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Le cifre del commercio elettronico



Il rapporto dell'Osservatorio Anee, Associazione dei servizi e dei contenuti multimediali, sul commercio elettronico in Italia

I siti per gli acquisti sono 1700 a fine 2001, 925 in più del 2000. Il fatturato ha fatto registrare un incremento del 52 per cento, passando da 434 milioni di euro a 661 milioni. Anche il tasso di mortalità, però, è salito: dal 19 al 25,5 per cento. La crescita nel triennio 1998-2001 si rivela, comunque, pressoché costante e le stime per il 2002 confermano la tendenza positiva con un aumento previsto del 48 per cento.

L'89 per cento dei siti vende beni fisici (contro il 78,2 per cento dello scorso anno) mentre il resto vende servizi. Questi ultimi hanno, in media, una vita più lunga rispetto ai primi.

Questa la segmentazione per settori:
alimentari (19,2%)
prodotti informatici (12,9%)
arredamento/casa (11,4%)
editoria (7,8%)
shopping center (7,5%)
intrattenimento/tempo libero (6,4%)
abbigliamento/tessile (5%)
salute/benessere/cosmetica (4,3%)
elettronica di consumo/telefonia (4,1%)
viaggi/turismo (3,9%)
accessori persona (3,7%)
sport/articoli sportivi (3,1%)
servizi (2,5%),
merchandising/gadget (1,9%)
banche/finanza/assicurazioni (1,8%)
altri (4,5%)

Nella distribuzione del fatturato per settore, invece, sono in testa i negozi di informatica, col 29, 5 per cento, seguiti dagli shopping center (15,6 per cento), dall'elettronica di consumo (10 per cento), dall'editoria (9,4 per cento) e dai viaggi (7,5 per cento).

Quanto alla diffusione geografica, la maggior parte delle attività si concentra nel Nord Italia, con una forte prevalenza del Nord Ovest (43,4 per cento); il 18,4 per cento ha sede nel Nord Est, il 25,6 nel Centro e il 12,6 nel Sud. Nel meridione, tuttavia, si registra un notevole incremento rispetto al 7,6 per cento del 2000 mentre la tendenza è in calo nelle altre zone. La regione con più siti di e-commerce è la Lombardia col 31 per cento del totale; seconda la Toscana (11,1 per cento), terzo il Lazio (10,2 per cento).