Aiuto: è un Robot!

Wanda Marra

Il grande schermo per dare forma alla paura delle macchine pensanti

Dalla strega meccanica distruttrice, personaggio del capolavoro del cinema muto, Metropolis, alle macchine parassite che succhiano la vita in Matrix, gli umanoidi tecnologici - immaginati dalla fantascienza fin dagli inizi della storia del cinema - hanno tentato di distruggere l'umanità o di renderla schiava. Fino ad arrivare al piccolo protagonista "meccanico", non "organico" di Artificial Intelligence, il film di Steven Spielberg nato da un'idea di Kubrick. Ma David, programmato per amare, suscita in chi lo incontra sentimenti ambigui, misti di orrore e tenerezza, repulsione e attrazione, inquietudine e affetto.

Il cinema di fantascienza - ossessionato da robot arrabbiati, supercomputer demoniaci, cyborg assassini e androidi che odiano gli umani - pesca dentro le ansie sotterranee e invincibili degli uomini, prima tra tutte quellla di perdere il loro posto nell'universo in favore di macchine dall'intelligenza artificiale.

Lo sgomento di fronte a una tecnologia che non si riesce a capire fino in fondo, viene da lontano. Già nel 1926 un androide malvagio e manipolatore (Maria) in Metropolis di Fritz Lang, sobillava i lavoratori al solo scopo di giustificare la spietata ritorsione da parte del potere. Anche allora la tecnologia era sinonimo di paura: paura di perdere il controllo delle situazioni, di non riuscire a distinguere la verità dalla menzogna, di scambiare per umano qualcosa che è - in realtà - disumano.

I temi anti-tecnologici continuano con Frankenstein (1931) di James Whale, che combina l'orrore gotico e la fantascienza,portando sullo schermo un mostro costruito da uno scienziato con pezzi di cadaveri.

Con l'avvento dell'età dei computer, le intelligenze artificiali diventano gli oggetti privilegiati del terrore tecnologico. Il robot e lo Sputnik (1957), diretto da Herman Hoffman, mette in scena un supercomputer colossale, che pianifica di sterminare tutta la vita organica nell'universo. E come dimenticare Hal 9000, il sofisticatissimo computer alla guida dell'astronave di 2001: Odissea nello spazio (1968) che, in seguito a una sorta di esaurimento nervoso, si ribella agli ordini e causa la morte dell'equipaggio? In Generazione Proteus (1977) di Donald Cammell, un cervello elettronico creato da uno scienziato finisce per mettere incinta la figlia del suo creatore.

Accanto a mostri crudeli e inaffidabili, il cinema ha da sempre messo in scena anche robot buoni e servizievoli. Il pianeta proibito (1956) di Fred M. Wilcox mette in scena Robby, un robot tuttofare, superiore agli uomini, e allo stesso tempo loro benevolo e instancabile servitore. Robby ha inspirato decadi di macchine miti e servili, prime tra tutti C-3PO e R2- D2, la rassicurante e divertente coppia robotica di Guerre stellari (1977) di George Lucas.

I replicanti di Blade Runner (Ridley Scott 1982) inaugurano e consolidano definitivamente la figura del cyborg, l'organismo cibernetico nel quale la carne si integra indissolubilmente con il metallo e il confine tra ciò che è artificiale e ciò che non lo è si fa sottile, indistinto e inquietante. I replicanti possiedono particolare agilità, forza, intelligenza, ma non hanno emozioni. Sono in grado, però, di suscitare emozioni negli uomini, che rispetto ad esse sono impotenti, vulnerabili, e - in ultima analisi - perdenti.

Di questo passo, diventa possibile perfino immaginare che il mondo diventi un sogno collettivo, generato da una forma di vita artificiale che controlla la terra e i suoi abitanti, come in Matrix (2000) di Larry & Andy Wachowsky.

Ma se anche le emozioni possono essere artificiali, allora che cosa distingue un organismo biologico da un organismo meccanico? E in effetti, cosa fa più paura degli occhi di un piccolo automa colmi del desiderio di essere amato da una mamma in carne e ossa? Cos'è più angosciante che trovarsi di fronte alle emozioni assolutamente umane di un bambino-robot?

Con il piccolo protagonista di Artificial Intelligence, la linea che separa le macchine dagli uomini si fa impercettibile. Quella che viene messa in questione è, allora, la stessa identità degli esseri umani.

I siti (ufficiali e non)
Metropolis
Frankenstein
Il pianeta proibito
Il robot e lo Sputnik
2001 Odissea nello spazio
Guerre stellari
Generazione Proteus
Blade Runner
Matrix
Artificial Intelligence