uno pseudonimo del reverendo Dodgson potremmo fare una ricerca del tipo 'Lewis AND Carroll OR Dodgson', che ci restituirebbe le pagine in cui compaiono o i primi due termini insieme o il secondo o entrambi. Con 'NOT', invece escludiamo le pagine che contengono una certa chiave. Esistono anche altri operatori (ad esempio quello di prossimità 'NEAR'), ma i principali sono questi. Tenete presente però che il modo di utilizzarli varia da un motore di ricerca ad un altro.

Un altro aspetto di cui occorre tenere conto nell'uso di questi strumenti è il fatto che la ricerca viene effettuata da un programma. Il programma utilizzato non farà altro che cercare la sequenza di lettere da noi fornite nel suo archivio, senza capire assolutamente il loro significato. Così se cerchiamo "Dante", troveremo sia le pagine dedicate al "sommo poeta", sia le pagine dedicate al pittore e scrittore preraffaelita Dante Gabriele Rossetti, sia le pagine personali dei tanti Dante Rossi, o John Dante, appassionati di Internet!

Ricordate infine che gli archivi dei motori di ricerca vengono aggiornati periodicamente in modo automatico: può dunque capitare che non vengano presentate pagine di recente creazione, o che (assai più spesso) vengano elencate pagine che non sono più presenti sulla rete (la mortalità delle pagine Web è altissima!).

Figura 12 - La pagina principale di Hotbot
Figura 12 - La pagina principale di Hotbot

Tra i più noti e potenti motori di ricerca vi ricordiamo Hotbot, che si trova all'indirizzo http://www.hotbot.com Esci da MediaMente; Altavista, il cui indirizzo è http://www.altavista.digital.com Esci da MediaMente; Excite, all'indirizzo http://www.excite.com Esci da MediaMente; Lycos, il cui indirizzo è http://www.lycos.com Esci da MediaMente; ICQit all'indirizzo http://www.icqit.com Esci da MediaMente; Northern Light, all'indirizzo http://www.northernlight.com Esci da MediaMente. Tutti indicizzano decine di milioni di pagine (almeno stando alle stime fornite sugli stessi siti) ed offrono raffinati sistemi per delimitare le ricerche sia con operatori sia per data, lingua, collocazione di rete e così via.

Prima di chiudere questo argomento, ci rimane da affrontare un punto: come scegliamo lo strumento di ricerca adeguato? La risposta è, indovinate un po', "dipende"! Infatti non esiste uno strumento buono per tutte le occasioni. In linea di massima i cataloghi sistematici sono utili se cerchiamo informazioni autorevoli su temi di una certa importanza e vastità. Poiché essi sono realizzati sotto il controllo editoriale di un essere umano, non saranno mai esaustivi né andranno oltre un certo livello di dettaglio; ma proprio il controllo umano ci garantisce, almeno in parte, sulla qualità delle risorse indicate e sulla loro rilevanza rispetto al soggetto sotto cui sono rubricate.

Se invece ci interessa un argomento assai particolare (ad esempio il nome di un personaggio poco noto), allora è meglio optare per i motori di ricerca che, ricordiamo, indicizzano l'intero contenuto di tutte le pagine Web che incontrano. Ma naturalmente dobbiamo scegliere con molta oculatezza i termini da sottoporre al sistema e comunque dobbiamo essere preparati ad esaminare anche centinaia di pagine, la maggior parte delle quali assolutamente estranee al nostro oggetto di ricerca.

Non bisogna dimenticare, infine, che il Web con la sua struttura ipertestuale, costituisce uno strumento di ricerca in sé. Una volta trovata una pagina di nostro interesse con un qualsiasi sistema (non ultimo, il consiglio di un amico o le indicazioni di una rivista specializzata), la migliore strategia è cominciare ad esplorare i link in essa presenti. Troverete che la maggior parte dei siti realizzati con cura contengono sempre al loro interno indirizzi ed elenchi di risorse sul tema a cui sono dedicate. E non di rado vi imbattere in uno dei molti cataloghi sistematici tematici che esperti ed appassionati curano ed aggiornano con passione e competenza.

