E-book: questo sconosciuto
Di Laura Massacra
"Libro elettronico? Non so proprio cos'e' " dice
Carmen, studentessa sedicenne di un liceo romano. "Non so bene
a che serve ma se posso sostituire tutti quei manuali pesanti con
l'e-book allora voto a favore!" commenta Giovanna, frequentante
il primo anno di un liceo scientifico di Cosenza. "A me lo ha
spiegato mio fratello che lavora in una casa editrice - interviene
al volo Valentina - ma ad orecchio mi suona bene, non m'importa
quanto costa. L'importante e' alleggerirsi le spalle e avere tutti i
manuali in un libro solo!" Solo Dario, quattordicenne
aggiornatissimo e attento alle evoluzioni del mondo digitale,
denuncia l'ignoranza dei suoi coetanei: "non conoscono nemmeno
la differenza tra un Macintosh ed un Ibm compatibile. Figuriamoci se
sanno cos'e' un e-book!" La maggior parte degli studenti
incontrati all'uscita di un noto liceo romano mostra vivo interesse
per tutto cio' che passa attraverso la parola chiave 'digitale'
anche se il termine 'e-book' rimanda a un universo -quello
dell'editoria elettronica- per loro sconosciuto.
Mentre imperversa un travolgente brainstorming fatto di ricerche,
piani di sviluppo, progetti economici e battage giornalistici
sull'e-book, sembra che i ragazzi, futuri destinatari del libro
elettronico, siano lasciati in disparte a guardare dal buio delle
loro scuole-caverne la luminosita' dell'ultimo strumento della
cultura occidentale. Domandando se darebbe contento di mettere un
leggero e-book nello zainetto piuttosto che pesanti libri di scuola,
Lorenzo, sedici anni, acclama entusiasta il suo arrivo anche se, con
simpatica esitazione, azzarda una contro risposta: "Be', se e'
solo per la leggerezza, allora non sarebbe meglio avere tanti Cd rom
quanti sono i libri che mi carico sul groppone?" Poter usare Cd
rom senza l'ausilio di mezzi propri significa porre la questione,
per le scuole italiane, della necessita' di nuove attrezzature e
strumenti che favoriscano l'acquisizione delle competenze del terzo
millennio come l'uso del computer o delle nuove tecnologie digitali.
Per una alfabetizzazione informatica diffusa ad ampio raggio nella
popolazione occorre infatti garantire indiscriminatamente l'uso di
sistemi che aiutino a sviluppare nuove conoscenze, a cominciare dai
pc per finire ai libri elettronici. La cieca pretesa dei mercati di
diffondere nuovi ritrovati tecnologici cozza, in tal caso, contro
l'esigenza educativa di assicurare la crescita della conoscenza
informatica al piu' alto numero di persone. Sarebbe quindi
auspicabile avere scuole fornite di postazioni informatiche
collettive e Cd rom consultabili elettronicamente piuttosto che
qualche e-book sparso qua' e la' in mezzo a una massa totalmente
digiuna dell'abc telematico.
A riguardo il ministero della pubblica istruzione, ha aderito,
tre anni fa, al progetto europeo che prevede la progressiva
informatizzazione nelle istituzioni scolastiche. Lo stesso De Mauro,
intervistato da MediaMente, ha ribadito un forte impegno da parte
del governo per diffondere capillarmente computer e strumenti
informatici nelle scuole italiane.
"Su questa strada, accanto all'impegno forte del governo e
dell'amministrazione, un apporto decisivo può venire dai privati
che sono molto interessati a un'operazione di diffusione capillare
di computer, e-book e strumenti di accesso alle nuove tecnologie
perché vedono la prospettiva di una ricaduta positiva per la stessa
produzione industriale in questo settore. Penso che potranno contare
anche sull'apporto di banche e imprese."
A Bologna e' gia' partito il progetto di diffusione di postazioni
telematiche pubbliche e accessibili a tutti "come per i
telefoni a gettoni", che rendano giustizia all'idea di una
istruzione democratica.
Le societa' produttrici di libri elettronici dovranno quindi
tenere conto, in un prossimo futuro, non solo della sua
appetibilita' ma anche di una sua possibile utilizzazione da parte
dei sistemi scolastici tradizionali ai fini dell'alfabetizzazione
informatica.
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