È tempo di War Economy?

Pellegrino Genovese

Dall'11 settembre una corsa al recupero da record

"Addio New Economy, stiamo entrando nella War Economy", titolava all'indomani del crollo delle Torri gemelle il "Los Angeles Times". E così è stato. Dall'11 settembre le Borse mondiali sono state costrette a dribblare terroristi e antrace per sopravvivere. Ma alla fine i mercati finanziari sono riusciti a risalire una china che ormai tutti ritenevano rovinosa. I grafici dei principali indici borsistici dal giorno degli attentati terroristici si commentano da soli.


11 settembre: Mib 30, Nasdaq e Dow Jones evidenziano le ripercussioni sui mercati dei tragici fatti di New York. La tendenza al ribasso è immediata, e la fase "orso" continuerà fino ad arrivare ai minimi preoccupanti del 21 settembre, quando gli indici di tutto il mondo trasformeranno in incubi i sogni di milioni di risparmiatori (il Mib30 è a quota 24234, il Dow Jones a 8376). Ma da allora le borse iniziano una corsa al recupero da record.

28 settembre: l'orgoglio americano fa volare i listini d'oltreoceano, trascinando anche Piazza Affari (Mib 30: 29392, Dow Jones: 8847).

1 ottobre: la pressione psicologica di una guerra ormai imminente fa vacillare le borse (Mib 30: 28641, Dow Jones: 8836).

2 ottobre: mentre le borse sembrano scendere giù in picchiata arriva la notizia del taglio dei tassi d'interesse da parte della Fed. Le Borse americane ritornano a respirare, trascinando nell'euforia anche il Vecchio continente (MIB 30: 29053, DOW: 8950).

3 ottobre: Bush chiede al Congresso di varare un piano straordinario di sgravi fiscali per aiutare l'economia. Gli indici reagiscono immediatamente con grande entusiasmo. (MIB 30: 29465, DOW: 9123).

7 ottobre: sull'Afghanistan si scatena una pioggia di cruise e di bombe. È la guerra. È domenica e si teme per le reazioni borsistiche del giorno successivo.

8 ottobre: l'effetto guerra non sconvolge le Borse europee ed ha scarsi riflessi anche su Wall Street. (MIB 30: 29990, DOW: 9058).

11 ottobre: a un mese esatto dall'attentato il Mib 30 cancella tutte le perdite subite e supera i valori dell'11 settembre mentre Wall Street batte il carbonchio: la paura dell'inizio del bioterrorismo non fa tremare i mercati (MIB 30: 31827, DOW: 9410).

23 ottobre: gli indici di Wall Street, partiti bene, chiudono in negativo dopo le conferme ufficiali di due morti per antrace. Ma non riescono ad influenzare Piazza Affari, che aveva già chiuso, con il Mib 30 in rialzo (MIB 30: 31827, DOW: 9340).

30 ottobre: l'indice della fiducia dei consumatori Usa scende al livello più basso dal '94. Le Borse crollano, Milano lascia sulla piazza il 3% (MIB 30: 30148).

5 novembre: si diffonde la notizia che Greenspan sta per procedere ad un nuovo taglio del costo del denaro e i mercati volano (DOW: +2,7%, MIB: + 1,8%).


Il rimbalzo in alto dei mercati statunitensi ed europei dall'11 settembre è andato altre le previsioni dei più ottimisti analisti. È curioso osservare come il principale indice della Borsa italiana e l'indice Dow Jones, e cioè il termometro della Borsa statunitense, si rassomiglino anche graficamente, come se tutti i principali mercati si fossero alleati in questa corsa alla sopravvivenza.
Ma fanno bene gli ottimisti a credere in un definitivo rialzo delle Borse? E quanto potranno pesare sul loro futuro elementi imprevedibili come eventuali nuovi attacchi terroristici? È fondata la preoccupazione che i veri effetti economici negativi del conflitto bellico e del diffuso pessimismo di debbano ancora vedere? La partita è ancora tutta da giocare.