Speciale Global Forum

Sabato 17:

Un sipario di pietre cala sul Forum

Aspettando il contro Global

Venerdi' 16:

Il ruolo del servizio pubblico tra convergenza digitale e e-government

Ma la frattura non è solo digitale

L'e-government piace alle imprese

Formazione e interfacce agili: il contributo di Cisco all'e-government

A che punto è l'e-Italia?

C'è del web in Danimarca

Giovedi' 15:

Navigando in radio

"L'e-government è la giusta strada per una corretta globalizzazione"

Come utilizzare le tecniche informatiche per il governo?

"Qui ci vogliamo tutti bene"

Banca Mondiale: "l'e-government potrà aiutare i paesi in via di sviluppo"

L'e-government come occasione per reinventare il governo

Mercoledi' 14:

Bassanini: "Dall'Italia un esempio per il nuovo Rinascimento digitale"

E-government, il sud del mondo a Napoli per imparare che cos'è

In Rete, il Global Forum è doppio

Napoli non è Davos

Interviste d'archivio


"Qui ci vogliamo tutti bene"

Street parade, tra festa e protesta. E Napoli diventa come Seattle

di Mario Ferrari

Comincia il forum, comincia la contestazione. Tremila secondo la questura, cinquemila secondo gli organizzatori, sono scesi in piazza, a pochi metri dai luoghi ufficiali del global forum, per protestare contro "lo strapotere delle multinazionali dell'informazione". 

Cominciamo con la cronaca: gli incidenti tanto temuti alla vigilia non ci sono stati. Imponente lo spiegamento delle forze dell'ordine che, tra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, hanno strettamente pattugliato il percorso del corteo. Solo qualche attimo di tensione, quando una pattuglia dei carabinieri è sfrecciata a tutta velocità tra la folla rischiando di investire alcuni manifestanti, provocando la reazione di qualche testa calda. "Ci stanno intimidendo" Stefania, mano nella mano del suo fidanzato, è spaventata. "Migliaia di poliziotti come se fossimo dei criminali. Non hanno capito che qua ci vogliamo tutti bene". Per il resto, la manifestazione è stata una vera e propria festa, tra carri allegorici (dove, per esempio, l'Ocse era raffigurata come un ragno nero), tamorre e potenti altoparlanti che pompavano musica a tutto volume. 

La sinistra napoletana è scesa in piazza per protestare contro il terzo forum sull'e-government, e soprattutto contro tutto quello che esso rappresenta: una società, ci spiega Marcello, uno degli organizzatori della manifestazione, "dove globalizzare significa concentrare nelle mani di pochi soggetti (Ocse, Banca Mondiale, le solite multinazionali) il controllo dei momenti decisionali che appartengono ai popoli". Non credono neanche al patrocinio dell'Onu, né tantomeno che la presenza dei delegati di numerosi paesi del terzo mondo sia un segnale di reale interessamento ai loro problemi: "non è così: basti pensare che la maggior parte delle delegazioni è composta dai rappresentanti delle multinazionali. Chi ha delegato i delegati?" Ma allora, queste nuove tecnologie sono davvero pericolose per la democrazia? "Più che di pericoli, io parlerei di opportunità".

 Francesco, che del movimento è un po' l'anima teorica, è stanco dopo una giornata intensa, fatta di trattative con le forze dell'ordine, comunicati ai giornali e lunghe discussioni con le altre anime della manifestazione. Stanco, ma visibilmente felice per la buona riuscita dello "Street Parade" "Noi non siamo contro l'innovazione tecnologica, tutt'altro. Siamo stati i primi ad usare le Reti, ai bei vecchi tempi delle Bbs, crediamo fortemente nell'uso di Internet per l'attivismo politico: basti pensare all'Esercito zapatista di liberazione nazionale, o l'utilizzo che se ne è fatto da Seattle in poi per l'organizzazione della protesta. Siamo a favore del Free Software, dell'open source, perciò stiamo manifestando stasera. Fino a quando la Rete sarà controllata da Microsoft non sarà possibile parlare di libertà: le multinazionali hanno sostituito all'anarchico net-surfing il più sicuro net-ferryng, attraverso il quale l'utente viene diretto verso i lidi dorati dell'e-commerce". Analoghe perplessità nei confronti dell'e-government: "ancora una volta, bisogna parlare di rischi e di opportunità: l'opportunità è molto grande, ma non in questo contesto politico. Il rischio è che ci sia un potere della domanda, ma non della risposta. Mi spiego meglio: chi decide quali sono i temi all'ordine del giorno? Cosa realmente chiedere ai governi? Si corre il rischio di un plebiscitarismo on line, per non parlare delle carte d'identità elettroniche che saranno al tempo stesso carta di credito e strumento di controllo sociale".

 Altre manifestazioni di protesta sono previste fino a sabato, dove un altro corteo si snoderà per le strade di Napoli, questa volta con la partecipazione anche dei disoccupati organizzati, mentre oggi è in programma un Net-strike, ossia un "blocco telematico" al sito di Fineco, uno dei simboli della finanza italiana e mondiale. Due treni di manifestanti sono in arrivo da Milano e da Palermo, proprio mentre finalmente il forum è ufficialmente cominciato. Da ieri, Seattle è all'ombra del Vesuvio.

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