Poveri Pc, maltrattati dai manager



La "sindrome da computer", in un'indagine di Artel Software House

Calci, pugni, spintoni, parolacce: è rissa quotidiana negli uffici italiani, specie dove 'impera' un imprenditore. Ma le vittime dei maltrattamenti non sono deboli segretarie e incolpevoli impiegati e tecnici, ma... le macchine. Sui computer si scatena la rabbia quotidiana dei manager in debito di alfabetizzazione informatica, che sfogano le crisi di nervi e le frustrazioni causate dall'incapacità di capire funzionamenti e messaggi, scagliandosi contro monitor e tastiere, mouse e stampanti, modem e scanner. Risultato: un guasto su tre agli strumenti informatici in ufficio non è dovuto a un malfunzionamento della macchina o a un attacco degli hacker ma più semplicemente alla violenza esercitata dai loro 'padroni'.

Secondo un'indagine promossa da Artel Software House, che ha intervistato un campione di 487 imprenditori italiani riguardo al loro rapporto con l'informatica, un intervistato su 4 (23%) ammette una sostanziale mancanza di professionalità e conoscenze legate al mondo dell'informatica. Ed ancora: il 32% degli imprenditori intervistati confessa di vivere nella paura che il sistema informatico si blocchi fermando il lavoro dell'intera azienda. Il 26% rincara poi la dose dicendosi dubbioso circa l'effettiva sicurezza dei dati. E non manca chi confessa (14% ) di temere che i dipendenti, invece di incrementare la produttività, la diminuiscano per ''le possibilità di distrazione collegate ai pc'' o ''per il rischio che il sistema gestionale sia troppo complesso''.

Una 'sindrome da pc', dunque, che in vari casi si trasforma in atteggiamenti di violenza contro le macchine stesse. Infatti, ben il 67% ( praticamente due intervistati su tre) ammette gli ''eccessi di violenza rivolti contro le macchine'' quando un sistema si blocca, quando compare qualche messaggio indecifrabile, quando si cancella un dato dalla memoria, quando non si 'salva' un documento. In testa alla classifica dei 'maltrattati' figurano (con il 37%) le tastiere, prese a pugni e scardinate nei loro tasti, seguite dai mouse (31%) scagliati contro il muro, dai monitor (19%) rovesciati sul tavolo o gettati a terra, dalle stampanti e scanner (13%) presi a calci e a pugni.

Nel momento del bisogno, il rifugio più sicuro resta la fedele e paziente segretaria, alla quale si rivolge il 34% degli imprenditori, mentre un 23% invoca l'aiuto dei figli, confidando nella loro maggiore attitudine alle nuove tecnologie; soltanto il 14% si affida a una società di consulenza e appena l'8% chiama in soccorso un tecnico.

I sistemi informatici sembrano insomma dare agli imprenditori più preoccupazioni di un'ispezione della finanza. Ecco allora che il 36%, messo dinanzi alla possibilità di poter avere un sistema informatico in grado di replicare le caratteristiche di una persona cara, dichiara di volerlo come la mamma: ''sempre presente e affidabile''.

E non manca chi propone una soluzione 'drastica' al conflitto fra l'uomo e la macchina, per evitare i costi da rottura provocati dalla violenza esercitata: trasformare i computer in veri e propri 'punching-ball' in grado cosi' di assorbire botte e urti. Una versione, molto riveduta e alquanto scorretta, del motto: ''Con le buone maniere si ottiene sempre tutto''...