La parola agli utenti
L'usabilità è un appiattimento espressivo da
evitare o un must sociale da perseguire ad ogni costo?
Di Wanda Marra
"Non voglio fare piazza pulita del web design, né
glorificarlo. Ciò su cui mi voglio appuntare è il tentativo
diffuso all'interno delle industrie dei media di costringere il
lavoro creativo dei web designer in sagome standardizzate".
Un'affermazione chiara, un'opinione ben definita, questa che si
legge in Nettime
all'interno del tema di discussione Disassociate Webdesign from
Usability ("Dissociare la progettazione di Rete
dall'usabilità"). Una riflessione articolata mette in evidenza
che, intorno al problema dell'usabilità, si gioca la libertà della
Rete, intesa in senso generale. L'importante é riuscire a mantenere
una forma di dialogo costruttivo tra i rappresentanti di chi difende
la bellezza di un sito, prima di tutto e di chi si schiera per la
facilità d'uso, sacrificando anche le immagini, a favore del testo
scritto: "Dovremmo aprire nuove finestre di dialogo e
collaborazione tra gli scrittori 'code/text' da un lato e la
comunità web design orientata su flash, dall'altro. Flash non è
anti-testo". Ciò che importa, è salvaguardare la democrazia,
il rispetto, il confronto tra modi diversi di interpretare e
raccontare la realtà: "accusare le persone che sperimentano
con le immagini in movimento di essere regressive, sia in termini di
tecnologia, che in termini sociali (di usabilità), semplicemente
allarga il gap tra il mondo dei codici e quello delle
immagini".
Accanto a opinioni pensate, pacate, problematiche, come quella
appena riportata, c'è chi dice la sua in maniera diretta,
esprimendo dubbi, che in qualche modo sono il segno di un disagio.
Esiste una posizione corretta, definitiva, riguardo a questo tema?
"Una considerazione di carattere generale in materia di
accessibilità. Una specie di rospo che mi sono risolto a
"sputare" fuori dopo vari tentennamenti e incertezze.
Insomma un dubbio amletico che ritengo sia utile porgervi così
com'è sperando di ricevere chiarimenti. Orbene: più leggo le
specifiche W3C più mi chiedo se, nonostante tutti i proclami in
senso contrario, non si stia assistendo a un tentativo di
appiattimento, di schiacciamento delle risorse espressive su una
schematizzazione standard".
Non si tratta di un articolo di giornale o di un brano tratto da
uno dei volumi che si occupano - e si preoccupano - di un argomento
come l' usabilità dei siti web. Quello che avete appena letto è un
messaggio depositato nel newsgroup
it.comp.accessibilità, che esprime dubbi e chiede pareri su un
problema complesso e spinoso come quello dell'accessibilità. In uno
scambio di opinioni all'interno di questo gruppo di discussione,
sono gli utenti stessi a mettere a fuoco i due estremi del problema
dell'usabilità e in particolare degli interrogativi sollevati dal W3C,
- un'iniziativa per la piena accessibilità della Rete alle persone
con handicap - che ha elaborato delle linee guida per la
realizzazione di siti compatibili con le disabilità. Il rischio,
dicono gli utenti, è l'appiattimento espressivo della Rete. Ma
secondo altri pareri, l'accessibilità è un must imprescindibile:
un rispetto della diversità che non si può assolutamente mettere
in discussione.
Se leggiamo le risposte a questo messaggio, i due atteggiamenti
si trovano rappresentati in maniera emblematica.
C'è chi non ha dubbi: "Il W3C ti dice come dovrebbe essere
lo spirito "globale" di internet". Se un sito è
ottimizzato per un solo browser, i problemi che pone agli utenti,
almeno a quelli che usano un altro navigatore, sono evidenti. E le
animazioni grafiche? Un armamentario inutile, o forse una risorsa
espressiva irrinunciabile, un arricchimento estetico da difendere?
Anche su questo, c'è chi sceglie di difendere un atteggiamento
assolutamente spartano: "A te la scelta finale, ma cerchiamo di
pensare un po' a chi non è uguale a te e non ha intenzione di
viaggiare con Java, ActiveX e Flash a bordo....". Come dire:
tutto il resto non è che un capriccio o una presa di posizione un
po'snob. Uno slogan un po' da movimento studentesco, "la
fantasia prima di tutto" echeggia in un messaggio di un utente
che si fa portavoce di una posizione condivisa da molti. "Con
la scusa delle barriere architettoniche si vuole soffocare la
creatività".E prosegue in un crescendo sempre più animato e
appassionato, tutto il contrario di un meditato politically correct:
"ma mica siamo tutti in carrozzella, diamine! E la creatività?
E la fantasia? Ma vi rendete conto che oggi Palladio non potrebbe
costruire il Teatro Olimpico? Abbasso le regole!"
Questi sono solo alcuni degli esempi del dibattito
sull'usabilità che anima la Rete. D'altra parte, non esiste
certamente un luogo migliore per parlare e leggere di usabilità
della Rete stessa, trattandosi di un argomento che da Internet
proviene e ad Internet appartiene.
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