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"Il voto elettronico farà crescere la democrazia"

Le nuove tecnologie consentiranno ai cittadini una maggiore partecipazione politica, a patto di non creare nuove disuguaglianze e risolvere i problemi di sicurezza

Di Cristina Cilli

Professore, lei pensa che il voto elettronico farà crescere la partecipazione politica dei cittadini?

Il voto elettronico è destinato sicuramente a rendere più agevole l'attività del cittadino. Quando si potrà votare da casa propria, usando la Rete, sarà più facile il ricorso allo strumento della consultazione elettorale. Caleranno le spese ma si porrà un problema di sicurezza: evidentemente si tratta di evitare che voti due volte la stessa persona o che nella trasmissione dei dati - dalla cabina elettorale al centro dove sono raccolti - ci siano interferenze. Una volta assicurata la sicurezza, il voto elettronico dovrebbe consentire una crescita della partecipazione politica a condizione però che questo non faccia nascere nuove disuguaglianze tra coloro che sanno utilizzare i nuovi mezzi e coloro che non lo sanno fare.

Il potere dei cittadini crescerà con l'introduzione delle nuove tecnologie?

Da molto tempo si dice che diventeranno possibili i cosiddetti referendum politici elettronici istantanei, grazie ai quali i cittadini muniti di una carta elettorale elettronica, accedendo a uno sportello elettorale tipo bancomat, potrebbero essere chiamati a dire la loro sulle questioni più diverse. In apparenza questa è una crescita del potere dei cittadini. In realtà, però, nei processi democratici il problema non è solo la risposta, ma anche la domanda: il cittadino deve poter partecipare a tutto il processo di decisione, non essere chiamato a pronunciarsi su quello che altri hanno già deciso, soltanto per dire un sì o un no. La democrazia cresce quando i cittadini hanno la possibilità di intervenire in tutte le fasi del processo di decisione.

In che modo le nuove tecnologie influenzano e influenzeranno le campagne elettorali?

Le campagne elettorali saranno sempre più condizionate dal ricorso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Ma non sono ancora integralmente cambiate: campagne tradizionali e spot televisivi hanno avuto una grande rilevanza nelle ultime elezioni americane. Tuttavia la possibilità di ciascun cittadino di avere informazioni dirette sulla vita e i programmi di ciascun candidato, di interrogare candidati e collaboratori, contribuisce a definire l'agenda politica. A mio parere queste tecnologie finiranno con il condizionare e cambiare il rapporto dei candidati con l'elettorato.

In che modo verrà cambiato questo rapporto?

Finora in Italia le nuove tecnologie sono state adoperate soprattutto per fornire informazioni e consentire un accesso più diretto dei cittadini a siti organizzati da partiti o singoli candidati che contengono indicazioni programmatiche. Si tratta di un passo avanti rispetto a una fase in cui le campagne elettorali erano state contrassegnate dal trasferimento delle tecnologie di marketing alla politica. Queste nuove tecnologie possono rendere i cittadini più attivi, renderli capaci di stimolare i candidati e di sollecitarli a tenere in conto le loro esigenze reali. In questo modo i cittadini non saranno più visti solo come dei consumatori finali del prodotto politico.