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Trasferire file attraverso la rete

Una delle esigenze più sentite dai primi utenti della rete (prima ancora che divenisse Internet) era la possibilità di trasferire file da un computer all'altro, così come era possibile spostarli da una unità di massa locale ad un'altra. A tale fine è stato sviluppato uno strumento denominato FTP (File Transfer Protocol, "Protocollo per il trasferimento di file"). Esso permette di collegarsi ad un computer remoto, di visualizzare il contenuto del suo disco e, se in possesso di adeguati permessi di accesso, di prelevare o inviare file.

La disponibilità questo strumento ben presto stimolò la creazione di grandi archivi contenenti file che erano messi a disposizione gratuita degli utenti della rete Internet. Si trattava in genere di file di programmi donati alla comunità dai rispettivi creatori (nella gran parte studenti o ricercatori), o di documenti di testo contenenti specifiche tecniche, istruzioni, documentazione informatica.

Con il passare degli anni questa pratica si è sviluppata. Alcuni siti si sono specializzati come enormi depositi di programmi gratuiti, di documenti, e perfino di testi letterari. Accanto alla pratica di donare i programmi sviluppati (pratica diffusa soprattutto nelle università) molti programmatori, o piccole aziende di software hanno iniziato ad usare la rete per diffondere programmi con la formula shareware: il programma è disponibile in rete e può essere prelevato da chiunque al fine di provarne le funzionalità. Se ci si ritiene soddisfatti, tuttavia, si deve inviare una somma di denaro al suo autore. Grazie a questa forma di distribuzione questa formula si è sviluppato un mercato del software la cui qualità è spesso pari a quella dei costosi pacchetti commerciali, ma il cui costo è inferiore di vari ordini di grandezza (e che possiamo comunque provare prima di acquistare).

Con la diffusione degli archivi di file (e con il crescere degli utenti che si avvalgono di tali archivi), si è anche sviluppata la tecnologia per accedervi e per trasferire sul nostro computer il file che ci interessa. In origine si usavano dei programmi FTP a caratteri. Ma con lo sviluppo del Web, le funzioni di accesso agli archivi FTP è stata integrata nei programmi di navigazione. Oggi i più importanti depositi di file si sono "trasferiti" completamente sul Web, e l'accesso alle loro risorse avviene con le stesse modalità con cui si consultano le pagine multimediali. Ricordiamo tra questi: Shareware.com (la cui URL è http://www.shareware.com Esci da MediaMente) e Tucows (http://www.tucows.com Esci da MediaMente). Inoltre quasi tutte le aziende che producono software, sia le grandi sia le piccole, hanno ormai un loro sito Web, sul quale mettono a disposizione i loro prodotti, con varie formule di distribuzione che vanno dalla diffusione gratuita alla vendita on-line.

Per gli utenti più esigenti comunque sono disponibili ancora dei programmi specifici per accedere ai siti FTP. Naturalmente questi nuovi programmi non usano più i superati comandi a carattere, ma si giovano di tutte le facilitazioni delle interfacce grafiche, con menu, pulsanti e finestre in cui i file sono scatolette che vengono trascinate con il mouse.

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Nuove frontiere

VC blocco 4 'Il futuro di Internet'L'invenzione e la rapidissima diffusione di World Wide Web, hanno cambiato il volto di Internet. Ma non dovete pensare che lo sviluppo della rete sia culminato con Web, e che la fase innovativa sia ormai terminata. Al contrario, il mondo virtuale di Internet è ancora caratterizzato da trasformazioni e da innovazioni: osservando la rete si assiste dunque ad una sorta di 'rivoluzione tecnologica permanente'.

Parte della spinta all'innovazione è stata determinata dalla competizione tra Microsoft Explorer e Netscape. Netscape, ad esempio, è stato il primo browser ad introdurre la tecnologia dei plug-in. Un plug-in è un modulo software che si integra pienamente con il browser stesso e ne estende le funzionalità, come se facesse parte del programma originale. In genere hanno la funzione di permettere la visualizzazione di formati di file che non rientrano nello standard del Web.

