Venerdi' 2 marzo 2001


Dissociare il webdesign dall'usabilità
di Franco "Bifo" Berardi

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Norman e l'Human-centred Design: i prodotti new tech devono riavvicinarsi al mondo fisico

Il problema odierno della tecnologia e' presto detto: dovrebbe renderci la vita piu' semplice invece la complica; soprattutto complica le cose facili, imponendo percorsi insensati e faticosi alll'intelletto: avete mai pensato, ad esempio, che per 'arrestare il sistema' su pc Windows occorre clickare su un bottone che reca la scritta 'Avvio'?... Gli strumenti (i 'devices'), i vari tipi di interfaccia uomo-macchina, le istruzioni su come usare cosa non vanno assolutamente verso l'uomo, al contrario pretendono che sia l'uomo ad avvicinarsi, con grandi sforzi, continui, sempre piu' impegnativi e praticamente senza fine.

Purtroppo manca la consapevolezza diffusa di questa situazione, il 'pensiero dominante' mira a far sentire stupidi, inadeguati e arretrati coloro che non compiono tali sforzi e non recitano quotidianamente il loro 'Osanna' rivolto alle new tech. Occorre invertire la tendenza, afferma Norman (e non si puo' che essere d'accordo!): ma come? Ecco cosa ne pensa Norman.

Bisogna smettere di indicare quella presente come "l'era della tecnologia" e iniziare a chiamarla "l'era delle persone": lo sviluppo delle tecnologie deve essere indirizzato nel senso di una loro piu' immediata fruibilita', di una maggiore semplicita', 'invisibilità', cosi' che funzionino e siano governabili con il minimo sforzo da parte dell'uomo, migliorando davvero la vita liberando tempo e opportunita' di azione.

Il design stesso dei prodotti new tech deve rimettere al centro dei suoi obiettivi l'uomo, non essere un'inutile affermazione di individualita' del desinger. Per fare cio' occorre cooptare l'utente nella progettazione: tenere conto delle sue esigenze di funzionalita' dei prodotti, di praticita', di piacevolezza estetica, combinandole abilmente con i requisiti di realizzabilita', il rispetto dei parametri e dei costi che l'industria impone. I prodotti new tech, specie nella forma e nei materiali, devono per quanto possibile riavvicinarsi al mondo fisico; assolvere alla loro funzione, cioe', incorporando caratteristiche di maneggevolezza, naturale fruibilita' che siano un invito per l'utente e non una barriera, che si rivela spesso insormontabile. In particolare bisogna ridurre costi e dimensioni dei prodotti. Ad esempio, ha ricordato Norman, secondo la nota legge di Moore i pc che si useranno tra una quindicina d'anni dovrebbero essere mille volte piu' potenti di quelli attuali; si fatica pero' a capire cosa cio' significhi concretamente per la nostra vita quotidiana. Se invece pensiamo al fatto che i pc potranno essere mille volte piu' piccoli e mille volte meno costosi, allora gia' riusciamo a farci un'idea piu' precisa di cio' che tale sviluppo significa. Le new tech permettono di interpretare in modo nuovo le esigenze di interazione sociale e di conoscenza degli uomini, che sono sostanzialmente sempre le stesse; quindi le si deve utilizzare a questo scopo, non invece per perpetuare modelli e schemi tradizionali che ormai mostrano i loro limiti angusti. Partendo da Internet, a cui Norman crede molto (tra l'altro gestisce il sito www.useit.com).

Internet stravolge i modelli consolidati di interazione, di comunicazione, di gestione e trasferimento della conoscenza e quindi del potere, di qualsiasi genere esso sia e a qualsiasi livello lo si consideri: la struttura della Rete e' nel senso della condivisione, della simmetria e del rapporto paritetico fra i singoli individui connessi. Al contrario cio' a cui siamo abituati sono strutture che separano, in cui esistono enormi asimmetrie informative e di opportunita', a rapporti quindi gerarchici su cui si fonda l'autorita' stessa (si pensi ad esempio alla scuola, ai media tradizionali, al sapere mdico-scientifico). Con Internet non esistono piu' centri, non c'e' piu' una divisione di ruoli tra chi trasmette e chi riceve, ma ogni punto e' in contatto con l'altro, scambia e condivide, contemporaneamente trasmette e riceve, impara e insegna, se vogliamo utilizzare un linguaggio didattico. In particolare il passaggio di Internet sul cellulare consente possibilita' di contatto ancora maggiori: proprio sul cellulare Norman si e' soffermato (non poteva fare altrimenti considerato che ormai in Italia piu' di una persona su due ha il telefonino...!), sul fenomeno specifico degli short message che quotidianamente in Italia ammontano a 10-20 milioni. Questa modalita' di interazione sociale continua e mobile potrebbe infatti costituire il futuro, abbattendo le distanze spazio-temporali. Forse il cellulare e' l'esempio attualmente piu' affine a cio' che si diceva all'inizio: tecnologia cosi' potente da essere invisibile, tanto invisibile da potersene dimenticare. Vedremo quali sorprese ci riservera' il futuro.

Vincenzo Donvito