"Abbiamo fatto bene a oscurare quelle
pagine"
Mariella Gramaglia, assessore alle Reti civiche del Comune di
Roma , si difende dalle accuse di censura
Abbiamo chiesto a Mariella Gramaglia, assessore alle Reti civiche
del Comune di Roma, le motivazioni che sono alla base
dell'oscuramento dei siti AvAna Net e The Thing Roma.
"Noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei
cittadini: siamo il sito pubblico più visitato d'Italia, abbiamo
dieci milioni di contatti al mese; in particolare abbiamo circa
cento scuole che lavorano nella nostra Rete civica e stiamo
attivando proprio in questo periodo un concorso di progetti
educativi fra i ragazzi di tutto il mondo. Il nostro sito Internet
è fortemente legato alla comunità educativa: ai giovani, agli
educatori, alle famiglie. E dunque per noi è una preoccupazione
grave avere tra le associazioni della Rete civica alcune che
ritengono naturale mettere in Rete delle pagine in cui ci sono delle
affermazioni filo-pedofile o delle immagini erotiche molto pesanti.
Tutto questo probabilmente non è reato, e comunque non sta a me
dire se è reato. A noi, Comune di Roma, spetta dire che queste
posizioni non sono omogenee alla missione di una Rete civica, legata
ai principi dello statuto comunale. Abbiamo fatto firmare alle
associazioni che partecipano alla Rete civica un protocollo
d'intesa, che le impegna al rispetto del pieno sviluppo della
persona umana; noi crediamo che nel pieno sviluppo della persona
umana ci sia anche il rispetto della crescita dei bambini e della
loro autonoma ricerca di una identità sessuale. Abbiamo il diritto
e il dovere di garantire alle mamme, ai papà, ai maestri, la
possibilità per i ragazzi di navigare nella nostra Rete civica
crescendo serenamente, senza imbattersi in alcun pericolo.
Dopodiché io capisco benissimo che esiste la libertà di fare
sperimentazione culturale. È normale che le associazioni che
vogliono fare dell'avanguardia culturale possano farlo. È vero
però che il web è immenso e adesso avere uno spazio sul web non è
più, come nel '94, un lusso per pochi ricchi. Io credo che una Rete
civica debba avere una sua coerenza editoriale e quindi credo in
coscienza che abbiamo fatto bene a oscurare quelle pagine. Sono
molto confortata dalle centinaia di e-mail e fax che ci sono
arrivati da tutta Italia da associazioni, da presidi, da professori
che ci dicono che abbiamo fatto bene, perché una Rete civica deve
essere uno strumento educativo".
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