Ad esempio, il plug-in Quicktime, realizzato dalla Apple (si trova al sito http://www.quicktime.apple.com Esci da MediaMente), permette di visualizzare filmati digitali codificati nell'omonimo formato. Sempre mediante un apposito plug-in, i browser più evoluti sono in grado di visualizzare gli ambienti 3D basati sul Virtual Reality Modeling Language (VRML). Si tratta di un linguaggio che permette di descrivere uno spazio in tre dimensioni contenente oggetti a cui possono essere assegnati comportamenti interattivi (diremo qualcosa al riguardo nella quinta dispensa). Ma le due tecnologie innovative più importanti che sono comparse sulle rete negli ultimi tempi sono senza dubbio Java e lo streaming audio e video.

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Java

L'introduzione di Java rappresenta forse la più importante innovazione nell'universo della telematica in generale, e di Internet in particolare, dopo la creazione di World Wide Web. Java, che deve il suo nome a una varietà di caffè prodotto nella omonima isola indonesiana, è un linguaggio di programmazione.

Ricordiamo che un linguaggio di programmazione è un insieme di istruzioni e di regole sintattiche con cui vengono scritti i programmi eseguiti da un computer. I linguaggi di programmazione più evoluti sono costituiti da istruzioni espresse in una forma che somiglia al linguaggio naturale (somiglia solo, però, perché a differenza delle lingue naturali essi hanno una sintassi rigida, che non permette ambiguità di sorta). Ma noi sappiamo che i computer, in ultima analisi, possono manipolare solo i due simboli della notazione binaria. Dunque, un programma scritto in un linguaggio di programmazione, affinché sia eseguito da una macchina va tradotto in codice binario. Questa traduzione può avvenire in due modi. Uno detto "compilazione", in cui la traduzione, effettuata da un programma (ovviamente) denominato "compilatore", avviene una volta per tutte. E uno in cui la traduzione viene fatta ogni volta che si lancia il programma, mediante un modulo detto "interprete". Una particolarità di cui occorre tenere conto è che un programma viene compilato o interpretato espressamente per un determinato sistema operativo e per un determinato tipo di processore (la cui accoppiata viene detta "piattaforma"), e normalmente non può funzionare su altri senza lunghe e complesse modifiche.

Una delle caratteristiche che fanno di Java uno strumento rivoluzionario è proprio il fatto che un programma scritto in questo linguaggio può essere interpretato indifferentemente su molti sistemi operativi e processori diversi senza subire modifiche. Questo porta ad un enorme risparmio di denaro nello sviluppo dei programmi, e soprattutto ad una facilitazione per gli utenti, che si troveranno di fronte sempre lo stesso programma con le medesime caratteristiche e funzionalità, qualsiasi piattaforma essi adoperino.

Un'altra importante caratteristica di Java (che in parte deriva dalla precedente) è il fatto che può essere utilizzato per realizzare programmi che funzionano attraverso una rete come Internet. Questo per due ragioni: in primo luogo perché esso è progettato appositamente per lo sviluppo di cosiddette "applicazioni distribuite". Ciò significa che un programma Java può essere costituito da più moduli, eseguiti da computer diversi, che interagiscono attraverso la rete. In secondo luogo perché un programma Java può essere interpretato da un browser Web, e dunque può esser "inserito" all'interno di una pagina Web. Queste "versioni Web" dei programmi Java si chiamano applet. Ogni volta che la pagina ospite viene richiesta dal browser, l'applet viene inviato dal server ed eseguito. In questo modo le pagine Web possono animarsi, integrare suoni in tempo reale, visualizzare video ed animazioni, presentare grafici dinamici, trasformarsi virtualmente in ogni tipo di programma interattivo, senza che l'utente debba attivamente installare alcun software o estensione.

