Il lato oscuro della Rete

Beppe Severgnini "Maggiori controlli su Internet garantiscono il futuro"

Intervista a Kent Browne, l'hacker che aiuta l'Fbi

Rapetto: "ecco come troviamo i pedofili"

Viaggio nei bassifondi di Internet

Caccia al mostro nelle chat

Navigazione. La Rete protegge i bambini

Navigazione. Le baby sitter informatiche

La normativa contro la pedofilia

Marco Semenzato "Non colpiamo i provider"

Navigazione. Vincere on line la pedofilia

Intervista a Alberto Abruzzese, contro la censura il Rete

Storia di una censura

Mariella Gramaglia, si difende dalle accuse di censura

Lella Costa: "Ragioniamo sul termine pedofilia"


Contro copertina Lella Costa:

"Ragioniamo sul termine pedofilia"

Io non riesco a ragionare sull'orrore della pedofilia, mi fa stare troppo male, però provo a ragionare sulla parola che usiamo per indicare questa aberrazione dell'umanità: pedofilia viene dal greco. Il verbo greco "fileo" significa amare: "colui che ama i bambini" è la traduzione letterale della parola "pedofilo". E' qualcosa che fa venire i brividi. Quello che mi domando è come abbiamo potuto permettere che per indicare questa violenza inaudita, questa aberrazione umana si usi proprio una parola che dentro ha una radice che vuol dire "amore". E, forse, mi viene da pensare che questo nasca anche dal fatto che, sepolto nell'inconscio dell'umanità, risalente a chissà quanti milioni di anni fa, non ci sia un concetto per cui i figli sono comunque proprietà. Non è necessario dimostrare che l'amore per loro è una cosa buona: appartengono all'adulto e quindi l'adulto può farne legittimamente tutto ciò che vuole. Se c'è dietro questo, allora forse bisognerebbe anche fare molta attenzione alle parole che usiamo.