Napoli non è Davos
Da mercoledì a sabato per raccontare il futuro
della democrazia elettronica
di Eleonora Giordani
E-government, governo elettronico: una formula che si presta a
due opposte interpretazioni. Da una parte quella positiva e
ottimista, dove prosperano la carta d'identità elettronica e la
firma digitale, dove l'informatizzazione di tutti i servizi pubblici
accelera e semplifica le procedure amministrative, ci libera dalla
burocrazia e permette un rapporto più rapido e trasparente tra i
cittadini e le istituzioni. Dall'altra quella più critica e
diffidente, che mette in guardia da scenari orwelliani in cui la
massa dei cittadini inermi è schedata e controllata da un Grande
Fratello pronto a manipolare a suo piacimento i destini del mondo.
Qual è l'impatto delle nuove tecnologie dell'informazione e di
Internet sulla "governance", cioè su tutto l'insieme dei
fattori che garantiscono l'amministrazione ottimale e la crescita di
un paese? Qual è il modo giusto di utilizzare le Itc e come evitare
che i paesi più poveri e le categorie sociali più deboli rimangano
indietro nello sfruttamento del sapere tecnologico? Di questo si
discuterà a Napoli, nella settimana dal 12 al 17 marzo, nel corso
del Terzo Global
Forum organizzato dal Governo Italiano e dedicato all'e-government
come strumento di democrazia e di sviluppo. E come sempre quando si
tengono riunioni istituzionali su scala mondiale, non mancheranno le
voci antagoniste del movimento antiglobalizzazione.
Conferenze, workshop, seminari e contro-manifestazioni:
MediaMente seguirà con attenzione tutto l'evento, dedicandogli in
diretta tv da Napoli una puntata della sua edizione settimanale
(mercoledì 14 marzo, ore 24:20, Rai Tre) e una serie di
approfondimenti sul nostro sito.
Si annuncia una partecipazione internazionale straordinaria, con
la presenza di 120 paesi Onu, una ventina di organizzazioni
internazionali e altrettante organizzazioni non governative, 180
relatori provenienti da tutto il mondo. Alla prima edizione del
Global Forum a Washington, nel '99, parteciparono 46 Stati, mentre
l'anno scorso a Brasilia ce n'erano circa 70. "Una risposta che
ci riempie di orgoglio, soprattutto perché potremo contare su
un'elevata percentuale di delegazioni provenienti da paesi in via di
sviluppo" afferma Vincenzo Schioppa, consigliere diplomatico
del ministero della Funzione pubblica e project leader della
conferenza, che prosegue: "l'interesse di tutte queste nazioni
è dovuto al fatto che i temi discussi saranno analizzati con una
particolare attenzione rivolta a due problematiche orizzontali,
ovvero le donne e le pari opportunità nella società
dell'informazione e la riduzione del digital divide. Ma
l'originalità dell'evento di Napoli è anche un'altra: accanto alla
conferenza ci sono delle iniziative concrete per colmare il fossato
digitale. Si tratta di 21 seminari di formazione sui problemi e le
opportunità dell'e-democracy destinati ad alti dirigenti dei paesi
in via di sviluppo".
Si va dalle strategie e le priorità dell'e-government nei Pvs,
alla conservazione digitale del patrimonio culturale, all'uso di
sistemi integrati per il controllo, la pianificazione e la gestione
del territorio come l'aerofotogrammetria e il tele-rilevamento, ai
principali livelli applicativi della cosiddetta e-Health (sanità
elettronica). Questi corsi
di aggiornamento, trasmessi in videostreaming, sono concepiti
come momento di condivisione delle esperienze più significative
realizzate nel settore. Gli speaker infatti sono esperti italiani ma
anche di paesi come il Brasile e l'Egitto, che hanno sviluppato
sistemi avanzatissimi di servizi in Rete per i cittadini. A tale
proposito, sul sito del Global Forum si trovano i link
ai programmi di governo elettronico nel mondo.
"Ciò che è iniziato 15 anni fa come una serie di
iniziative sporadiche in poche nazioni è ora un fenomeno
internazionale volto a soddisfare sempre di più le esigenze dei
nostri cittadini" ha scritto Al Gore in una lettera al ministro
della Funzione pubblica Franco Bassanini, salutando i partecipanti
alla manifestazione di Napoli e ricordando che in tutti i continenti
sono già 67 i paesi che hanno avviato l'adozione operativa dei
principi del governo elettronico, per fornire servizi online 24 ore
al giorno, 7 giorni alla settimana.
La strada verso la perfetta democrazia digitale è dunque
spianata? "La questione è un po' più complessa" ammette
Schioppa: "l'e-government sarà discusso anche in maniera
critica, sotto il profilo della privacy, della validazione
elettronica dei documenti, della comunicazione e della democrazia
on-line e gli interrogativi che vengono dal movimento
antiglobalizzazione sono importanti. Per questo noi siamo aperti al
dialogo con i rappresentanti dei gruppi di contestazione che saranno
presenti durante il Global Forum. Già li abbiamo incontrati in una
riunione all'Università di Napoli e siamo rimasti d'accordo che
alcuni di loro interverranno ai nostri dibattiti mentre degli
speaker istituzionali parleranno al loro evento. Inoltre tutti i
lavori della conferenza verranno trasmessi online, con un
collegamento diretto a disposizione del Contro-global".
Insomma, Napoli non è Davos e la priorità non è quella di
presentare ricette di strategie economiche planetarie. Qui si tratta
di confrontarsi e di stabilire a quali condizioni le tecnologie
dell'informazione e Internet applicate all'amministrazione possono
essere strumento di progresso civile, economico e sociale e come i
Paesi possano e debbano utilizzarle correttamente per la crescita e
lo sviluppo dei popoli.
"Tutti gli atti del Global Forum saranno raccolti in un
cd-rom e diffusi, ma il nostro più grande successo - conclude
Schioppa - sarà quello di poter includere nelle conclusioni della
conferenza delle indicazioni per il lavoro del G8, che si riunirà a
Genova a luglio prossimo. Dimostrando che un uso appropriato delle
Itc sta aiutando molti paesi a combattere il sottosviluppo".
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