A colloquio con il sottosegretario alle
Poste e Telecomunicazioni, Michele Lauria, principale sostenitore
della telefonia mobile di terza generazione
Lauria: "Ecco come utilizzeremo i ricavati della gare per l'UMTS"
Lo Stato incasserà circa 27 mila miliardi da investire
per risanare il deficit pubblico, per l'alfabetizzazione informatica e
per la lotta contro l'elettrosmog
Alla vigilia dell'asta di Stato per l'assegnazione delle licenze
Umts, abbiamo incontrato Michele Lauria, sottosegretario alle Poste e
Telecomunicazioni. Chiamato a ricoprire questo incarico nel 1996 da
Romano Prodi e riconfermato nell'attuale governo, Lauria è stato tra
i principali sostenitori dei telefonini di terza generazione. E' lui
ad annunciare il 30 settembre 1999 le cinque licenze per i servizi
Umts, ed è sempre lui, nel maggio scorso, a scontrarsi con Carlo de
Benedetti sul costo delle licenze. In quel momento si ventilava una
base d'asta di 5mila miliardi, ritenuta "una follia"
dall'amministratore delegato di Tim. Ora il prezzo minimo è stato
fissato a 4 mila miliardi e lo Stato incasserà poco meno di 27 mila
miliardi. Le aziende non sono entusiaste, ma si preparano a sborsare
cifre astronomiche pur di restare in gioco.
L'operatore di telefonia cellulare Blu, che aveva partecipato
all'asta, si è ritirato il terzo giorno, il Governo si aspettava di
incassare 50 mila miliardi. Dunque, le vostre previsione erano
sbagliate?
Inutile negare che ci attendevamo maggiori somme, mancano
all'appello almeno 10.000 miliardi anche se io non mi sono mai
avventurato a previsioni. Bisogna, tuttavia, cogliere gli aspetti
positivi. Dopo la liberalizzazione del mercato e l'assegnazione delle
cinque licenze creiamo una effettiva concorrenza per consentire di
offrire migliore qualità e tariffe più basse all'utenza. Bisogna
avere spirito pratico: le licenze pagate un po' meno di quanto ci si
attendeva (certo non ci attendevamo le cifre che sono state pagate in
Inghilterra e in Germania, erano fuori mercato) possono consentire
alle aziende più respiro e più tranquillità all'utenza.
I vincitori hanno sborsato ognuno una somma che oscilla fra i
4.740 miliardi di Omnitel ai 4.680 miliardi di Tim, per un totale di
23.550 miliardi che entreranno nelle casse del governo. Come
investirete la somma ricavata dalla gare per l'Umts?
Gli introiti dell'asta, circa 27.000 miliardi saranno destinati per
almeno il 90 per cento alla riduzione del deficit. Si tratta di un
comportamento omologo a quello che terranno altri Paesi europei, dato
che ci sono indicazioni di livello comunitario al riguardo. Il
restante 10 per cento dell'introito andrà all'innovazione tecnologica
e alla ricerca, all'alfabetizzazione informatica, alla lotta all'elettrosmog
e all'inquinamento elettromagnetico. Prevediamo di avviare un piano
nazionale di monitoraggio per la tutela della salute dei cittadini
d'intesa con le direttive del Parlamento ma anche con gli operatori e
gli Enti locali.
Onorevole Lauria, perché le aziende sono pronte ad affrontare
investimenti massicci su una tecnologia che è ancora poco conosciuta?
In realtà la tecnologia si conosce benissimo, anche se sono ancora
in corso sperimentazioni. La telefonia mobile di terza generazione
rappresenta la convergenza del multimediale: trasmissione dati,
Internet e servizi passeranno attraverso il nuovo cellulare dotato di
un display più grande. Il mercato è in espansione in Europa e in
tutto il mondo, quindi gli operatori che già sono presenti nelle
telecomunicazioni o quelli che vogliono investire non possono
rinunciare a queste nuove occasioni. Dunque l'interesse è notevole,
anche se c'è qualche rischio perché gli investimenti saranno
elevatissimi: oltre ai costi delle licenze bisogna mettere in conto
quelli per costituire la rete.
Per quanto riguarda gli investimenti per gli operatori. Tra i
100.000 miliardi investiti in Germania e la quasi gratuità che si è
avuta in Spagna c'è una forchetta molto ampia. Dove ritiene si possa
collocare un giusto prezzo?
Quella decisa dal comitato dei ministri ci sembra una via di mezzo
equilibrata e ragionevole. Il prezzo base dell'asta è di 4.000
miliardi, perché ci rendiamo conto che ci saranno altri investimenti
oltre al costo della licenza. Bisogna evitare che spese troppo elevate
da parte dei gestori diventino un alibi per ricadute tariffarie esose
nei confronti dei consumatori.
Molti commentatori sostengono che una concessione quasi gratuita
delle licenze favorirebbe investimenti nel settore senza penalizzare
gli utenti, invogliandoli all'acquisto dei nuovi telefonini.
Qualche settimane fa si è svolta in Lussemburgo una riunione dei
ministri europei delle comunicazioni, dalla quale è emerso che le
aziende non possono rinunciare a quello che si annuncia come il
mercato dell'avvenire. Secondo i rappresentanti dei vari governi
tuttavia, solo tra due o tre anni si potrà esprimere un giudizio
definitivo sull'Umts. Ritengo che, in mercati floridi come quello
italiano o quello inglese, l'unico modo per rientrare degli
investimenti sia di favorire la diffusione della nuova tecnologia
attraverso costi accessibili e tariffe basse.
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