Speciale Global Forum

Sabato 17:

Un sipario di pietre cala sul Forum

Aspettando il contro Global

Venerdi' 16:

Il ruolo del servizio pubblico tra convergenza digitale e e-government

Ma la frattura non è solo digitale

L'e-government piace alle imprese

Formazione e interfacce agili: il contributo di Cisco all'e-government

A che punto è l'e-Italia?

C'è del web in Danimarca

Giovedi' 15:

Navigando in radio

"L'e-government è la giusta strada per una corretta globalizzazione"

Come utilizzare le tecniche informatiche per il governo?

"Qui ci vogliamo tutti bene"

Banca Mondiale: "l'e-government potrà aiutare i paesi in via di sviluppo"

L'e-government come occasione per reinventare il governo

Mercoledi' 14:

Bassanini: "Dall'Italia un esempio per il nuovo Rinascimento digitale"

E-government, il sud del mondo a Napoli per imparare che cos'è

In Rete, il Global Forum è doppio

Napoli non è Davos

Interviste d'archivio


"L'e-government è la giusta strada per una corretta globalizzazione"

La strategia Onu per l'e-government secondo Nitin Desai, Sottosegretario Generale del Dipartimento di Economia e Affari Sociali delle Nazioni Unite

di Rossella Romano

Quali sono le applicazioni dell'e-government?

 Sappiamo che il governo esiste per fornire servizi ai cittadini. L'e-government sostanzialmente utilizza le nuove tecnologie, ed in particolare la rete Internet, per migliorare le funzioni dello Stato. Facciamo un esempio: per richiedere la patente o la carta di identità, un cittadino deve rivolgersi allo Stato. L'e-government permette di usufruire di questi servizi senza essere costretti a passare da un ufficio all'altro. Ma questo è solo un aspetto. Molto più importante, è il fatto che l'e-government sia in grado di concretizzare la democrazia perché consente alle persone di organizzarsi e confrontarsi, divenendo in qualche modo una forza molto più potente.

In che modo le tecnologie dell'informazione ed Internet applicate all'amministrazione possono essere strumento di progresso civile, economico e sociale per la crescita e lo sviluppo dei popoli?

 L'e-government può amplificare la loro voce, la voce dei deboli: Internet ha il grande potere di mobilitare l'opinione pubblica. In più d'una circostanza, i cittadini hanno potuto influenzare le azioni dei governi perché si sono organizzati attraverso la Rete. Ma prendiamo il caso dell'India: io sono di Gujarat, la città colpita dal terribile terremoto nel gennaio scorso: in quella circostanza, la potenza di Internet ha consentito di sapere, nell'arco di 24 ore, cosa era successo in ogni singolo villaggio dell'area colpita. Inoltre, ci ha aiutato ad organizzarci in modo da contribuire alla ricostruzione: sono bastati pochi click per spedire soldi. Questo è solo un esempio: più in generale, l'e-government può aiutare i cittadini a partecipare in maniera più efficace e diretta ai processi di governo.

L'e-government può garantire un corretto sviluppo del processo di globalizzazione?

 Rispetto alle problematiche poste dalla globalizzazione, dobbiamo distinguere i rischi dell'e-government dai rischi della globalizzazione. Secondo il mio punto di vista, l'e-government è uno strumento che dà più potere ai cittadini, mentre la globalizzazione è un fenomeno molto più complesso perché esiste effettivamente il rischio di favorire i Paesi già ricchi o le aziende già affermate. Ciò che dobbiamo fare in questi giorni a Napoli è indirizzare l'attenzione verso coloro che sono rimasti indietro e che ancora subiscono profondi conflitti sociali: l'e-government può essere lo strumento per orientare il processo di globalizzazione verso la direzione giusta.

Come pensate di affrontare il problema della "barriera digitale"? 

La "barriera digitale" è principalmente la differenza che sta emergendo tra paesi ricchi e paesi poveri rispetto all'accesso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, anche se esiste una barriera all'interno dei singoli paesi, ad esempio tra uomini e donne o tra ricchi e poveri. Ma l'attenzione delle Nazioni Unite sulla "digital divide" deve avere una ricaduta a livello globale. Computer, comunicazione e sviluppo dei contenuti sono i tre aspetti che devono essere affrontati per colmare la barriera digitale. Bisogna far in modo che i paesi in via di sviluppo abbiano le infrastrutture e le conoscenze necessarie per avviare l'alfabetizzazione informatica, i processi di comunicazione e la formazione dei contenuti in maniera autonoma rispetto ai paesi più avanzati. Nessuno di questi aspetti deve essere trascurato, altrimenti falliremmo comunque il nostro obiettivo perché favoriremmo uno sviluppo diseguale. Anche se i paesi del Terzo Mondo avranno l'accesso ad Internet, c'è il rischio che i contenuti verranno ancora da una sola parte, ovvero dai paesi ricchi. Quando parliamo di barriera digitale, quindi, dobbiamo riferirci a questi tre aspetti fondamentali e i paesi ricchi hanno la responsabilità di creare le condizioni necessarie perché ciò avvenga.

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