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Per i cellulari la corsa continua

Massimiliano Cannata

Dall'incrocio tra telefonia mobile e Internet si prevede un ulteriore boom per i cellulari. In Italia più telefonini che orologi

Per una Paese di "poeti, santi, navigatori e. cellularisti" prevedere il successo dell'Umts potrebbe sembrare affare di poco conto. I dati non hanno bisogno di molti commenti. Secondo l'ultimo Rapporto Assinform, l'Italia rimane la patria del telefonino, un piccolo e accattivante oggetto che continua a fare da locomotiva per il mercato delle telecomunicazioni.
Il trend di crescita negli ultimi sei mesi ha, infatti, superato il 30 per cento con un totale di linee attivate (tra abbonamenti e carte prepagate) che ormai ha superato i cinquanta milioni. I servizi sul mobile hanno fatto registrare un aumento del 25,2 per cento passando da 8.380 a 10.490 miliardi di lire, una cifra notevole se si considera che il valore complessivo dei servizi di Tlc è passato nello stesso periodo da 25.150 miliardi a 28.050 miliardi di lire.

La partita del futuro si giocherà, in particolare, sui servizi VAS (i servizi a valore aggiunto legati a Internet), dai quali comincia ad arrivare una spinta significativa (+ 89 per cento) anche se di valore ancora contenuto (da 1470 a 2790 miliardi di lire negli ultimi sei mesi).

"Le cifre non bastano però ad assicurare il successo", commenta Federico Lenzi, direttore marketing di Tim, l'azienda leader in Italia e in Europa nel settore della telefonia mobile, che - insieme a Wind, Eurisko, Seat, Virgilio Tin, Ansa e Wireless - ha aderito all'iniziativa della Luiss dando vita al nuovo Osservatorio. "In Italia il cellulare ha conquistato il 90 per cento della popolazione, un risultato che non ha precedenti nella storia dei consumi. Abbiamo più telefonini che orologi. Da questo presupposto dobbiamo partire per comprendere la stagione che si sta aprendo".
"Con l'Umts - continua Lenzi - facciamo un salto tecnologico, in quanto disponiamo di un mezzo che ha un'infinita forza creatrice. La sfida, di fronte a questa nuova era della comunicazione di massa, sarà quella di far diventare universali i servizi hi-tech a valore aggiunto, in un contesto competitivo che vede tutti gli attori ugualmente coinvolti: fornitori di contenuti, servizi, infrastrutture, applicazioni".