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La sfida dell'e-book creerà una nuova forma di narrativa

Lucio Felici protagonista della storia dell'editoria tradizionale ci rivela perplessità e curiosità sull'e-book

di Wanda Marra

Conoscere il passato, per capire il futuro. Il libro elettronico sta lentamente diventando una realtà, ma desta perplessità da più parti, e soprattutto sollecita una riflessione sul significato e sul futuro del libro in generale. A Lucio Felici, un protagonista della storia dell'editoria, per vent'anni direttore delle redazioni Garzanti, e successivamente direttore editoriale della Giunti e della Newton & Compton, abbiamo chiesto se e come l'e-book cambierà non solo l'editoria, ma anche i modi di scrivere. Per scoprire che il libro elettronico costituisce una sfida alla quale neanche un editore "tradizionale" può resistere.

Professore, lei pensa che l'e-book farà concorrenza alle edizioni economiche?

Il libro elettronico può fare concorrenza alle cosiddette grandi opere, opere di consultazione come i dizionari, le enciclopedie, la manualistica: strumenti di aggiornamento, che hanno bisogno di una consultazione rapida e precisa. Queste opere che - se sono fatte bene, ma anche se sono fatte male - costano molto alle case editrici, possono essere sostituite comodamente dal libro elettronico.

Dunque pensa che l'oggetto libro potrà mai essere sostituito da un libro elettronico?

Bisognerà attendere che il libro elettronico diventi un oggetto portatile. So che esistono dei prototipi. Se la lettura è condizionata allo schermo, è difficile. Finché si tratta di consultazione va bene, ma se parliamo di una lettura continuata, si creano dei problemi, non solo di tipo psicologico, ma anche rispetto ai tempi di ragionamento.

Secondo lei come sta cambiando l'editoria con l'informatica?

"Da anni ormai l'editoria si serve di mezzi informatici, che accelerano la produzione con risultati assai discutibili. Il problema è che nelle case editrici non c'è sufficiente controllo dei mezzi, degli strumenti, degli elementi dell'informatica medesima. Sarebbe necessario rivedere tutto il ciclo di produzione. Se ci si serve dell'informatica per produrre il libro stampato tradizionale, è necessario ipotizzare modalità diverse rispetto a quelle di un tempo, che possano in un certo senso sostituire le funzioni che svolgeva il redattore che lavorava su carta o il correttore di bozze. C'è l'illusione che con l'informatica si possa far presto e bene: a mio parere si fa presto, ma non bene.

Secondo lei la diffusione dell'e-book che tipo di cambiamenti porterà?

 Certamente ci saranno delle modifiche nella scrittura, che probabilmente si contrarrà. Ma le scritture brevi sono state sempre usate. Si tratterà di trovare dei nuovi codici. Il rischio è che si arrivi ad una certa omologazione della scrittura. Ma questo dipenderà dai soggetti: all'interno di codici generali, ci potranno essere dei codici personali. Credo che l'informatica sia un mezzo e non un fine.

Lei leggerebbe un libro elettronico?

Se si tratta dei prototipi di cui parlavo prima, che ancora non sono in commercio, probabilmente sì. Per il resto, potrei scaricare da un sito un e-book per riportarlo su carta. Certamente non leggerei un romanzo, continuativamente al computer, le mie sono motivazioni culturali e generazionali.

Che cosa pensa del fatto che molte case editrici stanno creando delle collane di libri elettronici?

Si tratta di riflettere bene su cosa proporre. Per esempio non mi sembrano interessanti operazioni come quella di Pinocchio elettronico. Non mi sembra interessante neanche il romanzo interattivo, nel quale il lettore-utente può scegliere tra due opzioni. Sono cose di maniera, che ripetono esperimenti già fatti. Personalmente, penserei a una collana dedicata ad opere di consultazione, che andrebbero aggiornate continuamente e a una, invece, di opere creative. Per la parte creativa penserei ad opere appositamente scritte per essere dei libri elettronici: bisognerebbe studiare dei linguaggi sintetici particolari. Il libro elettronico potrebbe dar vita a una nuova forma di narrativa, costituire una forma di scrittura creativa, con una sua grammatica e una sua retorica.