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Internet a pagamento? No grazie

Wanda Marra

Una ricerca del Pew Internet & American Life Project dimostra che pochi sono disposti a pagare per contenuti e servizi precedentemente gratuiti

Internet a pagamento non piace ai naviganti: secondo gli ultimi dati del Pew Internet & American Life Project al 17 per cento degli internauti (circa 19 milioni di persone) è stato chiesto di pagare per l'accesso al Web o ai contenuti che prima potevano avere gratis. Appena il 12 per cento di loro ha deciso di pagare i servizi, mentre la metà ha trovato un'alternativa gratuita e il resto ha deciso semplicemente di non usufruire più di quel contenuto o di quel servizio attraverso una fonte online.

Gli internauti esperti e affezionati cominciano a risentire dal disastro che ha colpito le dot.com nell'ultimo anno, ma la stragrande maggioranza degli utenti sta facendo delle rapide variazioni per procurarsi i contenuti e i servizi online che preferisce senza pagare denaro extra. Sono queste sostanzialmente le conclusioni di un'inchiesta condotta tra il 13 agosto e il 10 settembre (il giorno prima dell'attacco delle torri a New York, particolare non trascurabile) su un campione di 2247 americani adulti (1351 dei quali sono cybernaviganti), rese note lo scorso 14 novembre dal Pew Internet & American Life Project, un'organizzazione no profit che si occupa del monitoraggio della Rete negli Usa.

E non è tutto. Il 12 per cento degli internauti - più di 13 milioni di persone - ha dichiarato che uno dei propri siti preferiti è sparito. Ma senza traumi: il 62 per cento di loro ha trovato altri siti che offrono le stesse informazioni e servizi.
Il comportamento davanti alle novità che appaiono nel panorama della Rete appare direttamente collegato al grado di esperienza degli internauti: i "nuovi entrati", con un anno o meno di esperienza, abbandonano più facilmente un'attività online, se viene chiesto loro di pagare oppure se perdono uno dei loro siti favorevoli. Invece, i veterani trovano più facilmente delle alternative gratuite.

Quel che sembra chiaro, comunque, è che anche se da più parti si comincia a sostenere che è finita l'era della Rete gratis, gli utenti reagiscono ancora con una certa indifferenza, opponendo una serie di soluzioni semplici e istintive alle chiacchiere e ai dibattiti.

Senza contare che la Rete appare ancora sovraffollata e ridondante: il 48 per cento degli americani crede che la chiusura di molte aziende Internet sia un evento positivo, perché troppi siti offrivano troppo poco. Tuttavia, la crisi permanente della net-economy comincia ad influenzare la prospettiva degli utenti: lo scorso febbraio a vedere il disastro delle dot-com con soddisfazione era, infatti, il 57 per cento.

Insomma, molti americani pensano che il disastro delle dot.com sia stato sostanzialmente un beneficio per il mondo della Rete e attribuiscono la colpa del collasso di molte società agli avidi investitori. Non senza ostentare un certo distacco: solo il 34 per cento pensa che i problemi finanziari delle aziende Internet avranno delle conseguenze sull'economia. Chiaramente i più tetri sono quelli che hanno guadagnato o perso di più: la paura serpeggia tra i detentori di redditi superiori a 75.000 dollari annui.