Il lato oscuro della Rete

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Viaggio nei bassifondi di Internet

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Storia di una censura

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Semenzato: "Non colpiamo i provider"

Intervista al senatore dei Verdi che ha avanzato una proposta di riforma della legge 296 del 1998 contro lo sfruttamento sessuale dei minori

Stefano Semenzato è il senatore dei Verdi che sta portando avanti un'ipotesi di correzione della legge 296 del 1998 ("Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù") che tuteli la libertà su Internet.

Senatore, qual è il cambiamento che vuole introdurre all'interno della legge sulla pedofilia?

La legge in vigore prevede una sorta di responsabilità oggettiva. La registrazione della comparsa sulla Rete di notizie o immagini che violano la legge esistente comporta delle sanzioni verso il provider, cioè verso colui che le ha messe in rete. Ma ognuno di questi server smista ogni giorno milioni di informazioni, sulle quali non è possibile una forma di intervento preventivo. Riscontrare una violazione senza che ci sia stata intenzionalità, dolo, significa costringere o a colpire degli innocenti oppure a fare delle azioni preventive, che alla fine limitano moltissimo la possibilità di trasmettere informazioni, la democrazia, la libertà, tutti presupposti di Internet. Ecco perché credo che la legge vada cambiata sotto questo aspetto, colpendo soltanto quando c'è l'intenzione di fare un reato e non quando c'è un riscontro oggettivo di reati compiuti da altri: il server provider trasmette semplicemente delle informazioni da un primo soggetto all'utente finale.

Come si può conciliare nella Rete l'istanza di libertà con quella di protezione e, quindi, in un qualche modo, di censura?

"Io credo che nel caso della pedofilia questo nodo vada risolto nel rapporto tra genitore e bambino. Secondo me in un sistema informativo diffuso come quello di Internet la circolazione delle informazioni deve essere libera. Invece vi è un problema di responsabilità dei genitori rispetto ai figli: i bambini non possono essere semplicemente affacciati sulla finestra di Internet in maniera libera. Esistono oggi programmi filtro, che è responsabilità dei genitori attivare. Si tratta di trovare anche nuovi incentivi, nuove regolamentazioni, nuove forze da parte del legislatore, perché questo salvaguarderebbe sia la libertà in Internet, sia la possibilità di un controllo e di una tutela dei minori, che è doverosa.