"Il Web e' un mass new media"
Per Jacob Nielsen ci vuole semplicità e
funzionalità. Ma sono davvero gli ingredienti della bellezza?
di Laura Massacra
Ad un anno di distanza dalla sua pubblicazione in Italia 'Web
Usability' (Apogeo, L 78 000) può esser considerato uno di quei
libri che delinea una nuova tendenza proprio per la virtù di andare
contro corrente nel flusso magmatico di parole spese e profuse su
come si opera nel Web.
Una voce fuori dal coro, quella dell'autore, Jacob Nielsen, che
è stato definito uno 'user advocate' un difensore degli utenti,
proprio per la capacità di cogliere gli elementi chiave nel mare
della Rete e sbloccare le serrature di un media -Internet- ancora
farraginosamente lontano dalle reali esigenze dei navigatori. Chi
infatti, oltre a Nielsen, introdurrebbe un libro sul Web
raccomandando di puntare innanzitutto allo sviluppo dei contenuti
più che alla costruzione tecnica delle pagine ed al loro formato e
linguaggio?
Nel chiacchiericcio di tutti quei sociologici attaccati allo
slogan "'la forma è il contenuto, il medium è il
messaggio" Nielsen riesce a stagliarsi nel rumore di fondo
puntando sull'importanza dell'articolazione dei contenuti in Rete e
della loro usabilità. Niente assiomi criptico-filosofici con cui
profetizzare il futuro della Rete, dunque, ma solo utili regole per
rendere semplice un mezzo che serve a veicolare in velocità
determinate informazioni.
In altre parole Nielsen non si rivolge profeticamente a cultori
del Web e navigatori consumati mostrandosi come un santone luminoso
nel cammino della conoscenza della Rete, ma il suo discorso è
indirizzato ad una costruzione del Web da parte di utenti-massa per
l'utilizzo del Web come un mass new media.
Ma, cosa sostiene, in sostanza, il nuovo guru della semplicità?
'Web usability', lo dice la parola stessa, diffonde l'idea che la
semplicità e la velocità nel reperimento delle informazioni siano
da preferire all'arzigogolamento concettuale presente in centinaia
di milioni di pagine di difficile consultazione e che
l'utilizzabilità di un sito è un valore più alto della sua
bellezza o della sua originalità.
Agilità, funzionalità, leggerezza diventano quindi parole
chiave per comprendere, attraverso centinaia di esempi ben
presentati nel libro, come si fa un bel sito e quanto è importante
il ruolo della progettazione nell'architettura complessiva di una
idea al fine di colpire il bersaglio nel segno della migliore
raggiungibilità delle teste dei navigatori di tutto il mondo.
Tutto chiaro? In fondo la vera bellezza - lo raccontava in un
trattato il fisiologo medioevale Fibonacci- è fatta di semplicità,
armonia, geometrie simmetriche ed alte linearità. Un viso
proporzionato, per esempio, è un chiaro segnale di armonia e
trasmette il messaggio di una prole futura serena e senza difetti.
La bellezza fisica, dunque, è tutta nella semplicità e
nell'equilibrio, le chiavi giuste per trasmettere il messaggio della
funzionalità degli esseri umani. Non si vede, dunque, perché la
semplicità e la funzionalità non possano essere le chiavi per la
bellezza del Web.
Il problema nasce però con la constatazione che tante persone al
mondo hanno una loro particolare bellezza fatta di sproporzioni
evidenti, gambe lunghissime, oppure nasi rari ed introvabili, se non
in zone particolari del mondo. Una bellezza fatta di contraddizioni,
di storia, di costumi, usanze e tradizioni che si assommano all'idea
stessa del bello. Una straordinarietà data dalla complessità e
intricata varietà di eventi non sempre lineari, che concorrono allo
stupore estetico del mondo. Ed è proprio in questa idea estetica
che le istanze di funzionalità e disfunzionalità si intrecciano,
le simmetrie deviano, le contraddizioni emergono e si affermano in
un crescendo di armonie distoniche.
Forse è per questo che, nonostante la sua grande 'funzionalità'
e la alta 'semplicità' delle sue forme 'Usability' può risultare,
a volte, come fosse un corpo perfetto ma senza fascino.
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