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Oltre il semaforo

Georgia Garritano

Le tecnologie per la viabilità al servizio dei pedoni

Le tecnologie per la viabilità, oltre che alleggerire lo stress agli automobilisti, possono facilitare la vita ai pedoni. Solo nell'avanzata realtà tecnologica degli Stati Uniti, infatti, i cittadini che non hanno la patente sono un terzo della popolazione e rappresentano, quindi, un'ampia percentuale degli utenti dei sistemi "intelligenti" di gestione del traffico.
I pedoni, inoltre, insieme a ciclisti, ciclomotoristi e motociclisti, sono la cosiddetta "utenza debole": in Italia, ad esempio, appartiene a queste categorie la metà delle vittime degli incidenti stradali.

In effetti, a tutela della sicurezza di chi va a piedi esistono varie tecnologie ma la loro applicazione è tutt'altro che generalizzata. Eppure è passato ormai parecchio tempo da quando hanno fatto la loro comparsa alimentando la speranza di una rapida diffusione.
In principio fu il pulsante del semaforo: una tecnologia elementare creata per consentire ai pedoni di ottenere il via libera all'attraversamento. Poi fu la volta dei cosiddetti "segnali accessibili", usati per incrementare la segnaletica visiva. Concepiti originariamente per le persone non vedenti, sono congegni, ad attivazione automatica o manuale, che emettono segnali acustici e sono presenti in molte città dei paesi sviluppati da almeno 25 anni.
Molti comuni adottano ancora soluzioni semplici ed economiche, poco più che accessori per semafori. Nelle strade di Sacramento, in California, ci si può imbattere, ad esempio, in countdown che scandiscono i secondi a disposizione per attraversare in sicurezza mentre a Clearwater, in Florida, si vedono display animati che associano alle scritte "Walk" e "Don't walk" (corrispondenti ai nostri "Avanti" e "Alt") delle immagini di occhi che si muovono per ricordare ai pedoni di guardare bene in tutte le direzioni prima di lasciare il marciapiede.

Oggi, però, la ricerca nel campo dei dispositivi Its (Intelligent transportation system) offre anche strumenti più evoluti. Tra questi, ad esempio, i detector a microonde, in pratica dei "rilevatori di pedoni", usati negli incroci di Los Angeles e di Portland. In un punto sopraelevato rispetto all'area di attraversamento - una superficie che comprende sia i marciapiedi che la porzione di strada da percorrere - viene installata una sorgente di onde elettromagnetiche (a circa 24 GHz). Sulla base dell'energia riflessa dagli oggetti che entrano nel campo, il detector rileva la presenza di pedoni e invia quest'informazione al semaforo che automaticamente allunga l'intervallo di tempo della luce verde permettendo a chi ha bisogno di tempo supplementare di completare il passaggio. Nella città dell'Oregon, che è fra le più avanzate al mondo nella gestione elettronica della viabilità, vengono usati anche detector a infrarossi, che hanno lo stesso scopo dei precedenti ma un diverso funzionamento: essi, infatti, rilevano il cambiamento di temperatura prodotto dalle persone che entrano nella zona di copertura.
A Orlando in Florida, a Pemberton in New Jersey, e a Kirkland nello stato di Washington trova applicazione, invece, un altro sistema di rilevamento pedoni, l'illuminazione "infrapavimentale". Nella pavimentazione stradale ai lati delle strisce pedonali sono installate delle luci la cui accensione viene attivata automaticamente dal passaggio di persone che attraversano: il flash avverte, quindi, in anticipo gli automobilisti della presenza di pedoni sulla strada.

Gli esempi positivi non mancano neanche in Europa. In Gran Bretagna sono impiegati vari accorgimenti per chi cammina, da una tecnologia non elettronica come quella della "pavimentazione tattile", una superficie diversa dall'asfalto, concepita per i privi di vista, calpestando la quale ci si rende conto di trovarsi in corrispondenza di un transito pedonale al sistema di controllo dei segnali di attraversamento "Puffin" (Pedestrian User Friendly INtelligent crossing) introdotto negli anni novanta che, per mezzo di vernici sensibili alla pressione, rileva il numero di pedoni in attesa sul marciapiede e poi, grazie a un detector a infrarossi, regola il tempo di attraversamento evitando sia l'inconveniente di cicli troppo brevi per i pedoni più lenti sia quello di inutili soste per le auto quando i pedoni riescono a completare il passaggio prima della fine della luce verde.
L'uso della vernice sensibile è stato sperimentato anche in Olanda ma questa soluzione è stata presto accantonata a causa della natura torbosa del suolo. Sono stati installati, invece, con successo altri dispositivi, come ad esempio i detector a infrarossi. Nei Paesi Bassi la produzione di studi sulla mobilità pedonale è stata approfondita e copiosa negli anni che hanno preceduto e seguito l'introduzione del nuovo codice della strada (1991) con particolare attenzione all'analisi delle misure mirate a categorie specifiche (disabili, anziani e bambini).
Nella regione scandinava, infine, le facilitazioni per i pedoni sono abituali anche se le strategie sono diverse. In Finlandia le installazioni di radar sono numerose mentre in Norvegia sono state testate ma con risultati non convincenti: capita, infatti, che le auto che si trovano in prossimità dell'incrocio possano essere rilevate come pedoni. In Svezia, invece, si è sperimentata l'illuminazione ultravioletta per il riconoscimento dei passanti nelle ore notturne ma poi questa via è stata abbandonata, sia per motivi di costi sia perché produceva, come "effetto collaterale", che i guidatori, contando su questo ausilio, aumentassero la velocità. In Svezia si punta, quindi, soprattutto ad anticipare l'informazione per gli automobilisti sulla possibile presenza di pedoni, con l'uso di evidenti segnali luminosi che precedono i transiti. Inoltre - abitudine diffusa anche in Danimarca - ai bambini delle scuole elementari vengono forniti berretti fluorescenti perché siano più visibili.

Di fronte a tante possibili scelte, non resta, dunque, che un indirizzo politico deciso e forse questo orientamento sta maturando. Appena qualche settimana fa, infatti, la Commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo del Parlamento Europeo, ha elaborato una proposta di risoluzione in cui chiede "alla Commissione di considerare i ciclisti e i pedoni come punto di partenza dei suoi sforzi finalizzati a ridurre gli incidenti stradali" e che "i contributi comunitari ai progetti locali e regionali in materia di trasporti, concessi mediante il Fondo europeo di sviluppo regionale, siano subordinati all'esistenza in detti progetti di disposizioni adeguate per tutti gli utenti del sistema dei trasporti, inclusi i pedoni".