Figura 13 - Il browser Netscape con un applet Java che simula una macchina di Turing
Figura 13 - Il browser Netscape con un applet Java che simula una macchina di Turing

Le potenzialità della tecnologia Java hanno naturalmente attirato subito una grande attenzione. Nel giro di pochi mesi World Wide Web si è popolata di applet: la maggior parte sono utilizzati per realizzare "effetti speciali" all'interno dei siti; non mancano però applicazioni didattiche e commerciali. Ma secondo alcuni esperti ed operatori del settore informatico le prospettive aperte da questo linguaggio di programmazione sono ancora più vaste. Oggi i programmi informatici sono applicazioni complicatissime e costose, che gli utenti acquistano pur utilizzando una minima parte delle loro funzionalità, e che per funzionare richiedono sempre più computer potenti, memorie vastissime e dischi capienti. Con Java invece i programmi potrebbero essere scaricati dalla rete solo quando servono, e solo nei moduli veramente necessari, con grande risparmio in risorse informatiche ed economiche. Ci troveremmo insomma di fronte ad una rivoluzione nella storia dell'informatica, pari a quelle determinata dall'introduzione del personal computer all'inizio degli anni 80: la rivoluzione del network computing.

Naturalmente non tutti sono d'accordo (in particolare gli attuali leader nel mercato del software "tradizionale" ed in quello dei processori per computer). Per il momento molte delle entusiastiche previsioni dei fautori di Java non si sono avverate, ed i personal computer con tanto di elefantiaci software ancora dominano la scena. Ma la storia dell'informatica ci ha abituato alle rivoluzioni, dunque meglio non sbilanciarsi in previsioni.

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Audio e video in tempo reale su Internet

Sappiamo che le pagine presenti su World Wide Web possono contenere immagini, suoni, animazioni, e persino video digitali. Tuttavia, di norma, un brano audio o video in formato digitale prima di essere riprodotto deve essere trasmesso tutto intero.

È come se su Internet funzionasse una specie di servizio di recapito di cassette. Solo quando la cassetta arriva a casa, è possibile infilarla nel "videoregistratore" o nella "piastra" virtuale, e vederla o sentirla. Ovviamente, addio al bello della diretta! Infatti le cassette digitali sono molto esose in fatto di spazio e spesso occorre aspettare molti decine di minuti per vedere la prima inquadratura o ascoltare le prime note. Ciò dipende dal fatto che, normalmente, un video di pochi minuti occupa diversi megabyte. Conseguentemente, l'utente che non ha la fortuna di possedere un collegamento Internet ad alta velocità, è costretto ad attendere diverse decine di minuti per vedere pochi secondi di immagini in movimento, racchiuse in una piccola finestra del suo schermo... magari per accorgersi che non ne valeva proprio la pena.

Per ovviare a questo grande limite, è stata sviluppata una tecnologia innovativa che si chiama data streaming, che potremmo tradurre come "invio di dati in flusso continuo". Lo streaming, infatti, è di un sistema che permette di inviare attraverso la rete video e suoni digitali sotto forma di un flusso continuo di bit, e non come un intero blocco di grandi dimensioni. Questo rende possibile la trasmissione di audio e video in tempo reale attraverso la rete. Insomma, una sorta di trasmissione radiotelevisiva via Internet.

Naturalmente, per avvalersi di questa tecnologia occorre essere dotati di appositi programmi. Il loro utilizzo non è però complicato. Tali programmi, infatti, si integrano completamente con il normale browser di pagine Web e funzionano in modo automatico. Se una pagina Web contiene un brano audio o video, il programma avvia la riproduzione. Nel caso di un video le immagini sono inserite in una piccola finestra sul monitor, come potete vedere nella figura.

Figura 14 - La finestra del programma Real Player
Figura 14 - La finestra del programma Real Player

D'altra parte, non mancano i lati negativi. In primo luogo, la qualità di queste trasmissioni digitali non è certo spettacolare, almeno per quello che riguarda il video. Per il momento, ci si deve accontentare di immagini racchiuse in piccole finestre, spesso soggette a blocchi o ad andamenti irregolari, accompagnate da un audio di scarsa qualità. Si tenga conto, tuttavia, che si tratta di una tecnologia assai giovane, che potrà avere un notevole sviluppo nei prossimi anni.

