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Tagliagambe: La creatività dipende dall’uso
Nella storia delle tecnologie il tipo di problema connesso all’utilizzo creativo o passivo degli strumenti a disposizione si è posto anche per le tecniche che noi consideriamo meno pericolose come ad esempio la stampa. Sono state fatte profezie di sventura riguardo all’avvento del testo stampato e la conseguente moltiplicazione della produzione di libri, quindi questo tipo di timori può essere vero in un senso banale per qualunque tipo di strumento tecnico.
È chiaro che anche della televisione o del videoregistratore si può fare un uso creativo o un uso che abbrutisce e segna il passo ad una forma di subordinazione o schiavitù dell’essere umano rispetto allo strumento tecnico. C’è però una possibilità di farne un uso creativo esplorandone i limiti e lavorando, per così dire, al confine. Molti tecnologi dicono oggi che la vera frontiera delle tecnologie si raggiunge nel momento in cui si esplorano i confini dei nuovi strumenti e le modalità di nuove interazione che essi permettono in relazione all’intelligenza umana.
Sull’altro versante, invece, si corre il rischio di considerare lo strumento tecnico come un pacchetto chiuso che genera solo automatismi.
Il vero problema però, a mio avviso, dipende dalle intenzioni e dal tipo di interazione con cui l’uomo si rapporta a tali strumenti. Interazioni che determinano un nuovo prodotto in relazione alle azioni, creative o meno, che l’uomo riesce a compiere sullo strumento.
Prof. Silvano Tagliagambe
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