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Occhi aperti sull'Internet Mobile



Le ultimissime evoluzioni della telefonia cellulare, tra false promesse e nuove opportunità su "Senza Fili" di Bruno Giussani

La rapidissima evoluzione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione ci ha abituati a facili entusiasmi, ottimistiche e spesso fantascientifiche previsioni di crescita incondizionata dei servizi e dei mercati e altrettanto repentine correzioni di rotta, promesse non mantenute, delusione e sindromi depressive per il cattivo andamento della net-economy.
A questa tendenza non sfugge il mondo della telefonia mobile e in particolare quel settore futuristicamente definito "terza generazione", 3G. Stiamo parlando dell'Umts (Universal Mobile Telecomunications System) lo standard di comunicazione "universale" che grazie al trasferimento dati ad alta velocità, ci permetterà di fare video telefonate, video conferenze, ascoltare musica, fare m-commerce e di collegarci a Internet. Ma di cosa si tratta in realtà?

Gli operatori wireless europei hanno speso oltre 120 miliardi di euro (12 solo in Italia) per aggiudicarsi le licenze messa all'asta dai governi. Ma la tecnologia è allo stadio sperimentale, il modello di business non è chiaro, il profilo della domanda e la definizione dei servizi sono sfuggenti. In che modo l'industria uscirà dall'equivoco? Che cos'è l'Internet mobile? Quando potremo avere tra le mani questi magici apparecchietti e, soprattutto, quanto ci costerà?
Per districarsi in questa selva di questioni spinose, un valido strumento è "Senza Fili", la traduzione italiana, pubblicata da Fazi Editore, di "Roam", l'ultimo libro di Bruno Giussani.

L'autore è direttore dell'Innovazione e della Comunicazione strategica di 3GMobile, un operatore svizzero di servizi wireless ma proviene dal mondo del giornalismo: ha scritto di tecnologia per quotidiani e settimanali in Europa (fra i quali in Italia "il Sole 24Ore") ed è stato titolare di una rubrica Internet per il "New York Times". Un addetto ai lavori, dunque, ma che non si è lasciato accecare dal miraggio "Internet mobile sùbito" ed ha condotto un'indagine approfondita delineando la lucida sintesi di un'industria piena di dubbi. Scritto con linguaggio semplice, ricco di dati aggiornati, schede tecniche ed esempi tratti da tutto il mondo, il volume è destinato a chiunque voglia avere il quadro completo della situazione, tra sviluppo tecnologico, investimenti economici e interessi dei consumatori.

Si parte dalle prime aste europee per la concessione delle licenze Umts (definite "una cantonata" che ha fatto pagare agli operatori somme irragionevoli per una tecnologia non ancora sperimentata) per arrivare a parlare più in generale dell'accesso mobile all'informazione. Il nodo cruciale è, secondo Giussani, la mancanza, allo stato attuale, di una vera convergenza tra tutte le tecnologie, necessaria per arrivare a uno standard di comunicazione universale.

Già oggi infatti con sistemi come il Gprs europeo o l'i-mode giapponese è possibile fare con il telefonino cose fino a poco tempo fa impensabili, come inviare filmati, ascoltare musica, controllare il saldo del conto in banca. Ma siamo ancora piuttosto lontani dalle prospettive euforiche degli spot e dei comunicati stampa. Se veramente l'utente dal proprio cellulare potesse controllare in tempo reale la situazione del traffico e visualizzare l'incidente che gli impedisce di raggiungere il teatro presso il quale ha tele-prenotato dei biglietti, mentre controlla la webcam che dentro casa gli sorveglia il figlio appena nato, fuori dal suo telefono dovrebbe esistere una rete fittissima di antenne, videocamere, elettrodomestici e computer interconnessi che parlano tutti la stessa lingua e comunicano senza fili. E questa rete ancora non c'è. Non solo: la sua costruzione è complicata e richiede tempo.

Inoltre gli operatori non hanno ancora concepito servizi realmente utili, né stabilito quanto costerà al pubblico tutta l'operazione. Insomma, progressi significativi nel passaggio alla "terza generazione" si faranno solo se l'utente finale sarà al centro delle preoccupazioni di tutti. Questa è anche l'opinione di Martin Cooper, l'inventore del telefono cellulare, presente su "Senza Fili" con una lunga intervista. Per Cooper, sarà proprio la domanda della gente a dettare le regole del nuovo mercato: "Ogni persona è diversa ed ha esigenze diverse. Avranno bisogno di terminali diversi per soddisfare quelle esigenze. Vedo una proliferazione di dispositivi tra i quali ci sarà interconnessione. Alcuni apparecchi si combineranno ma la maggior parte in realtà si separeranno. Non ci sarà nemmeno una rete universale. Alcune verranno ottimizzate per la voce, altre per i viaggiatori internazionali, altre funzioneranno solo in un dato quartiere."

Dopo l'euforia è allora il momento dello scetticismo? Certamente no: meglio parlare di una vigile prudenza. Intanto la ricerca sta andando avanti e ha un nome: 4G, quarta generazione. Più un concetto che una tecnologia, spiega Giussani: "Èl'idea di un sistema dei sistemi, come Internet, una generica interfaccia radio che sfrutterebbe diverse tecnologie wireless combinandole per creare un always best-connected environment, un ambiente sempre connesso al meglio".