Giocare in Rete aiuta la vita di relazione
L'Editoriale di Francesco Morace, sociologo,
scrittore e giornalista, Docente alla Domus Academy e alla SDA
Bocconi di Milano
La
passione per la Playstation 2 si spiega perché convergono molti
desideri nella fruizione di questo oggetto. C'è un grande bisogno
di ridefinire la realtà in termini immaginari e quindi ripensare il
quotidiano partendo da alcuni archetipi che il mondo dei videogiochi
ci fornisce: l'idea dell'eroe, dell'avventura, l'idea di poter avere
dei percorsi diversi da quelli quotidiani. Con la Playstation 2, il
passaggio è quello della condivisione, nel senso che è possibile
giocare in Rete, condividere questa esperienza e parlarne anche dopo
il momento del gioco. La Ps2 quindi è molto meno legata a un'idea
di isolamento, di evasione dalla realtà, in cui ci ritrova da soli
con il computer, ed è invece molto più legata ad un'idea di nuove
relazioni, relazioni a distanza, in cui questa avventura viene
vissuta insieme. Insomma, ci si può confrontare anche con l'altro,
e non solo con la macchina. Noi parliamo anche di "worknet",
nel senso che la rete viene dopo il progetto, l'idea che comunque
c'è qualcosa da fare insieme, e questo mi sembra importante anche
da un punto di vista sociologico: si allontana il rischio
dell'isolamento e del soggetto che vive in un mondo che non esiste,
in un mondo solo virtuale, ed invece si apre un orizzonte nuovo di
relazione, di socialità nuova, molto interessante per poi essere
applicata nel mondo reale
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