E' tutta un cavo la città

Carlini:"Tutta qui la rivoluzione?"

Cifre e interessi economici

Venturi: "Fibra ottica, ovvero la tecnologia della convergenza"

Città cablate

La banda si "allarga" in Rete

Il futuro è appeso a una fibra

Milano da cablare

Da Siena cablata, un canale civico interattivo


E' tutta un cavo la città

Dopo l'accesso di massa a Internet, il cablaggio è la nuova frontiera della rivoluzione digitale. Ora che il web è diventato strumento imprescindibile della comunicazione e dell'economia internazionale, occorre un motore potente per far funzionare la Rete secondo le sue reali possibilità, che garantisca quindi facilità di collegamento e velocità di trasferimento dei dati. Attraverso la connessione tradizionale, tramite modem e linea telefonica, questo diventa sempre più complicato. Da qui la corsa di molte aziende verso la costruzione di infrastrutture per la "broadband", ovvero la "banda larga", la connessione diretta ad Internet che permette di rimanere online a lungo senza patire bollette proibitive, scaricando velocemente informazioni e file multimediali. La concorrenza sulla telefonia e la prospettiva di offrire agli utenti con la connessione a larga banda una vasta gamma di servizi, hanno reso potenzialmente redditizio il cablaggio. E infatti le città italiane si stanno popolando di cantieri per posare quei cavi di fibra ottica che potrebbero cambiare in modo sostanziale il nostro modo di fruire la Rete, il telefono e la televisione.

Ma questi cavi sono davvero indispensabili? Nello scenario non mancano le voci che invitano alla cautela. Il cablaggio a fibre ottiche ha costi molto elevati. Tanto è vero che in un primo tempo in Italia si era pensato di poterne fare a meno, avvalendosi di tecnologie alternative come l'Adsl, che utilizza il doppino telefonico per trasmettere dati ad alta velocità, o l'Isdn. Con l'UMTS poi, il nuovo standard della telefonia cellulare, sarà possibile in modo agevole lo scambio di dati multimediali. E c'è anche chi pensa che il collegamento veloce a Internet possa avvenire via etere, come Netsystem, che sta offrendo Internet a banda larga via satellite in tutta Italia.

La fibra ottica è tuttavia quella che offre le maggiori chances di interattività agli utenti. Un convinto fautore della fibra è il guru americano George Gilder, che nel suo libro, "Telecosm", in uscita negli USA in questi giorni, spiega come la larghezza di banda "infinita" sarà in grado di rivoluzionare completamente la nostra esistenza. In America attualmente il sistema piu' diffuso e' quello della tecnologia del cavo coassiale per offrire il servizio di tv via cavo. Le fibre ottiche invece sono riservate per lo più a impieghi professionali. Ma anche lì c'è chi scommette sull'utilità della fibra per l'utenza domestica.

L'Italia è oggi in prima linea nella corsa al cablaggio e le aziende sembrano agguerrite sul fronte dei servizi. Ma a cosa serve riempire di fibre ottiche le nostre città? La scommessa è che la clientela residenziale possa apprezzare i servizi a valore aggiunto come i canali tematici e il video on demand, ovvero la possibilità di richiedere il film o il programma che si desidera e ottenerlo immediatamente via cavo. Questa almeno è la convinzione su cui si basa Fastweb, che offre Internet a larga banda e tv interattiva, ma c'è invece chi è convinto che l'unico mercato che sembra garantire profitti certi sia quello delle aziende. Esistono alcune città che sono già interamente cablate con fibre ottiche in cui i servizi sono già funzionanti: un esempio interessante in Italia è Siena.

La prima azienda a lanciare l'iniziativa di dotare l'intera Penisola di una rete di fibre ottiche e' stata Telecom Italia, che nel 1995 annuncio' il progetto Socrate, poi accantonato nel 1998. Oggi le società di cablaggio si sono moltiplicate a vista d'occhio. Sono ben diciotto ad esempio le aziende che stanno attualmente cablando la città di Milano per l'utenza professionale e per quella domestica. La metropoli sarà presto totalmente avvolta da una rete di fibre ottiche lunga 2500 chilometri. Quello che i milanesi vedono per ora sono marciapiedi sottosopra, ruspe al lavoro e rotoli di tubi accatastati lungo le strade. Ma in questi cantieri, che magari suscitano più di un fastidio, si gioca una partita importante per il futuro.

A livello internazionale, resta da valutare l'atteggiamento di Wall Street,e quindi della comunità tech, sulle varie società del settore (Ciena, JDSU, Cisco, Nortel, Onis, Corvis, Broadcom, Redback…), che fino a pochi giorni sembravano godere di buona salute e ora mostrano invece segni di stanchezza. Come ammortizzeranno i fortissimi investimenti? E' pensabile che si crei una "Rete" di privilegiati che usufruisce di una velocità maggiore nelle trasmissioni, magari facendo diventare Internet a pagamento?