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Eleonora Giordani

Dall'offerta privata alla domanda pubblica di servizi trasmessi via fibra ottica: Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione tecnologica, spiega cosa è stato fatto e quello che rimane da fare.

Perché il governo ha deciso di occuparsi di larga banda?

La larga banda è un presupposto fondamentale per lo sviluppo economico di un paese moderno. Anche in una delle ultime riunioni tra capi di Stato e di governo su come rilanciare la competitività dell'Unione Europea nell'economia mondiale, uno dei temi è stato la larga banda. Negli anni 2000 la larga banda ricopre nel nostro paese lo stesso ruolo che ebbe la costruzione delle autostrade negli anni 50 e 60: creare opportunità di sviluppo. Aumentare la velocità e la comodità di spostamento ha dato il via alla produzione industriale di tante automobili: analogamente, questa capacità di connettere grandi quantità di dati, di immagini, di suoni può realizzare tanti nuovi servizi per gli utenti.

Come ha lavorato la task force del governo sulla banda larga e quali risultati ha prodotto?


Il mio collega Maurizio Gasparri ed io abbiamo creato un gruppo di lavoro, un piccolo gruppo di esperti, che ha innanzitutto fotografato la situazione italiana. Abbiamo ascoltato tutti gli operatori per fare un quadro completo, fare confronti con esperienze straniere ed avere poi suggerimenti sul da farsi. È stato un ottimo lavoro, di cui abbiamo presentato i risultati in un documento conclusivo. Ora entriamo in una seconda fase: la task force si è trasformata in un comitato esecutivo. Bisogna attuare linee di intervento individuate nel rapporto, per sviluppare questa grande infrastruttura essenziale per il nostro paese.

Cosa è stato fatto fino ad ora e cosa rimane da fare?

Dobbiamo operare in vari campi. L'obiettivo finale è molto importante: valutare le reali esigenze ed assicurare nell'arco dei prossimi 4 o 5 anni una adeguata diffusione in tutto il paese di questa infrastruttura di comunicazione. Per fare questo dobbiamo lavorare sia nell'area dell'offerta, di chi mette a disposizione larga banda, sia nell'area della domanda.
Per quanto riguarda l'offerta dobbiamo assicurare che ci sia piena competizione nel settore delle telecomunicazioni che oggi è lasciato al mercato perché è privatizzato. Ci sono comunque degli organismi preposti, come l'Autorità garante per le comunicazioni e l'Antitrust, che devono vigilare affinché la competizione sia reale e si possano offrire i prezzi più vantaggiosi per gli utenti.
Dobbiamo rimuovere ostacoli burocratici, velocizzare il processo decisionale e a questo proposito è da sottolineare l'iniziativa del mio collega Gasparri di inserire la banda larga tra le infrastrutture della legge-biettivo.
Abbiamo fatto vari interventi, tra cui un emendamento in cui proponiamo che tutte le nuove costruzioni pubbliche e private siano già adattate ad accogliere il cavo di fibra ottica, in modo tale che non sia necessario dover fare ulteriori lavori ogni volta che bisogna dispiegare questo cavo. E in futuro, se sarà necessario, si potranno prevedere incentivi per spingere l'industria ad investire per creare larga banda nelle zone remote e meno favorite del paese. Noi vogliamo assicurare nel lungo periodo una distribuzione equilibrata e diffusa di questa larga banda.
Per quanto riguarda la domanda, il ruolo fondamentale è quello della pubblica amministrazione, che deve esprimere richiesta di larga banda (e quindi acquistarla) per svolgere i propri servizi attraverso questa tecnologia ed esserne quindi fattore di propulsione. Servizi in rete burocratici e amministrativi, scuola, sanità, beni culturali: ogni esigenza della pubblica amministrazione potrà essere soddisfatta accedendo a banda larga.

E un singolo cittadino perché dovrebbe comprare questi servizi?

È lo stesso concetto dell'autostrada e della strada statale o provinciale. Se per andare da Milano a Roma scelgo di prendere l'autostrada pago, ma avrò un servizio più rapido e sicuro. Un bel giorno tutti viaggeremo in larga banda, come tutti oggi viaggiamo in autostrada.