In secondo luogo, a differenza di quanto avviene con le normali pagine Web e con Java, esistono diversi sistemi in competizione per la distribuzione di streaming video. Ciò costringe gli utenti ad installare sul proprio computer altrettanti programmi di ricezione. Di norma tali programmi sono gratuiti e si possono reperire direttamente su Internet. Tuttavia l'operazione richiede sempre una certa cura ed un minimo di esperienza nell'uso del computer. Per questa ragione i maggiori produttori di browser hanno recentemente incluso di serie nei loro prodotti alcuni di questi programmi.

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Internet e il futuro della comunicazione

In questa dispensa abbiamo affrontato l'argomento Internet da un punto di vista tecnico, e abbiamo imparato ad utilizzare i diversi strumenti che essa ci mette a disposizione. Ma la rete, come abbiamo detto, è molto più di un semplice sistema telematico.

Internet è un vero e proprio luogo di comunicazione globale, dove milioni di utenti quotidianamente si scambiano messaggi personali e pubblici, consultano e producono informazioni, studiano e giocano, lavorano ed acquistano beni. La rete dunque sembra ereditare la funzione di tutti i mezzi di comunicazione che la hanno preceduta storicamente (talvolta anche riproducendone alcuni aspetti negativi), ma, grazie alla convergenza digitale, nel fare questo li integra tutti in un medesimo spazio informativo.

Non solo. A differenza dei tradizionali sistemi di comunicazione di massa, Internet sembra uno strumento di in grado di garantire a tutti i suoi utenti il libero accesso all'informazione e la più ampia capacità di partecipazione attiva alla comunicazione. E tutto ciò è reso possibile da una tecnologia che ha dei costi molto bassi, almeno rispetto ai costi altre tecnologie di comunicazioni di massa. Oggi la possibilità di avere un sito sul Web è quasi alla portata di chiunque (naturalmente parliamo di quei chiunque che hanno la fortuna di nascere nei paesi avanzati e che hanno la fortuna di appartenere agli strati di popolazione con un reddito medio-alto). Ci troviamo insomma di fronte ad un mezzo che ha delle potenzialità di democratizzazione dell'informazione assai vaste, e che potrebbe determinare se non una rivoluzione, almeno una profonda riforma della comunicazione sociale.

Tuttavia non dobbiamo pensare che tali desiderabili conseguenze siano un'automatica conquista della tecnologia, e che basterà attendere qualche anno e magicamente ci ritroveremo in una società migliore e più "comunicativa". Gli interessi economici e politici, le difficoltà culturali, l'ignoranza, potrebbero modificare notevolmente il senso innovativo della rete. Non vogliamo certo affermare che i soggetti economici debbano restare fuori della rete, o che i governi non debbano porsi problemi di regolamentazione del suo uso. Anzi, nel prosieguo del corso ci misureremo più volte con questi temi. Dobbiamo però ricordarci che la rete, e tutte le tecnologie che verranno nel futuro, saranno capaci di migliorare la qualità della nostra vita individuale e sociale solo se ne faremo un uso attivo e consapevole, esplorando tutte le potenzialità di comunicazione e di interazione che esse ci metteranno a disposizione.

