Bifo: "In Rete verità e falsità, li creiamo noi"
Cos'è cambiato nel mondo della comunicazione da quando Orson
Welles spaventò il mondo con la famosa "guerra dei
mondi", annunciando alla radio che gli alieni erano sbarcati
sulla terra?
Diciamo che, come nel caso del Truman show, si arrivava a toccare
la parete che divide il vero dal falso. Per esempio quando negli
anni '70, il giornale "il male" a un certo punto annunciò
che era stato annullato il campionato mondiale di calcio, o che
Tognazzi era il capo delle Brigate Rosse, si scatenarono molte
reazioni. Questo perché la radio e il giornale sono essenzialmente
strumenti di informazione e quindi sono supposti dirci la verità.
Per Internet, per la la multimedialità digitale, succede qualcosa
di nuovo. Internet è certamente uno strumento di informazione, ma
non è soltanto questo: Internet è anche una milieu. Un ambiente
costruito secondo le modalità combinatorie della tecnica digitale,
e costruito dalla relazione comunicativa tra agenti di senso
sparpagliati in giro per il mondo, ma è sempre un ambiente. Quello
che noi facciamo, diciamo e costruiamo lì dentro non è sottoposto,
o per lo meno non lo è sempre, al criterio della verità o della
falsità.
Questo è ancora più vero nel caso dei simulmondi, ovvero del
mondo dei videogames, dove si può entrare in un'altra realtà e in
qualche modo viverla.
Noi adulti non riusciamo a capire quello che sta accadendo e che
accadrà alla generazione che crescono con la Playstation. Penso a
PS2 e al grado di elevatissima immersività che rende possibile. Si
entra in un mondo nel quale l'intero sistema percettivo ed
interattivo è abituato a considerare vero ciò che è
effettivamente costruito in maniera simulata. Probabilmente il
confine stesso tra il vero e il falso a partire dalle tecnologie
digitali, soprattutto a partire dall'esperienza della rete, comincia
ad essere messo in discussione.
Parliamo del futuro dell'arte. Con il digitale in qualche modo
abbiamo rotto la sacralità dell'opera originale.
La sacralità dell'originale è stata già messa in crisi dai
mezzi di riproduzione meccanica. La riproducibilità meccanica
dell'opera già rende l'aura di unicità sempre più indefinita. Con
le tecniche digitali succede che non esiste più un prototipo, una
prima opera. Ogni opera è seconda, e a suo modo è vera. Questo
nella percezione artistica sta cambiando qualcosa di imnportante.
Altre forme d'arte che possono combinarsi con l'immersività?
Noi veniamo da una storia millenaria di narrazioni. L'umanità è
vissuta raccontandosi delle storie. Ora stiamo andando verso una
possibilità nuova nel mondo della narrazione, ovvero di creare
ambienti nei quali noi entriamo e nei quali viviamo come se fossero
veri e dunque autenticando con la nostra stessa presenza un mondo di
stimolazioni narrative simulate. Questo cambia nell'ambito della
narrazione e dell'arte, ma rende l'arte sempre più integrata con la
vita.
Una volta si diceva che una cosa era vera solo quando era
stata vista alla TV, poi si è passati ad una fase in cui tutto
quello che passa in televisione è falso, è in qualche modo
fiction. E' rischioso tutto questo?
Rischioso lo è di sicuro, perché rischiamo di perdere la
percezione del limite tra ciò che è vero e falso, e quindi tra
ciò che è buono e malvagio. Parliamo però della storia dei media
come strumenti di informazione. La rete istituisce forse una
condizione nuova: non vi è più il vero e il falso, non vi è più
il buono ed il malvagio, perché il mondo è una nostra proiezione:
il gioco che noi siamo capaci di giocare, ciò che noi siamo capaci
di vedere intorno, è la proiezione che siamo capaci di condividere
con qualcuno che voglia giocare il nostro gioco.
Una sorta di Rashomon digitale, dove non esiste più una
verità ma tante verità a seconda di come tu la immagini.
Nella coscienza artistica del ventesimo secolo già il
surrealismo, la psichedelia ci hanno annunciato a più riprese
questa possibilità, che il mondo sia il prodotto della nostra
mente. Ora la mente si è integrata con delle tecnologie di
simulazione condivisibile, insomma entriamo in un mondo in cui
l'illusione diventa reale.
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