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Se finisce il gratis finirà la Rete?

di Marta Mando'

A partire da oggi martedì 27 per tutta la settimana MediaMente dedica i suoi approfondimenti al tema della gratuità di Internet

Si fanno sempre più insistenti le voci che la gratuità di Internet sarebbe oggi un mito originario legato alle prime fasi della telematica, non più adottabile in un'epoca matura della comunicazione di Internet. Si delinea un nuovo modo di gestire e fruire della Rete basato su contenuti e servizi a pagamento. Una prospettiva che sembra affascinare molti settori della Rete, a cominciare da quello dei giornali on line, che sempre più danno segnali di insofferenza perché la mancanza di un'autonomia di mercato, può mettere a rischio le sorti stesse dell'informazione on line.
Il mondo dell'editoria si interroga sull'opportunità di utilizzare modelli di pagamento in Rete, in parte aprendo nuovi canali di flusso delle notizie e di personalizzazione dei contenuti.

Sarà un modello vincente? Porterà a creare nuovi canali di business? Riuscirà a convincere gli utenti/lettori che l'informazione "certificata" ha dei costi di produzione che devono essere considerati prioritari? Non c'è il rischio che far pagare i contenuti, provochi un rifiuto tale che lo sviluppo stesso di Internet venga messo in crisi? Insomma se finisce l'era del gratis, finirà anche la Rete, almeno come l'abbiamo sempre intesa?

La questione della gratuità di Internet, non riguarda solo il mondo dell'editoria, tocca ed è possibile che sempre più interesserà lo sviluppo complessivo della Rete. Ecco perché a partire da oggi martedì 27 per tutta la settimana MediaMente dedica i suoi approfondimenti al tema della gratuità di Internet. I nostri lettori e utenti potranno dibattere con noi scrivendoci i loro pareri al nostro indirizzo: mediamente@rai.it.

Di seguito troverete una serie di articoli, schede e navigazioni sui pro e contro di un modello di Internet a pagamento. Una discussione che continuerà con i nostri ospiti durante la trasmissione televisiva (in onda dal martedì al venerdì alle 00:20). È una prima riflessione che crediamo verrà ulteriormente approfondita nei prossimi mesi, data la centralità della questione.

Non c'è dubbio che Internet non si sia dimostrato un canale privilegiato del mercato, il luogo della rivincita economica, della crescita veloce e facile: quello in cui bastava avere una buona idea per decidere di aprire una Dot.com e mettersi in Borsa. E gli utenti non sembrano troppo favorevoli ai servizi a pagamento, ma continuano ad intendere la Rete come un modello di comunicazione gratuito, considerando il mondo dei bit e delle informazioni che vi circolano non oggetti materiali, quindi facilmente monetizzabili, ma semmai più simili alla libera circolazione delle idee.

Non che non ci siano molte commistioni tra queste differenti prospettive di sviluppo, tuttavia restano due filosofie opposte che ancora non hanno trovato un assetto più realistico. Alcuni segnali sembrano andare in questa direzione, come il caso, che di seguito potrete leggere, dell'adozione da parte dell'IBM, dell'Open Source per una nuova piattaforma di business. Guarda caso proprio in prossimità del Linux Day, il software libero che verrà celebrato anche in Italia il 1 dicembre.
Una commistione che può avere molte facce. Un esempio per tutti, Google, il più visitato motore di ricerca della rete, quasi indifferente alla moria di imprese che ha colpito molte Internet Company in questo ultimo anno. Un esempio che indica un percorso: non appiattisce l'identità di Internet ad un "nuovo mercato" né limita le sue potenzialità come luogo di crescita e sviluppo economico.