Viaggio nei bassifondi di Internet
Ecco come si muovono i pedofili, le procedure che
adottano per lo scambio di immagini di abusi sessuali sui minori
Di Marta Mandò
La Rete è anche questo: canali di trasmissione dati
dichiaratamente a sfondo pedofilo con nomi in slang che identificano
"immagini di stupro con bambini". Bussare in questi luoghi
di perversione, non è affatto facile. Sbaglia chi crede che siano
alla portata di tutti. Che basti un clic per acquistare o vendere
materiale pedofilo. Il livello tecnologico è alto, implica una
serie di particolari passaggi informatici, l'uso di protocolli di
trasferimento di dati con computer remoti, frequentazione con
comandi di programmazione e conoscenza dello slang. E' difficile
capire le dimensioni del business, anche se si ha ragione di
supporre che sia piuttosto grande e che oltre ad un numero crescente
di clienti ci sia un altrettanto preoccupante giro di speculatori.
Tuttavia non sempre questo materiale si acquista a pagamento, anche
se possono svolgersi vere e proprie contrattazioni dove si richiede
come moneta di scambio di inviare a propria volta materiale
altamente pornografico. Lo scambio avviene attraverso un'equazione
basata sui kilobyte, l'unità di misura della rete, che dice quanto
materiale si può prendere e quanto deve essere inviato. In questo
caso più è alta la posta in gioco e più saranno sfavorevoli e
complesse le richieste del pedofilo. E come in tutte le
contrattazioni più moneta si possiede, quindi in questo caso,
materiale di abusi sessuali, e più si può scambiare contenuti
"pesanti". Abbiamo voluto provarci anche noi, andando alla
caccia di immagini e filmati con abusi sessuali sui minori. Per
farlo, abbiamo inventato un personaggio frequentatore di siti,
gruppi di discussione e chat a contenuto pornografico. Ebbene i
materiali sicuramente ci sono, ma non sono alla portata di tutti i
navigatori. In alcuni casi per invogliarci allo scambio, viene
proposto un "bonus" che consente di prelevare una prima
immagine. Come dire: ti faccio vedere che non mento, ho davvero
quelle fotografie. Durante un brevissimi contatto il pedofilo offre
"immagini al cento per cento riguardanti sesso con i
bambini" ed è disposto a scambi di fotografie di maschietti.
Il secondo contatto ha contenuti di "sesso forzato in
famiglia", ma questa volta la posta in gioco è ancora più
alta, infatti ci indica che l'unica moneta di scambio che accetta
sono esclusivamente filmati. Troviamo un archivio pedofilo: diviso
per temi come stupri, fellatio, costrizioni di bambini bianchi o
neri, voci di bambini durante l'abuso e filmati. Seguendo le tracce
dell'informazione ovvero i passaggi che compie il segnale per
arrivare dal nostro computer a quello X, passiamo per molti nodi
telematici, rimbalzando da una parte all'altra della rete telematica
mondiale. Ecco siamo arrivati, impiegando molte ore di connessione e
supportati da uno stomaco da "adulti". Ma prima di
sostenere che la Rete è l'orco cattivo, bisogna per lo meno
ragionare su una serie di fatti. Primo, la nostra esca è dovuta
andare a cercarsi un canale pedofilo, non il contrario. Secondo: il
pedofilo o presunto tale ha "portato" la nostra esca fuori
dal canale ed ha utilizzato un programma di scambio diretto di file
e messaggi con sistema remoto, dunque un'implicazione tecnologica
non banale. Terzo: la conversazione ha avuto una durata brevissima,
se non si usano le parole giuste il pedofilo si sconnette. Quarto
fatto: non ha dato indicazioni di appuntamenti o modi per sapere chi
era né aveva nessun modo per sapere chi c'era al di là dello
schermo e né ha tentato di avere indicazioni sulla vita reale della
nostra esca. Allora ci domandiamo: questo personaggio chi era? Uno,
due cento persone. Donna? Uomo? Oppure un poliziotto o un altro
giornalista alle prese con un'inchiesta? Non possiamo escluderlo: la
polizia infatti usa per le indagini la tecnica degli infiltrati e la
pubblicazione di siti finti che attirino i criminali. E' difficile,
comunque, capire se questi tecno-pedofili così sofisticati come
know-how informatico si fermino allo scambio per quanto criminoso di
"figurine". Saranno le indagini delle forze dell'ordine e
della magistratura a livello internazionale a dirci quanto questo
mercato su Internet sia diffuso e pericoloso. Certo è che ad un
livello semplice di navigazione, utilizzando un qualsiasi browser e
con i più noti motori di ricerca, già si trovano elenchi di siti a
difesa della pedofilia, dal fronte per la liberalizzazione pedofila,
a siti dedicati all'attrazione sessuale verso i bambini, o gruppi di
discussione dove si difendono gli incontri consenzienti con minori e
si condanna la violenza. Librerie e associazioni, che si appellano
al diritto della costituzione americana di esercitare la libertà di
parola. "I pedofili -dicono- sono una cosa, gli stupratori e i
mercanti un'altra." |