Speciale Global Forum

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Un sipario di pietre cala sul Forum

Aspettando il contro Global

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Il ruolo del servizio pubblico tra convergenza digitale e e-government

Ma la frattura non è solo digitale

L'e-government piace alle imprese

Formazione e interfacce agili: il contributo di Cisco all'e-government

A che punto è l'e-Italia?

C'è del web in Danimarca

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"L'e-government è la giusta strada per una corretta globalizzazione"

Come utilizzare le tecniche informatiche per il governo?

"Qui ci vogliamo tutti bene"

Banca Mondiale: "l'e-government potrà aiutare i paesi in via di sviluppo"

L'e-government come occasione per reinventare il governo

Mercoledi' 14:

Bassanini: "Dall'Italia un esempio per il nuovo Rinascimento digitale"

E-government, il sud del mondo a Napoli per imparare che cos'è

In Rete, il Global Forum è doppio

Napoli non è Davos

Interviste d'archivio


Come utilizzare le tecniche informatiche per il governo?

Per i governi di tutto il mondo devono le problematiche maggiori sono le stesse: l'accesso e l' alfabetizzazione informatica

di Wanda Marra

Un tavolo multi-razziale sul palcoscenico dell'elegante e composto Teatro San Carlo sembra il miglior biglietto da visita per la sessione plenaria di introduzione al Global Forum, coordinata da Vincenzo Vita, Sottosegretario del ministero delle Comunicazioni. Dalle prime battute dei partecipanti emerge chiaramente quello che appare essere il punto di forza di questo vertice internazionale: il confronto tra esperienze e culture diversissime, sul piano non solo teorico e programmatico, ma anche su quello delle azioni in corso, dei programmi in via di realizzazione.

Di "opportunità digitale" in opposizione a "barriera digitale" parla Yoshio Utsumi, Segretario generale dell'Unione Internazionale per le Telecomunicazioni (Itu). Se le nuove tecnologie, infatti, possono senza dubbio accrescere la disuguaglianza e l'ingiustizia sociale, sono anche uno strumento per abbatterle. I primi mezzi da mettere in campo sono tecnici: prima di tutto fornire servizi telefonici a tutti, estendere le tecnologie della comunicazione e dell'informatica. D'altra parte, il problema dell'accesso è al centro degli interventi dei rappresentanti dei vari Paesi. L'accesso si prefigura sempre di più come lo strumento imprescindibile per la partecipazione sociale, democratica, culturale.

La questione che pone Michel Sapin, il ministro francese per la Funzione Pubblica e la Riforma dello Stato, è però un' altra: "Le nuove tecnologie permettono di rafforzare o indeboliscono il governo?". E risponde attraverso una serie di dualismi, espressioni di una dialettica continua: grazie a Internet e alle nuove tecnologie cresce il potere dei cittadini, ma anche la capacità del governo di adattarsi, si accrescono uguaglianze e disuguaglianze, omologazione e differenze. La metafora è efficace: "In tutto il mondo usiamo lo stesso mouse, lo stesso click, per cliccare sugli stessi tasti".

C'è chi fa filosofia e chi porta esempi concreti. Non si possono non ascoltare le parole del vice-ministro cinese per la Supervisione, Cheng Changzi, in rappresentanza di un gigante informatico contraddittorio come la Cina. Il ministro evidenzia il fatto che "tutti i governi del mondo devono affrontare le stesse problematiche: come utilizzare le tecniche informatiche per il governo?". Il piano cinese per l'e-government, almeno nelle intenzioni, non trascura nulla e sembra delinearsi come un programma di gestione e di controllo dall'alto: mentre 62 servizi (tra i quali, per esempio, la dichiarazione dei redditi) sono disponibili online, si sta lavorando all'informatizzazione dei sistemi doganali, alla costruzione di sistemi di controllo per le transazioni online e per la "trasparenza" nel lavoro (che si traduce anche nella sorveglianza degli impiegati), alla creazione di siti web per tutti i livelli governativi (province, città, comuni).

Mentre il ministro cinese conclude: "Nel mondo odierno il digitale divide si acuisce e non si restringe", anche Graham Stringer, Segretario parlamentare dell'Ufficio del Gabinetto del Regno Unito, ribadisce che i primi obiettivi da raggiungere sono l'uguaglianza dell'accesso e l'alfabetizzazione informatica: secondo il programma del governo Blair, entro il 2001 tutti i cittadini dovrebbero avere la possibilità di essere online.

Il confronto è iniziato: se sarà reale, e porterà dei frutti, lo vedremo nei prossimi giorni.

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