Voto elettronico: ultima frontiera della democrazia?

Rodota': "Il voto elettronico farà crescere la democrazia"

Voto elettronico: in America la voglia cresce

Dagli Usa: i voti scambiati grazie al "vote swapping"

Bifo: "Per la politica, Internet è una nuova dimensione"

Clift: "Votare on line sarà presto una scelta politica"

Bonino: "L'interattività cambierà i riti della politica"

Radicali: il primo comitato di un partito eletto via Internet

Vaccaro: "Voto facile con la cabina elettorale elettronica"

Viaggio nelle prime "elezioni infinite" della storia

In Rete, sondaggi per tutti i gusti


Venticinquemila i voti scambiati grazie al "vote swapping"

A Jonathan Karush, il padre di "winwincampaign.org" abbiamo chiesto di spiegarci gli obiettivi e il funzionamento dei siti di scambio, nati durante le elezioni presidenziali americane.

Le elezioni presidenziali americane hanno salutato la nascita di una nuova pratica: lo scambio di voti digitale. La Rete si è mobilitata per garantire il 5 per cento dei voti al verde Ralph Nader - il tetto per ottenere fondi federali elettorali alle elezioni del 2004 - e 4 anni alla Casa Bianca ad Al Gore, escogitando un metodo semplice: lo scambio di un voto per Nader in uno stato sicuro per Gore o per Bush, con un voto per Gore in uno stato incerto. A Jonathan Karush, padre di "winwincampaign.org", il sito responsabile dello scambio del maggior numero di voti (10mila), nonché disegnatore di alcuni dei siti dei personaggi più importanti del panorama politico americano e responsabile di un attesissimo studio della Pennsylvania University sulla comunione tra politica e net, abbiamo chiesto di spiegarci gli obiettivi e il funzionamento di questi siti di scambio.

Come sono nati i siti di scambio?

Il ruolo di Internet in queste elezioni è stato importante e ha dato anche un'indicazione di quale forza politica potrà diventare la Rete in futuro. Il "vote swapping" è nato in quest'occasione. Si tratta di un sistema grazie al quale l'elettorato di sinistra ha stipulato un accordo per far vincere più Stati al democratico Al Gore e procurare un maggiore numero di voti al "terzo uomo", Ralph Nader. Negli Stati dove la battaglia tra i candidati era all'ultimo voto, come in Florida, i verdi di Nader, hanno accettato di votare il vicepresidente Gore. In quelli, invece, dove la vittoria era certa per il repubblicano Bush, come nel suo stato, il Texas, altrettanti democratici hanno dato la loro preferenza all'ecologista.

Ci può spiegare in che modo è materialmente avvenuta questa operazione?

L'elettore arrivava al sito in questione, descriveva il suo Stato di provenienza, trascriveva i suoi dati anagrafici, e si impegnava a votare in un senso o in un altro. In questa campagna elettorale sono nati 4 siti per rendere possibile questa operazione. In totale abbiamo fatto scambiare 25 mila voti. Credo sia stato un successo: non solo sono state superate barriere geografiche, ma inoltre un personaggio come Nader è riuscito a guadagnare fama e attenzione come non sarebbe mai potuto accadere altrimenti, soprattutto in Stati tradizionalmente repubblicani, per esempio quelli del Midwest.

La vecchia politica si è servita a piene mani di Internet ed i candidati, nello sforzo di conquistare l'attenzione degli elettori, di raccogliere fondi e trovare volontari, hanno assunto esperti del web, grafici e tecnici, spendendo un totale di 20 milioni di dollari, circa 50 miliardi di lire. Per la prima volta gli elettori hanno potuto interagire con i candidati ed i partiti ed avere facilmente accesso ai programmi e alle varie strategie. Quale sarà, secondo lei, il ruolo della Rete in futuro?

Il futuro per la politica online è grande. Quando la televisione ed Internet diventeranno un unico mezzo di comunicazione, la Rete giocherà un ruolo cruciale. I giovani, che si sono sempre sentiti esclusi dai giochi politici, con Internet riusciranno a partecipare attivamente e ad interessarsi. Inoltre, in futuro, grazie ad Internet, entrare in politica avrà costi più abbordabili.

Nel grande caos del post-voto americano c'è una domanda che ricorre : arriveremo a votare on line ?

C'è già stato un felice esperimento nelle primarie democratiche dell'Arizona. E con quello che è successo dovremmo renderci conto che il voto online e' una valida soluzione ed una buona alternativa al tradizionale voto cartaceo, molto più soggetto all'errore umano. Dando al cittadino la possibilità di votare da casa, anche il problema che abbiamo in America della scarsa affluenza alle urne, potrebbe risolversi; inoltre diminuirebbero i costi. Credo fortemente che prima o poi tutto il mondo arriverà al voto elettronico.