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Esercizi

  1. Il primo esercizio che vi proponiamo in questa dispensa è alquanto particolare ma, converrete, inevitabile se vorrete porre in pratica i successivi: dovrete procurarvi un accesso ad Internet (per voi o per la vostra scuola), se non ne avete uno a disposizione. Per farlo, sia attraverso l'osservazione dei messaggi pubblicitari sia attraverso il consiglio di amici e conoscenti più esperti, cercate di stilare una lista dei provider della vostra città o della vostra provincia. Telefonate a ciascuno di essi e chiedete: i prezzi dell'abbonamento; se la navigazione è senza limiti di tempo o se invece prevede delle restrizioni e quali; il numero di abbonati già presenti; il numero di modem a disposizione; la velocità di trasmissione delle linee che sono utilizzate dal provider per collegarsi ad Internet. Il primo criterio per valutare il provider sarà la disponibilità che vi avrà mostrato l'interlocutore nel rispondere alle domande; poi sceglierete tenendo conto che il servizio sarà tanto più efficiente quanto minore è il rapporto tra il numero di utenti e quello dei modem, e tanto maggiore è la velocità di trasmissione delle linee di accesso alla rete.
  2. Provate a cercare una lista di discussione sul vostro gruppo musicale preferito, usando il motore di ricerca di Liszt. Una volta individuate le informazioni necessarie, iscrivetevi e provate a inviare un messaggio, tenendo presenti i coniglio di comportamento che via abbiamo descritto.
  3. Cercate nell'elenco dei newsgroup la gerarchia it. Individuate tre newsgroup uno di argomento culturale, uno di argomento sportivo e uno di argomento politico. Osservate per un periodo di 15 giorni la discussione annotando:
    • i temi di discussione
    • i temi che hanno generato il maggior numero di messaggi
    • il tipo di linguaggio utilizzato dai partecipanti
    • le eventuali flame war che si verificano
  4. Usando i vari strumenti di ricerca che la rete vi mette a disposizione, e facendo la scelta opportuna in base ai consigli che vi abbiamo dato, cercate i seguenti siti:
    • il sito della Casa Bianca di Washington
    • il sito della Camera dei Deputati
    • il sito della Biblioteca Nazionale di Francia
    • il sito ufficiale dell'ultimo episodio della saga di Guerre Stellari
    • il sito del Museo degli Uffizi di Firenze
    • il sito della rivista elettronica di narrativa fantascientifica Delos
    • il testo del "Saggio sull'Intelletto Umano" del filosofo inglese John Locke
  5. Sottoponete a tutti i motori di ricerca che vi abbiamo elencato la stringa di ricerca "Dante Alighieri". Una volta avuti risultati, analizzateli per confrontare l'efficacia dei vari motori. In particolare osservate i seguenti parametri:
    • numero di pagine trovate
    • quante tra le prima cinque pagine siano effettivamente congruenti con il tema di ricerca
    • la media di risposte congruenti nelle prime trenta pagine elencate
    • la presenza di un pagina che riterreste importante sul tema in una posizione superiore alla decima
  6. Dopo aver studiato la documentazione riguardante il linguaggio HTML sul CDROM, provate a realizzare una vostra home page personale.

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Alcuni riferimenti bibliografici

  • Berretti, A., Zambardino, V., Internet. Avviso ai naviganti, Donzelli, Roma 1996
  • Calvo, M., Ciotti, F., Roncaglia, G., Zela, M., Internet 2000. Introduzione all'uso della rete, Laterza, Roma-Bari 1999
  • De Carli, L., Internet. Memoria e oblio, Bollati Boringhieri, Torino 1997
  • Epifani, S., Internet per chi scrive, Jackson Libri, Milano 1996
  • Gaffin, A., Guida a Internet della Electronic Frontier Foundation - Edizione italiana a cura di Liber Liber, Internet. Web: http://www.liberliber.it Esci da MediaMente, 1995
  • Gilster, P., Digital Literacy, Wiley, New York 1997
  • Kraynak, J., Internet, Jackson Libri, Milano 1999
  • Metitieri, F., Ridi, R., Ricerche bibliografiche in Internet. Strumenti e strategie di ricerca, OPAC e biblioteche virtuali, Apogeo, Milano 1998
  • Pantò, E., Petrucco, C., Internet per la didattica, Apogeo, Milano 1998
  • Petrucco, C., Introduzione all'informatica e alla navigazione in Internet, CEDAM, Bologna 1999
  • Rheingold, H., Comunità virtuali, Sperling & Kupfer, Milano 1994
  • Staglianò, R., Circo Internet, Feltrinelli, Milano 1997
  • Stoll, C., Miracoli Virtuali. Le false promesse di Internet e delle autostrade dell'informazione, Garzanti, Milano 1996
  • Turkle, S., La vita sullo schermo, Apogeo, Milano 1997

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