Severgnini: "Ma questa non è una killer application"
I limiti delle webcam nell'editoriale di Beppe
Severgnini
La webcam può diventare una killer application?
Forse. Ma solo se riuscirà a raggiungere un livello qualitativo
pari a quello televisivo, quando l'immagine che avremo la stessa
qualità, arriverà più velocemente rispettando la di movimento.
Oggi si vede l'immagine che arriva attraverso un doppino telefonico,
a 18 o 24 k. Ecco, questa non è una killer application.
Ma il potenziale umano della webcam esiste o no?
Credo di si: una volta superato questo grosso limite tecnologico
bisognerà chiedersi cosa riprendere. Ricordo le prime webcam
puntate sulle spiagge, alcuni anni fa: io in quei posti lì non ci
sarei mai andato, perché sembrava di vedere il mare attraverso la
carta oleata del prosciutto. Per il futuro, staremo a vedere. Ma non
credo che tutti i gruppi di amici diventeranno "grandi
fratelli", e nono so se tutti i giornalisti siano abbastanza
belli da poter raccontare in video i loro articoli. Oggi se qualcuno
mi legge, è perché magari scrivo cose interessanti: se dico le
stesse cose in video, verrò giudicato anche per come parlerò.
Allora lei non guarda le webcam in Rete?
Quando sono al Corriere della Sera, spesso e volentieri guardo
filmati sul pc, idem quando sono in giro con il mio Mac portatile.
Ero in America per le elezioni. Ho ascoltato la radio, letto quello
che c'è da leggere: ma confesso che vedere Gore e Bush su Cnn.com
che si muovevano come pupazzi, non mi ha attirato molto.
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