"Un magnifico occhio aperto sul nulla"
Un "inno alla banalità
dell'esistere", ma anche lo strumento che potrebbe realizzare
l'antico sogno umano dell'ubiquità: il mondo delle webcam secondo
Franco Berardi "Bifo", esperto di comunicazione su
Internete.
Perché si parla poco delle webcam, del loro ruolo?
Forse perché non c'è niente da dire. La webcam pare che sia
proprio come un occhio aperto sul nulla, che ci manda continuamente
informazioni sul nulla, che ripete il nulla all'infinito. La prima
volta che ho avuto modo di vederne una, sono capitato sopra un
semaforo ad un incrocio di Philadelphia, come i piccioni. Sono stato
mezz'ora a guardare le macchine che si fermavano. Lì ho avuto
subito la sensazione che la webcam sia in qualche modo un colpo di
genio, una rivelazione sulla banalità infinita della vita
completamente visibile.
Eppure le webcam possono servire a creare un network di
contatti. Cosa ne pensa?
Questo è l'altro aspetto, l'aspetto tecnologicamente futuribile
della webcam. Da una parte la webcam è un inno alla banalità
dell'esistere, dall'altra forse è l'introduzione a qualcosa che è
ancora latente e che accadrà in maniera sempre più esplicita.
Ovvero l'emergere di una nuova facoltà della specie umana:
l'ubiquità, la possibilità di essere in ogni parte del mondo con
lo sguardo ed anche con la nostra presenza visibile. Un sogno che
l'umanità coltiva da parecchio tempo…. Se e come tecnologicamente
una cosa simile sarà realizzabile, lo ignoro. E' questa la
filosofia, la direzione implicita che sta prendendo tutto quanto
accade oggi nella telematica del visibile.
Ma perché tutti vogliono apparire in video?
La risposta corrente, forse banale ma vera, è che la nostra
immagine certifica la nostra esistenza. E quanto meno sentiamo
l'autenticità del nostro vivere, tanto più desideriamo toccarci,
essere sicuri del fatto che esistiamo, vedendoci in uno schermo. Poi
c'è un'altra questione: sarebbe una bella cosa se le telecamere
sparse nel mondo servissero per rendere il mondo più controllato,
meno violento. Ma io ho l'impressione che gli attori siano molto di
più di quanti possano essere gli spettatori e non ci saranno occhi
a sufficienza per guardare tutto.
L'integrazione tra tv e Internet, come nel caso del Grande
Fratello, è il sistema di comunicazione del futuro?
La televisione ha come sua missione quella di azzerare
l'autenticità dell'umano, di ridurre l'umano a banalità
ininterrotta e il Grande Fratello è il punto di arrivo. Per quanto
riguarda l'interazione fra la Rete, la tv e gli altri media, devo
confessare che mi spaventa un po' l'idea che la forza trascinante di
questa convergenza sia la tv. Preferirei che fosse Internet, la
Rete, cioè un mezzo che consente di decidere qualcosa: la tv invece
tende a scegliere per noi.
Internet è il luogo dove la gente deposita la propria
memoria, dove le webcam, gli Umts, racconteranno la nostra vita?
Credo proprio di si. Noi sempre di più consideriamo quel luogo,
che è un non-luogo, come la nostra memoria, come l'archivio della
nostra memoria. Però bisogna anche chiedersi: a chi è destinato
tutto questo?
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