Mercoledi' 3 gennaio 2001
Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Webcam, un palcoscenico per tutti?

Severgnini: "Ma questa non è una killer application"

Tutti pazzi per Jenni

Bifo: "Un magnifico occhio aperto sul nulla"

In 5 anni tutti in videoconferenza

EarthCam, il mondo che guarda se stesso

Ghezzi: "la webcam è democratica"

Dallo Shuttle all'Etna, le webcam della scienza

Dalla redazione del sito del "Grande fratello"

Occhio alla videoconferenza


EarthCam, il mondo che guarda se stesso

Il sito mette in rete 50 mila webcam in tutto il pianeta

Di Umberto Contasta e Tiziana Ferraro

EarthCam non è solo un network di 150 webcam collocate sui cinque continenti, da Times Square alla Piazza Rossa, in un certo senso è un elenco di tutte le webcam del mondo: attualmente sono circa 50 mila ma ogni giorno se ne aggiungono altre. Sull'home page si può digitare Italia, New York o Francia e si trova subito una lista di telecamere in funzione in questi luoghi che trasmettono 24 ore su 24. Sono moltissimi i navigatori che si collegano a questo sito: 125 mila persone al giorno, che significa circa 150 milioni al mese. "È un punto di vista più unico che raro: è la gente del mondo che guarda il mondo, il mondo che guarda se stesso" - osserva Brian Cury, ideatore del progetto.

Le piccole telecamere che trasmettono su Internet sono sempre più diffuse; ormai negli Stati Uniti costano meno di 50 dollari. Su EarthCam Tv, il portale di comunicazione personale, chiunque, da casa, può mettere online il suo film, il suo video, il suo programma: basta disporre di una piccola telecamera e di un accesso alla rete. Potenzialmente gli utenti sono milioni: è un modo di fare televisione alla portata di tutti e lo sarà sempre di più man mano che verrà perfezionato il software per trasmettere da casa.

Ma non per solo intrattenimento sono fatte le webcam. Il fondatore di EarthCam non nasconde, infatti, l'ambizione di impiegare questo strumento per accrescere l'informazione e la conoscenza, promuovere la partecipazione civile, stimolare l'indignazione contro le sopraffazioni. "Se un giorno potremo far cessare qualche ingiustizia sociale, forse in Cina o in qualche altro paese del mondo" - afferma Cury - "avremo raggiunto un obiettivo importante, perché quando si può mostrare ciò che accade, si possono risvegliare le coscienze. Vedere è molto più che sentire: vedere un'ingiustizia può farci mobilitare, se la sentiamo soltanto magari ce ne dimentichiamo".

EarthCam