Nei contenuti la vera rivoluzione di Internet
Intervista a Gianni Riotta, vicedirettore de La
Stampa
Quando ha iniziato ad usare Internet per il suo lavoro?
Celebriamo in questi giorni 10 anni dalla Guerra del Golfo. Le
prime chat line le abbiamo fatte durante la guerra del Golfo sul
Corriere della Sera nel 1990/91.
E' vero che siamo nel mezzo di una rivoluzione strutturale e
professionale? E quali sono le prospettive?
Stiamo correndo il rischio di passare alla storia come la
generazione che ha inventato Internet, che ha imposto all'opinione
pubblica Internet e che, pero', non ha capito a cosa Internet serva
davvero. La radio, ad esempio, sembrava uno strumento di emergenza
ed e' stato poi, invece, un grande strumento di comunicazione
politica. La nostra generazione e' stata colpita dalla rivoluzione
tecnologica, adesso si tratta di individuare i contenuti da mettere
all'interno di Internet. Le vere rivoluzioni della comunicazione non
avvengono quando cambiano i mezzi: finche' Gutemberg stampa Bibbie
come i monaci prima di lui avevano copiato Bibbie, la stampa non e'
rivoluzionaria; quando cominciano a fare i giornali c'e', invece, la
rivoluzione. Il vero problema e' quello di cominciare a mettere nel
nuovo mezzo contenuti nuovi.
Attualmente c'è qualcuno che abbia una visione dei nuovi
contenuti possibili?
Certamente, e più ci allontaniamo dai giornali tradizionali,
dalla televisione tradizionale, più vediamo che i contenuti
cambiano e vanno molto vorticosamente. Se guardi il mondo musicale,
Napster ha cambiato profondamente l'industria discografica e
naturalmente quel mondo non può rimanere come è. Per quanto
riguarda, invece l'industria classica, ho l'impressione che il suo
rapporto con i clienti muterà drasticamente perché il loro potere
d'acquisto diventerà molto più forte. Credo che vedremo il
passaggio da una epoca di "mass media", dove tutti
guardano alla tv lo stesso programma, ad un'epoca di "personal
media" in cui io cerco online il mio giornale e premio chi e'
capace di interloquire con me non come parte di una massa ma come
singolo individuo. Quello che noi stiamo facendo a La
Stampa web e' proprio un tentativo di guardare i nostri utenti
on line non come un gruppo omogeneo, ma come un mosaico di tanti
individui: dare ad ognuno un giornale mirato alle proprie piccole
esigenze.
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