Clift: costruiamo la democrazia elettronica byte dopo byte
"Votare on line sarà presto una scelta
politica"
Per l'esperto americano Steven
Clift, che da anni si occupa dell'uso di Internet per la
politica e l'amministrazione, la democrazia elettronica deve essere
costruita dal basso col contributo di tutti i cittadini.
di Marta Mando'
Elezioni presidenziali negli Stati Uniti in "stand by":
secondo lei ciò che sta accadendo è espressione di una democrazia
solida o semplicemente c'è qualcosa che non va nel vostro sistema
elettorale? Se fosse stato possibile votare via Internet sarebbe
accaduto lo stesso?
A distanza di secoli, o anche a intervalli più brevi, ogni
democrazia si imbatte in situazioni che la sfidano. Queste elezioni,
incredibilmente incerte, hanno evidenziato l'importanza della
legittimità del processo di voto. L'uso di moderne tecnologie di
voto è essenziale. I sistemi basati sulle schede perforate, nei
luoghi in cui sono tuttora in uso, dovrebbero essere eliminati. Nel
mio Stato, il Minnesota, la maggior parte delle contee usa sistemi
computerizzati per la lettura ottica delle schede. Il presidente di
seggio sa immediatamente se qualcuno ha votato erroneamente, la sua
scheda viene distrutta e gliene viene consegnata un'altra.
Queste elezioni americane saranno probabilmente le ultime con
i tradizionali seggi elettorali. Per le prossime elezioni, nel 2004,
si farà forse un ricorso massiccio al voto elettronico. Potrebbe
indicare quali sono i rischi e quali i vantaggi del voto online?
Al contrario, queste elezioni ritarderanno di anni il voto via
Internet. Elezioni con distacchi così ridotti ricordano che la
legittimazione democratica si fonda su un voto limpido, verificabile
e affidabile. Votare via Internet? Senza carta? Alcuni dei sistemi
elettronici usati nei seggi elettorali emettono delle ricevute
stampate. Finché la perdita di voti elettronici non sarà evitabile
nel 99,99 per cento dei casi, deve rimanere una registrazione
scritta.
Il trasferimento dati non è ancora a prova di manipolazioni.
Come si potrebbe, quindi, votare online? Pensa che il voto
elettronico possa estendere la partecipazione dei cittadini,
limitando l'astensionismo, gli errori e le frodi?
Col tempo la scelta di votare online sarà sentita come una
scelta politica e non tecnica. Avremo sistemi per votare online in
grado di soddisfare i rigorosi requisiti delle operazioni di voto.
Nonostante queste garanzie molti si opporranno al voto online per
ragioni politiche. Il sistema bipartitico americano,
involontariamente, non incoraggia i nuovi votanti a partecipare. Nel
nostro sistema, infatti, chi vince prende tutto e gli elettori
occasionali causano tale incertezza ai partiti politici che i loro
voti spesso non sono ricercati dai candidati. Inoltre, senza
l'alternativa del voto per posta, sono nettamente contrario al voto
online a causa della natura esclusiva dell'accesso alle tecnologie.
In che modo l'uso di Internet può cambiare la partecipazione
democratica e la politica?
Internet sta già cambiando la democrazia. Se si tratta di un
cambiamento in meglio o in peggio è da vedere. Abbiamo bisogno di
una generazione di "e-cittadini" che usino Internet per
agevolare la partecipazione e il processo di preparazione delle
decisioni. Non dovremmo accontentarci di una versione online
dell'attuale politica dall'alto. Internet può essere usata per
scopi democratici, per promuovere cambiamenti positivi. Si può
cominciare dal basso con annunci via e-mail e liste di discussione
(un'agora on line) nei quartieri o in comunità più ampie. Dobbiamo
costruire la "democrazia elettronica" byte dopo byte. Non
ci sono scorciatoie. Accadrà solo se tutti noi daremo un contributo
e faremo la nostra parte.
Può dare una breve definizione di "democrazia
elettronica"?
Democrazia elettronica ha tanti significati quanti ne ha il
termine democrazia. Un decennio di esperienza nella costruzione di
una democrazia elettronica mostra che la maggior parte di noi vuole
migliorare il mondo che ci circonda. Vogliamo processi decisionali
aperti ed efficaci, che prevedano l'impiego di Internet. Alcuni
sperano in una democrazia più diretta, altri vogliono migliorare la
democrazia rappresentativa. Io sono un "incrementalista
radicale" che sostiene la tradizionale democrazia
rappresentativa ma si sforza di accrescere il potere dei cittadini
nella risoluzione dei problemi pubblici. Perché aspettare che il
governo sia al nostro servizio quando possiamo usare gli strumenti
telematici e la società civile può assumere la guida della
risoluzione dei problemi dove e quando si presentano?
Potrebbe accadere che chi non conosce Internet rimanga escluso
dalla partecipazione politica?
Certamente. Tuttavia la democrazia subirà un duplice colpo se
useremo questa scusa per non sviluppare strumenti idonei a un
impegno democratico online. Man mano che più gente usa Internet
diventa sempre più difficile dar forma alle aspettative degli
utenti, vecchi e nuovi. Dobbiamo far sì che la rete possa essere un
luogo per compiere scelte di carattere pubblico tanto quanto per
conversare con gli amici, scaricare file musicali e fare acquisti.
Cosa ne pensa della pubblicità elettorale in rete? È un
sistema che funziona negli Stati Uniti?
I candidati e i partiti politici non hanno fatto un buon uso di
Internet per la pubblicità elettorale. Fino a poco tempo fa il
motivo principale dell'impiego di Internet in campagna elettorale è
stato quello di attirare l'attenzione dei media. Alla fine, nel
2000, hanno cominciato a realizzare mailing list per motivare e
attivare i sostenitori durante la campagna. Il partito Repubblicano
si è sforzato di combinare i banner pubblicitari con la costruzione
di una rete di sostenitori collegati per posta elettronica. |