Ma la frattura non è solo digitale
di Eleonora Giordani
Si sente eccome il divario digitale qui al Global Forum, quando
si inizia a parlare delle realizzazioni concrete dei programmi di
governo elettronico. Si sente nell'ottimismo di Raffaele Cananzi,
sottosegretario di Stato alla Funzione pubblica, che avverte ormai
vicinissima la generale alfabetizzazione informatica delle nazioni
più sviluppate; si sente nelle dichiarazioni vagamente arroganti
del rappresentante del Gartner Group, secondo cui il "digital
divide è quello di coloro che non vogliono avere accesso
alla tecnologia, che non vogliono mettere la loro impronta digitale
sui microchip".
E si sente soprattutto quando a parlare è il vice Primo
ministro di Bielorussia, Michail Demciuk, che racconta la strada
in salita del suo paese verso l'e-government in un intervento pieno
di orgoglio e dignità, dove emerge soprattutto il concetto
di "momento di transizione verso la democrazia".
La Bielorussia partecipa per la prima volta al Global Forum e dichiara
di sentire come un'esigenza prioritaria quella del progresso tecnologico
del paese. Per questo sono stati avviati diversi programmi governativi
per creare infrastrutture a più livelli. E grazie alla cooperazione
internazionale questo è diventato uno dei paesi più
sviluppati dell'ex Unione Sovietica. Il programma Onu di cooperazione
allo sviluppo ha permesso il cablaggio di tutto il territorio nazionale,
mentre la Borsa europea di ricostruzione ha garantito la riqualificazione
delle strutture. I ministeri sono online ma l'accesso ad Internet
ancora raggiunge una fette troppo bassa di popolazione. L'obiettivo
è ora quello di potenziare i corsi di formazione e di sfruttare
le potenzialità della Rete in tutti i settori della vita
pubblica, dalle amministrazioni, al commercio, all'istruzione, al
tempo libero.
Tutti problemi risolti nei paesi come il nostro? Massimo Paci,
presidente dell'Inps, mette un bemolle: "noi disponiamo oggi
di servizi ai cittadini in Rete piuttosto avanzati, ma ci sono ancora
fratture sociali notevoli nei paesi europei nell'accesso alle strutture
informatiche e riguardano l'estrazione sociale, il sesso, l'età,
la nazionalità, il fatto di essere portatori di handicap".
A questo proposito, sono da segnalare due iniziative dell'Istituto
italiano per la previdenza sociale: un sito web appositamente concepito
per i disabili, che permette collegamenti tramite periferiche alternative
(schermi sonori, tastiera braille) o sistemi per chi ha handicap
fisici. E una parte del sito "normale" che si occupa della
gestione previdenziale degli immigrati extraeuropei. Il servizio
è in quattro lingue: inglese, francese, spagnolo e arabo
(cui si aggiungono polacco, tedesco e russo nella versione call-center).
E per restare in tema di spaccatura sociale e non solo tecnologica,
anche nei paesi più avanzati, una piccola nota polemica:
tra i panelist del pomeriggio figurava una sola donna. E' Lucienne
Robillard, del Ministero del Tesoro canadese, che ha portato al
dibattito una ventata di calore, sottolineando l'importanza del
confronto "umano" e tra le varie esperienze dei paesi
presenti a questo Global Forum. Il Canada è tra i paesi più
connessi al mondo, oltre il 65 per cento dei cittadini utilizzano
Internet per 5 ore al giorno in media. L'obiettivo dello Stato è
di fornire ai propri cittadini entro il 2004 un vero e proprio "governo
in diretta", per avere accesso ai servizi cui hanno diritto
24 ore al giorno, 7 giorni su 7, nella lingua ufficiale di loro
scelta, da qualsiasi punto del globo. Un'evoluzione che deve partire
anche da un nuovo modo di concepire la politica, la trasparenza
e la democrazia.
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