Mercoledi' 31 gennaio 2001
Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

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"Digital hacking": come ti dirotto sul mio web

di Umberto Contasta

L' operazione chiamata "digital hijack", mette a nudo alcuni dei punti critici del rapporto tra informazione e controllo dell'informazione in rete

Quanto c’e’ di vero e di falso in quello che leggiamo sulla rete? E-toy, un gruppo di artisti attivisti in rete, per molti una banda di hackers, ha condotto sul web nel ’96, una serie di operazioni che si sono rivelate abbastanza illuminanti per capire meglio cosa significa porsi il problema di vero o falso per quanto riguarda la comunicazione su Internet.

  Base di partenza del digital hijack è un gesto quotidiano, ripetuto ogni giorno da milioni di navigatori del mondo, come la ricerca di una parola dentro un motore di ricerca. "L'idea - ci spiega il giornalista Nico Piro - "si basava su un meccanismo particolare, venivano selezionate un centinaio di parole chiave tra le piu' diffuse, come Playboy, Microsoft, sesso, calcio e cosi' via, e nelle hit list inserire degli agenti software che riuscivano ad arrivare nei primi cinque posti. I navigatori quando sceglievano una pagina web finivano per trovarsi nel sito di digital hijack, dove li accoglieva un faccione molto bellicoso che diceva loro: "non fare una mossa, sei stato rapito digitalmente". Il browser risultava bloccato, era impossibile andare avanti o tornare indietro, era impossibile tentare una via di fuga, potevi solo sorbirti il sermone sulla liberazione di Kevin Mitmick, il piu' grande hacker della storia della pirateria informatica, all'epoca in carcere, e solo dopo questa serie di passaggi potevi riprendere la navigazione. L'operazione digital hijack ci ha regalato un contributo al pensiero critico nel rapporto con Internet e ha inaugurato una stagione, quella dell'attivismo online, che da e-toy a Artmark, passando per tutta un'altra serie di iniziative, ha aperto un nuovo orizzonte nel quale si concentrano nuovi fenomeni di liberazione del pensiero, di pensiero critico, che fanno di Internet un mezzo di grande democrazia."

A ben vedere un invito a ripensare un atteggiamento dogmatico nei confronti della rete, a non pensare a Internet come un elemento dato, intoccabile, come la grande biblioteca di Alessandria d'Egitto dove si trova tutta la verità. La rete è un ambiente nel quale possono succedere cose non necessariamente rispondenti a un paramentro di verità.