Il lato oscuro della Rete

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Intervista a Kent Browne, l'hacker che aiuta l'Fbi

Rapetto: "ecco come troviamo i pedofili"

Viaggio nei bassifondi di Internet

Caccia al mostro nelle chat

Navigazione. La Rete protegge i bambini

Navigazione. Le baby sitter informatiche

La normativa contro la pedofilia

Marco Semenzato "Non colpiamo i provider"

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Intervista a Alberto Abruzzese, contro la censura il Rete

Storia di una censura

Mariella Gramaglia, si difende dalle accuse di censura

Lella Costa: "Ragioniamo sul termine pedofilia"


"Abbiamo fatto bene a oscurare quelle pagine"

Mariella Gramaglia, assessore alle Reti civiche del Comune di Roma , si difende dalle accuse di censura

Abbiamo chiesto a Mariella Gramaglia, assessore alle Reti civiche del Comune di Roma, le motivazioni che sono alla base dell'oscuramento dei siti AvAna Net e The Thing Roma.

"Noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei cittadini: siamo il sito pubblico più visitato d'Italia, abbiamo dieci milioni di contatti al mese; in particolare abbiamo circa cento scuole che lavorano nella nostra Rete civica e stiamo attivando proprio in questo periodo un concorso di progetti educativi fra i ragazzi di tutto il mondo. Il nostro sito Internet è fortemente legato alla comunità educativa: ai giovani, agli educatori, alle famiglie. E dunque per noi è una preoccupazione grave avere tra le associazioni della Rete civica alcune che ritengono naturale mettere in Rete delle pagine in cui ci sono delle affermazioni filo-pedofile o delle immagini erotiche molto pesanti. Tutto questo probabilmente non è reato, e comunque non sta a me dire se è reato. A noi, Comune di Roma, spetta dire che queste posizioni non sono omogenee alla missione di una Rete civica, legata ai principi dello statuto comunale. Abbiamo fatto firmare alle associazioni che partecipano alla Rete civica un protocollo d'intesa, che le impegna al rispetto del pieno sviluppo della persona umana; noi crediamo che nel pieno sviluppo della persona umana ci sia anche il rispetto della crescita dei bambini e della loro autonoma ricerca di una identità sessuale. Abbiamo il diritto e il dovere di garantire alle mamme, ai papà, ai maestri, la possibilità per i ragazzi di navigare nella nostra Rete civica crescendo serenamente, senza imbattersi in alcun pericolo. Dopodiché io capisco benissimo che esiste la libertà di fare sperimentazione culturale. È normale che le associazioni che vogliono fare dell'avanguardia culturale possano farlo. È vero però che il web è immenso e adesso avere uno spazio sul web non è più, come nel '94, un lusso per pochi ricchi. Io credo che una Rete civica debba avere una sua coerenza editoriale e quindi credo in coscienza che abbiamo fatto bene a oscurare quelle pagine. Sono molto confortata dalle centinaia di e-mail e fax che ci sono arrivati da tutta Italia da associazioni, da presidi, da professori che ci dicono che abbiamo fatto bene, perché una Rete civica deve essere uno strumento educativo".