Voto elettronico: ultima frontiera della democrazia?
In un racconto di
Isaac Asimov, pubblicato nella raccolta Sogni di Robot, una famiglia
americana attende di essere sorteggiata da un computer come unica
famiglia che si recherà a votare in nome di tutto il popolo degli
Stati Uniti. Quello di Asimov è un paradosso, ma, come spesso
succede, la fantascienza riesce ad anticipare alcune tendenze. In
questo caso l'influenza della tecnologia sulle modalità di
partecipazione alla vita politica dei cittadini. Durante le
presidenziali americane destinate a passare alla storia come le
prime "elezioni infinite", il Web ha giocato un ruolo
importante soprattutto nella campagna elettorale, con siti
propaganda, siti per coordinare la comunità dei sostenitori dei
candidati e con il massiccio invio di e-mail elettorali. I siti
elettorali sono diventati delle piazze virtuali permanenti in grado,
per così dire, di fidelizzare la comunità degli elettori che non
solo hanno potuto essere aggiornati di continuo sulla vita e i
programmi di ciascun candidato, ma hanno anche potuto utilizzare
Internet come strumento per interrogare candidati e collaboratori.
Dall'altro lato, il feedback proveniente da queste piazze virtuali
ha contribuito a definire l'agenda politica e le strategie stesse
dei contendenti. E non basta: per la prima volta gli elettori hanno
avuto a disposizione esattamente gli stessi sondaggi degli staff
elettorali, attraverso i siti Web delle società di rilevazione, con
possibili influenze sugli orientamenti di voto.
Ma la Rete non ha costituito solo un mezzo ulteriore e
modernissimo di propaganda politica e di informazione. Ha reso
infatti, possibile anche l'emergere di un fenomeno interessante e
potenzialmente rivoluzionario: il "vote swapping", una
sorta di scambio di voti organizzato spontaneamente in Rete tra gli
elettori di Al Gore e quelli del verde Ralph Nader, per evitare di
disperdere inutilmente le preferenze. L'esempio del "vote
swapping" dimostra che davvero le nuove tecnologie possono
incidere in profondità nei meccanismi di organizzazione del
consenso.
Anche il sistema di voto può essere trasformato radicalmente
dalle nuove tecnologie. In un futuro, nemmeno troppo lontano,
Internet potrebbe avere un ruolo primario nelle tornate elettorali.
Secondo la società di ricerca Gartner Group, le combattutissime
elezioni presidenziali appena svolte saranno le ultime in cui si è
votato esclusivamente nei seggi tradizionali. A partire dalle
prossime presidenziali del 2004 diversi Stati Usa forniranno ai
propri elettori sistemi per votare online. E intanto, a livello
locale, un esperimento di voto su Internet è già stato fatto: in
Arizona, durante le primarie democratiche del marzo scorso, 40 mila
elettori si sono espressi elettronicamente. Ma il voto elettronico
non è del tutto una novità. Già dal 1997 lo Stato della
California aveva approvato un disegno di legge chiamato "digital
electoral system" per consentire di iscriversi direttamente
online alle liste elettorali e raccogliere elettronicamente le firme
per i referendum. Durante la guerra del Golfo, lo Stato della
Florida che ha oggi un programma pilota per le elezioni via
Internet, consentì ai militari di inviare il loro voto via fax e il
Texas permise ad un astronauta del Mir di votare via posta
elettronica. In quella occasione il New York Times scrisse:
"pensate, un voto americano dallo spazio di esplorazione
russo".
Anche in Italia, come in America, si comincia a parlare di voto
elettronico. La redazione Internet di MediaMente ha organizzato un
sondaggio online per capire se i lettori sarebbero disposti a votare
per via elettronica. La domanda che abbiamo posto è stata:
"Sei favorevole al voto elettronico?" Hanno risposto 940
persone. I "sì" sono stati 525, i "no" 283, i
"non so" 132. La maggioranza delle risposte, nettamente a
favore dei sì, sebbene questi sondaggi abbiano un valore relativo,
indica che - a parere degli utenti - Internet è un mezzo abbastanza
maturo anche per dare il proprio consenso politico attraverso il
computer.
In attesa di poter davvero votare dal computer di casa, qualche
elettore ha già potuto sperimentare dei sistemi ibridi: si va a
votare in un seggio, ma nella cabina elettorale, anziché alla
vecchia scheda, si affida il proprio voto a un terminale. È
successo, per esempio, in quattro comuni della Valle d'Aosta nelle
elezioni amministrative del 1997. E in Germania, il ghiaccio si è
rotto: il piano governativo prevede l'introduzione di formalità di
voto via Internet a breve scadenza, possibilmente già dalle
prossime elezioni politiche, che si dovrebbero svolgere nel
settembre del 2002 e per le prossime consultazioni europee. Proprio
in questi giorni il governo presieduto dal cancelliere
socialdemocratico Gerhard Schroeder esaminerà il progetto per il
voto elettronico.
La democrazia rimane comunque una conquista, un privilegio, al
quale bisogna allenarsi, possibilmente fin da piccoli. Tra qualche
giorno, il 27 novembre, si terranno le elezioni federali in Canada.
Septembre Media, una società editrice del Quebec specializzata nel
settore educativo, ha lanciato "Moi aussi je vote"
("Anch'io voto"). Il
sito è dedicato ai bambini e ai ragazzi: dà loro la
possibilità di partecipare alla vita civica e di esprimere anche il
proprio voto. Naturalmente online. |