De Mauro: "Tutti a scuola con l'e-book"
Parla il ministro della Pubblica istruzione: un futuro di
integrazione tra libro cartaceo e nuovi supporti, ma la lettura su
carta resisterà. E nel 2001 PC nella media delle scuole europee.
Qual è il suo parere sull'utilizzo dell'e-book?
Penso alle case dei grandi lettori che sono spesso delle tane di
libri: in futuro potremo avere pochi e-book che contengono intere
biblioteche. Questo riferimento al privato è comunque secondario:
la cosa più importante è che, a costi molto bassi, possiamo
pensare di sviluppare l'accesso alla lettura, che allo stato attuale
è ancora molto costoso. Gli e-book metteranno a disposizione delle
scuole e delle biblioteche una gran quantità di materiale e ciascun
privato sarà in grado, col proprio e-book, di portare con sé una
quantità sterminata di libri che oggi non sarebbero trasportabili.
Naturalmente l'e-book non cancella l'esigenza di una lettura sulla
pagina stampata. Il dato più interessante, infatti, non è solo la
compattazione di tante pagine di libri ma la possibilità di
stampare ciò che interessa e leggerlo sulla carta. Questo è un
passaggio al quale non solo la vecchia generazione ma anche quella
più giovane non riesce a rinunciare. La lettura in video di un
testo non è una buona lettura, la si può fare per esigenze di
rapidità, ma una lettura piacevole o approfondita richiede la
fissità della carta. Questo si può fare tranquillamente grazie
alle tecnologie dell'e-book, collegando l'e-book a una stampante.
Pensa che si possa ipotizzare una scuola del futuro in cui i
ragazzi sostituiscono i libri con un solo e-book?
Non c'è dubbio. Uno degli aspetti importanti è quello di
condensare in un solo e-book tutto il materiale didattico che serve
nelle ore di lezione e anche tutto il materiale collaterale:
l'e-book può essere, infatti, la fonte di accesso a tante
informazioni collaterali. È uno strumento di grande potenza
didattico-educativa.
Pensa che si possa ipotizzare anche un cambiamento del
linguaggio legato a queste nuove tecnologie?
Io ho su questo punto un'opinione molto scettica. Le lingue che
noi parliamo sono dei meccanismi di enorme complessità di cui noi
utilizziamo in concreto solo dei "pezzettini". Sono
macchine potentissime e ridondanti fatte per durare nel tempo: le
lingue hanno superato rivoluzioni tecnologiche ed economiche molto
profonde e sono rimaste intatte. Pensiamo alla grande rivoluzione
industriale apertasi dal Seicento in poi in Europa e in tutto il
mondo: le lingue sono rimaste quelle che erano, hanno una stabilità
che né il computer, né la macchina da scrivere, né l'e-book
possono compromettere facilmente.
Cosa sta facendo in concreto il ministero della Pubblica
istruzione per favorire la diffusione delle tecnologie multimediali
nella didattica?
Il ministero della Pubblica istruzione ha aderito prontamente,
tre anni fa, al progetto europeo e a quello governativo di
progressiva informatizzazione e connessione in rete di tutte le
istituzioni scolastiche. Il secondo passo è stato quello di creare
una buona presenza di computer per l'uso didattico-educativo nelle
scuole elementari, medie e medie-superiori. Contiamo nell'inverno
2000-2001 di raggiungere la media europea nel rapporto tra computer
e alunni. Arrivati quasi ultimi in Europa a questa corsa verso le
nuove tecnologie, abbiamo riguadagnato terreno anche grazie
all'apporto dei fondi strutturali europei. Il problema ora si sta
spostando dalla quantità alla qualità: quello che dobbiamo ancora
fare è passare da un uso privato e artigianale del computer da
parte degli insegnanti a un uso didattico, intelligente, che
favorisca nuovi modi di insegnamento. Oggi abbiamo solo un decimo
degli insegnanti in grado di farlo e stiamo lavorando con corsi di
formazione perché questo decimo si espanda rapidamente. Mi è
capitato più volte in questi mesi di visitare scuole in cui gli
insegnanti più esperti stanno trasmettendo il loro sapere agli
altri insegnanti.
Progetti per il futuro?
Su questa strada, accanto all'impegno forte del governo e
dell'amministrazione, un apporto decisivo può venire dai privati
che sono molto interessati a un'operazione di diffusione capillare
di computer, e-book e strumenti di accesso alle nuove tecnologie
perché vedono la prospettiva di una ricaduta positiva per la stessa
produzione industriale in questo settore. Penso che potranno contare
anche sull'apporto di banche e imprese.
Sarà un futuro di integrazione tra il libro cartaceo e le
nuove tecnologie o di conflitto?
Le nuove tecnologie consentono un'integrazione tra la
tradizionale carta stampata, che è abbastanza costosa, e
l'utilizzazione su supporto elettronico dei materiali fino ad oggi
soltanto stampati. Io penso che sia prevedibile che continueremo ad
utilizzare ancora per molto i libri. Difficilmente, inoltre,
riusciremo a sostituire il ricorso alla stampa dagli e-book o da
altri supporti elettronici per una lettura tranquilla, piacevole e
approfondita dei testi.
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