Mercoledi' 3 gennaio 2001
Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Webcam, un palcoscenico per tutti?

Severgnini: "Ma questa non è una killer application"

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Severgnini: "Ma questa non è una killer application"

I limiti delle webcam nell'editoriale di Beppe Severgnini

La webcam può diventare una killer application?

Forse. Ma solo se riuscirà a raggiungere un livello qualitativo pari a quello televisivo, quando l'immagine che avremo la stessa qualità, arriverà più velocemente rispettando la di movimento. Oggi si vede l'immagine che arriva attraverso un doppino telefonico, a 18 o 24 k. Ecco, questa non è una killer application.

Ma il potenziale umano della webcam esiste o no?

Credo di si: una volta superato questo grosso limite tecnologico bisognerà chiedersi cosa riprendere. Ricordo le prime webcam puntate sulle spiagge, alcuni anni fa: io in quei posti lì non ci sarei mai andato, perché sembrava di vedere il mare attraverso la carta oleata del prosciutto. Per il futuro, staremo a vedere. Ma non credo che tutti i gruppi di amici diventeranno "grandi fratelli", e nono so se tutti i giornalisti siano abbastanza belli da poter raccontare in video i loro articoli. Oggi se qualcuno mi legge, è perché magari scrivo cose interessanti: se dico le stesse cose in video, verrò giudicato anche per come parlerò.

Allora lei non guarda le webcam in Rete?

Quando sono al Corriere della Sera, spesso e volentieri guardo filmati sul pc, idem quando sono in giro con il mio Mac portatile. Ero in America per le elezioni. Ho ascoltato la radio, letto quello che c'è da leggere: ma confesso che vedere Gore e Bush su Cnn.com che si muovevano come pupazzi, non mi ha attirato molto.