Speciale Global Forum

Sabato 17:

Un sipario di pietre cala sul Forum

Aspettando il contro Global

Venerdi' 16:

Il ruolo del servizio pubblico tra convergenza digitale e e-government

Ma la frattura non è solo digitale

L'e-government piace alle imprese

Formazione e interfacce agili: il contributo di Cisco all'e-government

A che punto è l'e-Italia?

C'è del web in Danimarca

Giovedi' 15:

Navigando in radio

"L'e-government è la giusta strada per una corretta globalizzazione"

Come utilizzare le tecniche informatiche per il governo?

"Qui ci vogliamo tutti bene"

Banca Mondiale: "l'e-government potrà aiutare i paesi in via di sviluppo"

L'e-government come occasione per reinventare il governo

Mercoledi' 14:

Bassanini: "Dall'Italia un esempio per il nuovo Rinascimento digitale"

E-government, il sud del mondo a Napoli per imparare che cos'è

In Rete, il Global Forum è doppio

Napoli non è Davos

Interviste d'archivio


E-government, il sud del mondo a Napoli per imparare che cos'è

Di Mario Ferrari

Non è ancora cominciato ufficialmente il terzo forum sull'e-government, ma già a Napoli si è cominciato a parlare di digital device, democrazia elettronica e nuove frontiere della politica digitale.

Ieri hanno, infatti, preso inizio una serie di seminari, la parte forse meno appariscente di questo forum, ma senz'altro la più concreta e che forse proprio per questo evita le luci della ribalta e della polemica. Quattro seminari, dei ventuno previsti fino a domani, nei quali era forte la presenza di delegati dei paesi del cosiddetto "terzo mondo", a cui è diretto in massima parte questo terzo Global Forum.

Imparare a collegarsi ad Internet anche senza infrastrutture di tipo terrestre (satellite), ambasciate virtuali, requisiti morali prima ancora che logistici per un e-government efficace, esempi concreti che provengono dal nord del mondo: di questo si è parlato in questi primi seminari di ieri. Il primo, molto tecnico, dal titolo "la realizzazione dell'e-government" si è basato sulle conoscenze, le qualifiche e le infrastrutture necessarie per arrivare ad offrire servizi telematici e garantire a tutti l'accesso alle reti della pubblica amministrazione.

Più politico il secondo, "Le strategie e le priorità dell'e-government nei paesi in via di sviluppo" che ha puntato l'accento sulle qualità morali, prima ancora che tecniche, necessarie per questo salto tecnologico nel mondo della pubblica amministrazione: si è parlato quindi di trasparenza, di responsabilità ed efficienza come di requisiti fondamentali per questa rivoluzione per il momento solo annunciata. Infine, "Collaborazioni tra il settore pubblico e privato", dove sono stati presentati alcuni esempi concreti come la carta elettronica di Venezia che permette anche ai turisti di effettuare pagamenti e accedere ai servizi on line. Tutto questo per rimarcare ancora una volta che nell'epoca dell'e-government molte barriere tra pubblico e privato sono destinate a cadere; in realtà, è sempre più spesso lo stato che si pone come azienda privata, con vere e proprie strategie di marketing e delegando ai privati la concreta realizzazione dei servizi offerti.

Forti contraddizioni, dunque, tra una globalizzazione "buona", che mette al suo centro i paesi del sud del mondo, e una, almeno a sentire i contestatori, "cattiva", dove a globalizzarsi sono solo i profitti delle solite multinazionali e dei grandi colossi delle telecomunicazioni alle spalle dei paesi più poveri. I seminari proseguono oggi e domani, incentrandosi sul territorio (cartografia elettronica), sul patrimonio artistico e sui problemi legati agli enormi flussi di dati che la digitalizzazione prevede. Nell'attesa che cominci il forum, una considerazione: una volta tanto, l'Italia ha qualcosa da insegnare agli altri paesi, e non solo a quelli del sud. Il nostro paese, infatti, risulta all'avanguardia nelle applicazioni di e-government, dal fisco on line alle prime concrete sperimentazioni di carte d'identità elettronica.

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