Norman e l'Human-centred Design: i prodotti new tech devono
riavvicinarsi al mondo fisico
Il problema odierno della tecnologia e' presto detto: dovrebbe
renderci la vita piu' semplice invece la complica; soprattutto
complica le cose facili, imponendo percorsi insensati e faticosi
alll'intelletto: avete mai pensato, ad esempio, che per 'arrestare
il sistema' su pc Windows occorre clickare su un bottone che reca la
scritta 'Avvio'?... Gli strumenti (i 'devices'), i vari tipi di
interfaccia uomo-macchina, le istruzioni su come usare cosa non
vanno assolutamente verso l'uomo, al contrario pretendono che sia
l'uomo ad avvicinarsi, con grandi sforzi, continui, sempre piu'
impegnativi e praticamente senza fine.
Purtroppo manca la consapevolezza diffusa di questa situazione,
il 'pensiero dominante' mira a far sentire stupidi, inadeguati e
arretrati coloro che non compiono tali sforzi e non recitano
quotidianamente il loro 'Osanna' rivolto alle new tech. Occorre
invertire la tendenza, afferma Norman (e non si puo' che essere
d'accordo!): ma come? Ecco cosa ne pensa Norman.
Bisogna smettere di indicare quella presente come "l'era
della tecnologia" e iniziare a chiamarla "l'era delle
persone": lo sviluppo delle tecnologie deve essere indirizzato
nel senso di una loro piu' immediata fruibilita', di una maggiore
semplicita', 'invisibilità', cosi' che funzionino e siano
governabili con il minimo sforzo da parte dell'uomo, migliorando
davvero la vita liberando tempo e opportunita' di azione.
Il design stesso dei prodotti new tech deve rimettere al centro
dei suoi obiettivi l'uomo, non essere un'inutile affermazione di
individualita' del desinger. Per fare cio' occorre cooptare l'utente
nella progettazione: tenere conto delle sue esigenze di
funzionalita' dei prodotti, di praticita', di piacevolezza estetica,
combinandole abilmente con i requisiti di realizzabilita', il
rispetto dei parametri e dei costi che l'industria impone. I
prodotti new tech, specie nella forma e nei materiali, devono per
quanto possibile riavvicinarsi al mondo fisico; assolvere alla loro
funzione, cioe', incorporando caratteristiche di maneggevolezza,
naturale fruibilita' che siano un invito per l'utente e non una
barriera, che si rivela spesso insormontabile. In particolare
bisogna ridurre costi e dimensioni dei prodotti. Ad esempio, ha
ricordato Norman, secondo la nota legge di Moore i pc che si
useranno tra una quindicina d'anni dovrebbero essere mille volte
piu' potenti di quelli attuali; si fatica pero' a capire cosa cio'
significhi concretamente per la nostra vita quotidiana. Se invece
pensiamo al fatto che i pc potranno essere mille volte piu' piccoli
e mille volte meno costosi, allora gia' riusciamo a farci un'idea
piu' precisa di cio' che tale sviluppo significa. Le new tech
permettono di interpretare in modo nuovo le esigenze di interazione
sociale e di conoscenza degli uomini, che sono sostanzialmente
sempre le stesse; quindi le si deve utilizzare a questo scopo, non
invece per perpetuare modelli e schemi tradizionali che ormai
mostrano i loro limiti angusti. Partendo da Internet, a cui Norman
crede molto (tra l'altro gestisce il sito www.useit.com).
Internet stravolge i modelli consolidati di interazione, di
comunicazione, di gestione e trasferimento della conoscenza e quindi
del potere, di qualsiasi genere esso sia e a qualsiasi livello lo si
consideri: la struttura della Rete e' nel senso della condivisione,
della simmetria e del rapporto paritetico fra i singoli individui
connessi. Al contrario cio' a cui siamo abituati sono strutture che
separano, in cui esistono enormi asimmetrie informative e di
opportunita', a rapporti quindi gerarchici su cui si fonda l'autorita'
stessa (si pensi ad esempio alla scuola, ai media tradizionali, al
sapere mdico-scientifico). Con Internet non esistono piu' centri,
non c'e' piu' una divisione di ruoli tra chi trasmette e chi riceve,
ma ogni punto e' in contatto con l'altro, scambia e condivide,
contemporaneamente trasmette e riceve, impara e insegna, se vogliamo
utilizzare un linguaggio didattico. In particolare il passaggio di
Internet sul cellulare consente possibilita' di contatto ancora
maggiori: proprio sul cellulare Norman si e' soffermato (non poteva
fare altrimenti considerato che ormai in Italia piu' di una persona
su due ha il telefonino...!), sul fenomeno specifico degli short
message che quotidianamente in Italia ammontano a 10-20 milioni.
Questa modalita' di interazione sociale continua e mobile potrebbe
infatti costituire il futuro, abbattendo le distanze
spazio-temporali. Forse il cellulare e' l'esempio attualmente piu'
affine a cio' che si diceva all'inizio: tecnologia cosi' potente da
essere invisibile, tanto invisibile da potersene dimenticare.
Vedremo quali sorprese ci riservera' il futuro.
Vincenzo Donvito
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