Mercoledi' 7 febbraio 2001
Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Media italiani su internet

Nei contenuti la vera rivoluzione di Internet

Regole nuove per nuove professioni

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"E' finita l'era della gift economy"

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Giornalisti di fatto ma non di nome

Diminuisce il numero dei professionisti, mentre aumentano i "content producer", mediatori dell'informazione dei new media

di Marta Mandò

I giornalisti sono tra le figure professionali più coinvolte dall'avanzare di Internet. La diffusione della Rete spinge verso un'innovazione radicale nel modo di fare informazione e di conseguenza nell'identità culturale e contrattuale del giornalista. Secondo i dati dell'ultimo Rapporto Censis, la differenza canonica tra giornalisti professionisti dipendenti di un'azienda editoriale e pubblicisti o collaboratori saltuari, sta diventando sempre più obsoleta e di fatto negli ultimi anni corrisponde sempre meno alla realtà del settore dell'informazione. I mutamenti di questo scenario che ha retto per oltre trent'anni, sono ancora in parte indefiniti, tuttavia fanno intravedere nuove fisionomie della professione. A cominciare dall'aumento vertiginoso della popolazione dei giornalisti pubblicisti e dei lavoratori autonomi del settore, di pari passo con una sostanziale diminuzione del numero dei giornalisti professionisti: all'Ordine nazionale dei giornalisti a fine 1999 risultavano iscritti 18.438 professionisti, mentre i pubblicisti erano 47.652. Molto marcata la differenza tra giornalisti professionisti iscritti all'Inpgi 1, l'ente previdenziale dei giornalisti e i pubblicisti. Durante il 1999 infatti i nuovi iscritti alla gestione principale sono stati 606, mentre gli iscritti alla gestione separata 1.239, cioè più del doppio. Di media su quattro neo-giornalisti, uno è iscritto all'Ordine come professionista, tre sono iscritti come pubblicisti. Il trend di sostanziale aumento dei lavoratori autonomi del settore è confermato da una stima ufficiale del ministero delle Finanze che prevede un ulteriore aumento dei possessori di Iva iscritti alla categoria pubblicisti e affini pari al 5% entro la fine del 2000. Al forte aumento della popolazione dei pubblicisti si affianca anche un'altrettanto marcata crescita di una generazione di produttori di informazione che a tutti gli effetti svolgono un lavoro giornalistico, sebbene non appartengano all'Ordine di categoria. Le forme contrattuali sono le più eterogenee: "autore testi" "collaboratori con ritenuta d'acconto" "lavoratori autonomi con partita Iva", "coordinati", "consulenti", "agenzie di service". Per quanto concerne poi le aziende dei new media, si nota un fenomeno ancora più eclatante: la nascita di nuove tipologie di mediatori dell'informazione. La domanda e l'offerta del mondo dei new media non si riferisce ai giornalisti professionisti se non in numero molto limitato, chiede invece figure che lavorino per veicolare contenuti attraverso i media digitali. Su Internet è prassi contrattualizzare anziché il giornalista il "content producer", cioè colui che produce contenuti da immettere sui siti Internet o sui dispositivi digitali (ad esempio notizie sms sui cellulari o sui display dislocati in aeroporti e stazioni). Si tratta per lo più di giovani che si sono formati una professionalità, senza passare per i canali tradizionali del giornalismo. Sono sperimentatori in prima linea dell'informazione digitale, con forte propensione all'uso delle tecnologie. Il loro é un lavoro "multi-tasking": chi lavora on line deve valutare il "peso" di una fotografia, di un file audio o video, della leggibilità e fruibilità complessiva del prodotto multimediale. Del resto, l'organizzazione della giornata lavorativa del giornalista multimediale è sempre più simile a quella del giornalista autonomo: diversamente dai ritmi e orari di lavoro da ufficio tipici dei media tradizionali, i ritmi di chi lavora on line sono molto intensi durante tutto l'arco della giornata, con un continuo affacciarsi alla Rete per leggere o per pubblicare. Ritmi intensi e serrati fin dalle prime ore della mattina, dedicate, per chi lavora su siti e portali di informazione all'aggiornamento delle pagine. Cambia, dunque, la figura del giornalista, non senza segni visibili di conflittualità, come dimostra la vicenda del mancato rinnovo contratto dei giornalisti a livello nazionale che riguarda in modo diretto la posizione dei giornalisti che lavorano in Internet.

Rapporto Censis