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Usabilità e produzione di senso (in risposta a Bifo Berardi)
Premetto che sono d’accordo sul fatto che le tesi di Nielsen siano estremistiche. Uno dei creativi più creativi dell’agenzia Web dove lavoro lo chiama “il fascista del Web” e credo che l’epiteto sia alquanto azzeccato…
Nonostante ciò non mi trovo d’accordo con quanto scritto da Bifo Berardi nell’articolo “Dissociare il webdesign dall'usabilità”.
Nell’articolo si parla, giustamente, del "problema della produzione di significato e delle modalità di interpretazione sociale" dimenticando, però, che per produrre significato sociale è innanzitutto necessario un codice. Anche Internet, in quanto mezzo di comunicazione, ha quindi bisogno di un codice che permetta ai suoi "utenti-navigatori" di comunicare.
Le ricerche sull’usabilità dei siti Web non fanno altro, se ci pensiamo bene, che cercare di studiare e capire questo codice in modo tale da rendere possibile e più agevole l’utilizzo del medium.
Questo non vuol dire che la creatività non deve esistere, vuol soltanto dire che la creatività dovrebbe esprimersi all’interno di quel codice.
Credo che sia ora di smettere di pensare che la comunicazione sia un semplice passaggio di dati da un mittente ad un ricevente (questi modelli semplificati sono stati da tempo sconfessati…). Senza un codice condiviso non esiste passaggio di dati/informazione e, al massimo, si comunica del "rumore".
Ben venga, allora, flash, ben vengano tutte le idee creative che arriveranno nel futuro. Ma ditemi Voi che senso ha, cosa che ho visto in un famosissimo sito, sostituire lo scrolling orizzontale con un pulsante rotondo al centro della pagina con su scritto giù, quando lo scrolling è il risultato di studi di anni da parte di specialisti di usabilità della Microsoft?
Con questo, ovviamente, non voglio dire che il codice debba essere statico. Nessun codice lo è, e tantomeno quello di Internet, che sta nascendo proprio oggi.
È proprio questa, allora, la sfida che dovrebbe raccogliere, con entusiasmo, chi lavora nella cosiddetta "New Economy": contribuire alla creazione e all’evoluzione di un codice. Ricordandosi, però, i segni che lo compongono sono tali solo quando sono codificati socialmente e che si codificano socialmente solo quando tutti (sia il mittente sia il "ricevente medio") li riescono ad usare.
Francesca Tassistro (ftassistro@dartway.com)
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