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Ogni modello di comunicazione è, di fatto, un terreno di mediazione fra il pensiero inespresso e la sua apparizione in una forma accessibile, attarverso l'uso di codici condivisi. I significati semantici ed espressivi degli elementi del codice, sono generalemente conseguenti alla frequenza d'uso dei medesimi, e con il tempo mutano assumendo valori differenti. I meccanismi mediatici che crediamo di conoscere, sono modelli in continua trasformazione, trasformazione indotta dalla necessità di stimolare azioni di marketing-guerriglia efficaci e diffuse.
Ogni sistema di comunicazione è costituito da un campionario di strumenti disponibili. Nuovi strumenti vengono generati modificando i precedenti, e utilizzati per costruzioni che dipendono profondamente dalle singole sensibilità del costruttore.
Un nuovo medium porta con se nuovi strumenti, e di questi strumenti conosciamo solo in parte le potenzialità. L'atteggiamento più semplice ed umano è quello di basarsi sull'esperienza del vissuto per interpretare il nuovo, ma questo può portare facilmente a ricalcare strade già percorse.
E' necessario un percorso di sperimentazione che cerchi in ogni modo di allontanare il già vissuto e conosciuto, tentando di iniziare a testare le potenzialità stesse degli strumenti. Distorsione, corrosione, decontestualizzazione, decostruzione dei codici di comunicazione.
Il modello di lettura dell'informazione che conosciamo non ci assicura affatto di poter essere così felicemente traslato su ogni terreno di scambio comunicazionale mantenendo la stessa efficacia e struttura.
La ricerca di una struttura narrativa, o di esplorazione del contenuto, performante è un mito in agonia.
Occorre mettere in conto che molte delle esperienze che si faranno, saranno da scartare, revisionare, modificare, ma solo questo potrà tentare di evitare l'omologazione ad un unico modello di trasmissione dell'informazione.
paolo@limiteazero.com
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