Formazione e interfacce agili: il contributo di Cisco all'e-government
di Eleonora Giordani
Aziende e scuola pubblica alleati per aiutare il sistema paese ad
entrare in Rete. E' questo secondo Stefano Venturi, vice presidente
di Cisco Systems, uno dei contributi fondamentali che possono venire
dal settore privato per lo sviluppo e l'implementazione dell'e-government.
Secondo i calcoli più recenti relativi allo skill shortage, solo in
Italia mancheranno nel 2003 circa 60 mila esperti del settore
informatico. "Bisogna coinvolgere la scuola nella formazione
dei professionisti del futuro" ha affermato Venturi. "Per
questo Cisco ha messo a punto il programma Network Academy, un corso
di formazione di 280 ore alla fine del quale viene rilasciata la
certificazione di 'Esperto di Rete', che è quella richiesta dal
mercato'.
La Network Academy consiste in un doppio kit di formazione in
e-learning: uno per gli studenti, per acquisire competenze
professionali nell'uso delle Itc e l'altro per gli insegnanti, per
imparare il modo giusto di insegnare ai ragazzi queste discipline.
Sono attualemnte 108 le scuoole che erogano questo tipo di corsi
e Cisco prevede che saliranno a 200 entro la fine di luglio e a
mille nel 2003. "Se si considera che ogni anno ogni scuola
rilascia circa 40 diplomi, fra due anni avremo contribuito a formare
almeno 40 mila esperti", conclude Venturi.
Ma la proposta di Cisco per il governo elettronico riguarda anche
le strategie informatiche da seguire per l'ammodernamento dei
servizi al cittadino.
La grande opportunità offerta dalle nuove tecnologe alla
pubblica amministrazione è quella di aprire le informazioni in
Rete, direttamente agli utenti. Si passa da un sistema in cui una
persona allo sportello elargisce delle notizie, spesso frammentarie,
ad uno in cui vengono offerti gli strumenti per affiancare il
cittadino nello svolgimento attivo di compiti specifici, come per
esempio pagare le tasse. Il personale della pubblica amministrazione
deve trasformarsi in consulente. Per arrivare a questo, spiega
ancora Venturi, ci vuole tutto un lavoro interno alle
amministrazioni, di revisione dei processi oltre che un grande
sforzo tecnologico. "Non bisogna creare siti web a se stanti,
che sono un doppione di quanto avviene dietro le quinte. Piuttosto,
si devono collegare i servizi al cittadino sulla medesima
piattaforma creata da tool all'interno della PA ed utilizzata dai
dipendenti".
Insomma, un'unica interfaccia per governi e cittadini: più
economica e con un elevatissimo valore aggiunto.
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