Mercoledi' 3 gennaio 2001
Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Webcam, un palcoscenico per tutti?

Severgnini: "Ma questa non è una killer application"

Tutti pazzi per Jenni

Bifo: "Un magnifico occhio aperto sul nulla"

In 5 anni tutti in videoconferenza

EarthCam, il mondo che guarda se stesso

Ghezzi: "la webcam è democratica"

Dallo Shuttle all'Etna, le webcam della scienza

Dalla redazione del sito del "Grande fratello"

Occhio alla videoconferenza


Occhio alla videoconferenza

E' partita da una studentessa americana l'idea di mostrare la propria vita in diretta su Internet. E da allora si sono moltiplicati in Rete i siti dedicati alle webcam domestiche.

Di Michele Alberico

Prendete un computer attaccateci una videocamera, un microfono e due casse, scaricate un programma di gestione e siete pronti per partire. Queste sono le basi della videoconferenza su IP o webconference. Di che si tratta? Il termine nella sua forma più semplice indica la trasmissione di video e audio tra due o più luoghi separati tramite Rete. Secondo stime commerciali il mercato della videoconferenza cresce del 37 per cento ogni anno e si stima che nel 2002 raggiungerà un volume di 39 miliardi di dollari. Chi controlla questo tipo di comunicazione sono poche agguerrite società che aspettano in trepidante attesa l'avvento dell'alta velocità per esplodere.

Il pioniere è stato Cuseeme (si legge "see you see me" e significa più o meno "ti vedo, guardami"), fondato addirittura nel 1984 ma passato alla ribalta della cronaca solo nel 1996 quando la Itu (International Telecommunication Union) l'ente che si occupa del controllo delle tecnologie di comunicazione, creo' il primo standard ufficiale per la webconference: l'H323 (che sebbene abbia subito diverse modifiche è ancora usato). Per un momento scoppio' l'euforia delle webcam: tutti volevano Cuseeme, ma la velocità di trasmissione in Rete era tale che anche i primi fortunati utenti poterono godersi poco più che immagini sfocate e ascoltare voci tremule che ricordavano le trasmissioni degli astronauti dalla luna.

Ma sebbene la moda si passata in fretta, la webconference ha continuato a trovare accoliti. Tanto che anche Microsoft è entrata nella partita con il suo Netmeeting. Su Netmeeting come su Cuseeme si fa videochat, si incontrano altri utenti, si scambiano due parole, ma, dicono gli esperti, la comunicazione è completamente diversa da quella di una chat tradizionale. Laddove su una chat si gioca sull'assenza del volto e sul mascheramento dell'identità, in videochat si lavora o si incontrano parenti ed amici già consolidati ed il fascino della scoperta viene meno. Non mancano tuttavia quelli che usano le webcam per incontri del tutto estemporanei o per cercare emozioni forti con il gusto di sbirciare nel buco della serratura di qualche camera da letto.

Gli allarmismi sulla minaccia alla privacy qui sono fuori luogo. Tutto è volontario, nessuno spia: è solo un gioco delle parti. Chi accende la camera accetta di essere guardato e se pensate che siano in pochi vi sbagliate.

Ivisit
Cuseeme
Microsoft Netmeeting
Netmeet