(Video)giochi o fai sul serio?
Assomiglia
vagamente al monolite di 2001 Odissea nello Spazio, la Playstation
2, la nuova consolle per videogiochi della Sony che ha fatto
impazzire milioni di teen-ager in tutto il mondo, dal Giappone agli
Stati Uniti e che da qualche settimana è sbarcata anche in Europa.
Entrata nei negozi italiani a novembre, è già esaurita. Come mai?
Perché la Playstation 2 (o PS2) è effettivamente qualcosa di più
di un semplice videogioco: parente molto stretto dei più potenti
personal computer sul mercato, è anche un lettore di DVD e permette
a chi la possiede di mandare in pensione il vecchio
videoregistratore guardando i film sul televisore di casa con una
qualità interamente digitale e superiore a quella cinematografica.
Tra qualche mese sarà possibile usare la Playstation 2 anche per
navigare su Internet, usando la tv come una finestra domestica sul
cyberspazio.
Insomma, dopo anni di sperimentazioni, i videogiochi cominciano
davvero a fare sul serio e la febbre da Playstation è solo il primo
passo verso una nuova dimensione dell'infotainment, il divertimento
che passa dall'informatica.
I professionisti del settore non hanno dubbi: i videogames sono
una cosa seria e non solo dal punto di vista tecnologico, riuscendo
ad appassionare milioni di giovani in tutto il mondo i quali poi
spesso lasciano la consolle per entrare nelle comunity virtuali dei
videogiocatori, naturalmente su Internet.
Divertimento, ma non solo: gli interessi in gioco sono altissimi.
Per esempio, la possibilità di usare la Ps2 come un
videoregistratore ad alta tecnologia, costituisce una seria
preoccupazione per le aziende che producono videoregistratori e
lettori DVD. E il mercato delle software house che progettano i
videogiochi è diventato così importante da giustificare
investimenti "cinematografici" per i giochi più
sofisticati. Le stesse major hollywoodiane sono molto tentate dal
mondo virtuale, dato che nel 1999 il giro d'affari dei videogiochi
valeva 20 miliardi di dollari, più di quello dell'intera industria
cinematografica. Il gioco va anche oltre la fiction: i militari
stanno usando dei programmi molto simili ai videogames per
addestrare i soldati alle azioni di guerra. L'aeronautica militare
italiana ha addirittura scelto un videogame commerciale della
Microsoft per addestrare i suoi piloti.
I concorrenti di Sony non stanno a guardare. Il Gameboy Color
della Nintendo ha riguadagnato nelle ultime settimane la vetta delle
classifiche giapponesi, a spese della Playstation. E anche la Sega,
che è stata la prima azienda a mettere in commercio una consolle
(la Dreamcast) con un processore a 128 bit, si prepara a una
concorrenza senza mezze misure. E poi c'è la grande incognita della
Microsoft, che entro la fine del 2001 metterà in commercio una
nuova consolle chiamata Xbox, che promette meraviglie.
I videogiochi di oggi possono essere quindi divertenti,
appassionati o impegnativi, ma sono soprattutto coinvolgenti. Tanto
da rendere sempre più sottile la linea di demarcazione tra gioco e
lavoro, tra passione e studio. È uscito in questi giorni "il
grande libro della playstation" un libro che attraverso le
firme di scrittori e critici, analizza il grande successo di questa
consolle. Videogame sempre più sofisticati, da giocare in gruppo e
ormai molto vicini a una sorta di realtà virtuale da salotto. La
Playstation 2, che entrerà fra poco in milioni di case europee, è
solo un passo in una direzione ancora tutta da scoprire. Alcuni
scrittori di fantascienza hanno immaginato un futuro in cui
l'ambiente virtuale dei giochi sostituirà in parte la realtà. E'
un futuro che non ci piace molto, ma a cui dobbiamo essere preparati
fin da oggi.
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