New economy, l'opportunità dei telefonini di terza generazione

A colloquio con il sottosegretario alle Poste e Telecomunicazioni, Michele Lauria, principale sostenitore della telefonia mobile di terza generazione

L'Editoriale "Umts: una tecnologia a prova di idiota"

Blu, il concorrente che non c'era

Dietro le quinte, chi sono i concorrenti in gara Una volta ottenute le licenze, i futuri gestori dovranno investire e formare nuove alleanze

Viaggio dentro I-mode, a metà strada tra il Gprs e l'Umts Un successo giapponese che piace agli operatori italiani

I siti dell'Internet mobile: una realtà da non confondere con la grande Rete

Gli UMTS: la situazione europea tra aste al rilancio e "beauty contest"

Cosa sarà possibile trasmettere con l'Umts? Le simulazione del Cselt di Torino per ottimizzare i parametri dei telefonini di terza generazione

I dieci anni della comunicazione "tascabile", dall'E-Tacs all'Umts

Gprs: l'operazione vincente di BT Cellnet
New economy, l'opportunità dei telefonini di terza generazione
Umts: la rivincita tecnologica dell'Europa

Si stima un giro di affari di oltre 350 mila miliardi per l'Europa. 26 mila miliardi nelle casse dello Stato italiano e 750 mila nuovi posti di lavoro. E già nel 2002 partiranno i primi progetti piloti

E' il cellulare di domani, l'oggetto dei sogni che ancora non esiste ma intorno al quale consumatori, costruttori, ideatori, tecnici e content provider stanno proiettando enormi aspettative. Il display mobile che secondo gli esperti ci permetterà di essere "always-on" sempre connessi. Una comunicazione multimediale a tutto tondo: per parlare come i telefonini di oggi, ma anche per trasmettere dati, per navigare ad altissima velocità su Internet e utilizzare una varietà di servizi wireless che oggi si possono soltanto immaginare. Il suo nome è una sigla: Umts (Universal mobile telecommunication system) un nuovo standard di comunicazione che permetterà di usare l'etere per trasmettere informazioni in formato digitale ad una velocità che potrà raggiungere i 2 Mbps, cioè 200 volte quella disponibile con i Gsm di oggi. Una sigla che si presenta come la svolta più significativa della telefonia mobile - basti vedere le cifre degli investimenti degli operatori di telecomunicazioni europei, delle lotte per conquistarsi alleanze e assicurarsi le licenze - ma non priva di molti interrogativi e ricadute possibili su tutti i media: dal vecchio telefono di casa, alle infrastrutture, dai giornali a Internet. La tecnologia che sta alla base dei telefoni Umts ha richiesto più di dieci anni di sviluppo. Gli organismi internazionali di standardizzazione delle telecomunicazioni hanno previsto che il servizio dovrà essere lanciato entro l'anno 2004, ma gli operatori stanno affrettando i tempi, tanto che si prevede che i primi progetti pilota partiranno già nel 2002 con una prima sperimentazione di British Telecom su cento mila abitanti dell'Isola di Mann. Difficile, oggi, immaginare, se l'UMTS e in generale tutti i sistemi cosiddetti di terza generazione potranno diffondersi sull'intero pianeta, o se invece assisteremo ad una nuova frattura tra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo. Intanto la questione interessa soprattutto il vecchio continente, dove l'Unione Europea ha dal 1998 introdotto una serie di norme per l'adozione dei servizi UMTS negli stati membri e per decidere quali aziende potranno offrirne i servizi. I principali paesi europei hanno indetto delle gare ufficiali che si stanno svolgendo proprio in questi mesi. In Italia, con una diffusione record di telefonini, ma ancora bassa per Internet, il mondo Umts, potrebbe significare una grande opportunità di sviluppo tecnologico e economico. L'asta ha avuto inizio il 19 ottobre scorso e si è conclusa ufficialmente lunedì 23. Disattese le aspettative del Governo che ha reso noti i nomi dei vincitori, ma sperava che la gara durasse il più possibile "più dura e più entrano soldi nelle casse dello Stato" sosteneva ancora domenica il ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale. Ma i 50 miliardi che lo Stato sperava di incassare, si sono ridotti, dopo l'uscita di Blu, a quasi la metà: 26,750 miliardi. Del resto, le redini del gioco di gara sono state tenute in mano dagli operatori che speravano, come è successo, di concludere al più presto. Roberto Colannino, presidente di Telecom Italia, era convinto che più l'asta si sarebbe mantenuta bassa, meglio sarebbe stato per i gestori. Al di là delle polemiche di questi giorni, non c'è dubbio che l'universo Umts creerà occupazione, tanto che il ministro Cardinale prevede la nascita di 750 mila nuovi posti di lavoro. La gara italiana per l'Umts ha visto in campo i quattro attuali gestori di telefonia cellulare (Tim, Omnitel, Wind e Blu) più due cordate di nuova costituzione (Andala e Ipse). Ognuno di essi doveva fare un offerta non inferiore ai 4 mila miliardi e impegnarsi a coprire entro 30 mesi dalla gara i capoluoghi di provincia con la nuova rete. Gli analisti prevedono che nella pratica i cinque operatori che si aggiudicheranno la gara dovranno spendere da 5 a 10 mila miliardi aggiuntivi in infrastrutture per tenere fede all'impegno preso con il Governo. E' comunque il segno di un rilancio per l'economia italiana agli esordi di una possibile rivoluzione non solo nel campo delle tecnologie ma soprattutto nel nostro modo lavorare e comunicare. l'Umts racchiude in sé il fascino di un'idea: trasformare il telefono in un oggetto dei desideri, tramite il quale sarà possibile fare praticamente di tutto a costi contenuti. Questo, almeno, è quanto affermano i diretti interessati, ovvero i gestori di telefonia e le aziende che stanno progettando la rete Umts, come Ericsson, Nokia, Siemens e tante altre. Ma non è affatto scontato che l'Umts di domani manterrà le promesse di oggi. In due anni, possono subentrare nuove tecnologie oggi non prevedibili. Inoltre prima dell'Umts, ci sarà il prossimo anno il lancio del telefonino GPRS. Nessuno può dire come reagirà il mercato: se i consumatori saranno disposti a passare da un telefonino all'altro, nel giro di così breve tempo. In ogni caso è difficile ricordare un evento tecnologico per il quale siano stati investiti capitali così ingenti. Questo telefono sarà davvero utile, o semplicemente un gadget iper-tecnologico per maniaci dell'high-tech? Lo sapremo con certezza fra due anni. Ma nel frattempo vale la pena di capire il perché di tanta eccitazione.