Venerdi' 2 marzo 2001


Dissociare il webdesign dall'usabilità
di Franco "Bifo" Berardi

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di Eleonora Giordani

Snellire la tecnologia non significa diventare tutti più stupidi, perché arrivare alla semplicità richiede "tempo, energia mentale, sforzo progettuale e danaro". E' la tesi espressa in "Semplicity", uno degli ultimi lavori di Edward de Bono, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer. De Bono è conosciuto come il guru del pensiero "laterale", il pensiero creativo che preferisce seguire la percezione piuttosto che la logica. Rendere semplice, accessibile a tutti, un'idea o un meccanismo complesso comporta uno sforzo intellettuale e pratico elevatissimo. Bisogna essere completamente padroni della materia, riuscire ad estrarre i concetti fondamentali, capire come e perché questa cosa "semplice" possa essere vendibile sul mercato. "La spinta o la motivazione a semplificare devono nascere da un vero e proprio atteggiamento mentale, che dovrebbe essere incoraggiato da tutto il complesso dell'organizzazione, o quanto meno dalla persona che ha stabilito gli orientamenti generali di quel progetto", spiega de Bono.

Un lavoro enorme, che i principali gruppi informatici sono disposti a pagare quasi a peso d'oro. Non è un caso infatti che Macromedia, produttore di Flash e Dreamweawer, due software che permettono di fare cose bellissime ma che alcuni accusano di essere troppo complicati, abbia lanciato un'iniziativa sull'Usability. Raggiungendo Microsoft, Ibm, Siemens ed altri grandi, che hanno creato nei loro siti delle aree "utente-centriche", dedicate proprio alle esigenze degli utilizzatori.

Questa è certo una novità importante, anche se alcuni specialisti del web mettono in guardia dai rischi di ghettizzazione: l'usabilità potrebbe così essere venduta come un elemento distinto, opposto a quelli che nascono da uno sviluppo integrale della Rete.

Guardando però all'evoluzione dei prodotti sul mercato, ci accorgiamo che le industrie seguono sempre di più la strada dell'usabilità. Per tutto il mese di febbraio l'inserto CorrierEconomia del Corriere della Sera ha dedicato una rubrica al tema "Semplificare Internet", proponendo un panorama pratico e teorico. Molte aziende stanno scommettendo su soluzioni di interazione vocale tra uomo e macchina: c'è il filone della dettatura automatica, con prodotti come Via Voice di Ibm o Naturally Speaking di Dragon Systems, ci sono le interfacce vocali per controllare automobili ed elettrodomestici e nella telefonia prendono piede i portali vocali di Internet e i servizi di segreteria intelligente. E anche a livello di ricerca si punta su tecnologie "calme", che dovrebbero offrire un'alternativa meno stressante al pc. E' la soluzione proposta tra l'altro da Donald Norman, professore di scienze cognitive all'università di California e autore del libro "Il computer invisibile", tradotto in Italia da Apogeo: "una tecnologia fatta di 'appliance', di elettrodomoestici dell'informazione, umani, centrati sulle esigenze delle persone". Meno sofisticati forse, ma più utili.

Ritorniamo quindi a De Bono e alle sue regole per la Semplicità, un valore che si ottiene solo con grande determinazione e, a livello produttivo, ricchi investimenti. Prima di tutto, progettare, padroneggiando il campo in cui si opera e sapendo cosa si vuole ottenere, perché "la semplicità senza comprensione non ha alcun valore". E poi, mettere tutto in discussione: non è detto che tutto quello che esiste sia veramente necessario.