Tre argenti italiani alle Olimpiadi dei videogiochi

Eleonora Giordani

Si sono conclusi a Seul i primi World cyber Games: soddisfazione a metà per i nostri "smanettoni"

Tre medaglie d'argento, qualche polemica, un po' di mal di pancia per il cibo asiatico e il ricordo indissolubile di aver partecipato ad un grande evento. Questo il bottino portato a casa dalla nazionale italiana di ritorno da Seul, dove si sono disputate dal 5 al 9 dicembre scorso le prime Olimpiadi dei videogiochi. Ai "World Cyber Games" hanno partecipato 430 giocatori arrivati da 37 paesi del mondo, tutti giovani "smanettoni" sotto i 30 anni con la passione dei videogames, vincitori dei campionati nazionali e pronti a sfidarsi in sei discipline: "FIFA2001", "Unreal Tournament", "Age of Empires II: The Conquerors", "Half-Life: Counter-Strike", "Quake III Arena" e "Starcraft: Brood War". In palio, un montepremi di 300 mila dollari, oltre 600 milioni di lire. Per la prima volta a livello internazionale il popolo dei giocatori virtuali esce allo scoperto, abbandona le postazioni personali e si confronta a colpi di mouse sotto gli occhi delle telecamere e delle webcam di tutto il pianeta.

L'originalità dell'iniziativa è simbolizzata dal logo dei World Cyber Games: un anello rosso e uno blu incrociati, seguiti da un altro anello verde. I primi due cerchi rappresentano il mondo virtuale e quello reale, con il terzo cerchio si è voluto creare un mezzo di comunicazione ed unione (i Wcg, appunto) tra questi due mondi che nell'opinione pubblica tendono ad essere mantenuti distanti.

La rosa dei ciberatleti italiani è il risultato di una selezione finale svoltasi durante l'ultima edizione di Smau. Ognuno ha partecipato con il proprio nickname di battaglia e per Seul sono partiti in 20. Facendosi anche piuttosto onore, soprattutto nell'equivalente virtuale dello sport preferito dagli italiani: il calcio. Il nostro Champion (al secolo Francesco di Dio) ha vinto l'argento nel torneo individuale di Fifa 2001 e anche nel torneo a squadre lo stesso riconoscimento è arrivato per David 125 (Davide Anzalone) e Er Pallettaro (Alessandro Candelari). Soddisfazione argentata anche per la squadra di Unreal Tournement, Vicious (Riccardo Zanocchio) e Gnegne (Alessandro Sciacco), un giocatore gentiluomo quest'ultimo, premiato dagli organizzatori per il suo fair play.

Dai racconti degli inviati in Corea di NetGamers Italia, il network dei giocatori online che ha organizzato la partecipazione italiana, questi primi World Cyber Games, oltre all'occasione di mettersi in mostra sono stati per i ragazzi un'importante palestra di sentimento sportivo, una novità per chi di solito passa ore e ore da solo davanti a un computer. "Pochi di loro si conoscevano prima della partenza, per alcuni era anche il primo viaggio in aereo. Ma una volta arrivati si è creato subito un fortissimo spirito di squadra" ci dice Cristina "Pedala", la responsabile marketing di Ngi.

Nel positivo clima olimpico generalmente diffuso, non sono comunque mancate alcune critiche all'organizzazione e l'amarezza per una medaglia d'oro sfumata per una svista degli arbitri. La prima partita della finale individuale di Fifa 2001 tra Italia e Corea era infatti stata vinta in un primo momento dall'italiano Champion, con uno splendido golden gol ai tempi supplementari. Il giocatore coreano però ha immediatamente protestato, denunciando il fatto che per problemi di rete entrambi i PC erano andati fuori sincrono, producendo due partite differenti. I tempi supplementari sono stati ripetuti e il coreano ha segnato. Nella seconda partita ormai la concentrazione di Champion era svanita e il suo avversario ha vinto per 9 a 2. Dall'esame del video registrato dalla televisione nazionale è poi apparso che il giocatore coreano era in pieno controllo del gioco al momento del golden gol, ma l'oro ormai era già in altre mani.

Al di là dell'aspetto ludico e tecnologico, questa competizione senza precedenti è stato anche un evento promozionale di enorme ampiezza. Per il governo coreano si è trattato di un'occasione unica per incoraggiare la pratica dei videogiochi, innalzandoli al rango di sport nazionale. In effetti, con la sua rete di 25 mila sale, la Corea del Sud è ormai il paradiso del divertimento virtuale. Tanto che le università hanno addirittura integrato delle sezioni "giochi" nei cicli di studi dedicati all'informatica. E in un messaggio inaugurale il presidente coreano Kim Dae Jung ha auspicato che questi primi World Cyber Games aiutino il suo paese ad essere riconosciuto come "uno dei leader nel settore dei videogiochi, dell'industria e delle infrastrutture per le tecnologie dell'informazione". Allora non è forse un caso che a raccogliere il maggior numero di medaglie sia stata proprio la squadra coreana, portandosi a casa 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi. Ma la vera star di queste ciberolimpiadi è senza dubbio lo sponsor principale, Samsung Electronics, che ha investito 10 milioni di euro nell'evento. E' stato d'altronde Yun Jong-Yong, vice presidente e direttore generale del gigante coreano a dare ufficialmente il via alla manifestazione, in una sala addobbata con i colori aziendali.

Retroscena economici a parte, si apre una nuova riflessione sull'incontro di diverse culture locali attraverso l'intrattenimento digitale e la partecipazione attiva ad uno sport elettronico.
E ora, come per le Olimpiadi tradizionali l'appuntamento è tra quattro anni in un'altra capitale: le candidature sono aperte.


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